La più grande divinità femminile della Sardegna prenuragica è la Dea Madre detta anche Grande Madre o Mater Mediterranea. Gli scavi archeologici in ambito funerario hanno riportato alla luce numerose riproduzioni di tale divinità. Si tratta di sculture di piccole
La più grande divinità femminile della Sardegna prenuragica è la Dea Madre detta anche Grande Madre o Mater Mediterranea. Gli scavi archeologici in ambito funerario hanno riportato alla luce numerose riproduzioni di tale divinità. Si tratta di sculture di piccole
E’ stata realizzata a Platamona la bellissima opera dell’artista della Land Art Nicola Urru. Rappresenta la Dea Madre con impressa una formula magica che tutti conosciamo, Abracadabra. “C’è una storia antica conosciuta da pochi, che indica lo strumento del pensiero
Sono usciti oggi il video promozionale e le immagini della nuova maglia del Cagliari Calcio 2023/24. “Un omaggio alla storia millenaria della Sardegna, in cui i classici toni rossoblù si intrecciano al design stilizzato, ispirato alla Dea Madre di Turriga simbolo
Articolo di Maria Lidia Contu. La più grande divinità femminile della Sardegna prenuragica è la Dea Madre della anche Grande Madre o Mater Mediterranea. Gli scavi archeologici in ambito funerario hanno riportato alla luce numerose riproduzioni di tale divinità. Si
Si chiamano “Mamai” le sculture di Paoletta Dessi: la rappresentazione affascinante e originalissima della magia della maternità. Sono tutte da ammirare le meravigliose sculture di Paoletta Dessì, sembrano emergere dalle ossa che l’artista trova nelle sue passeggiate in campagna.
Morte e superstizione, due elementi che, nella Sardegna antica, erano estremamente legati. L’avvento della prima confermava le ansie scaturite dalla seconda e non vi era credenza, usanza o costume che non cercasse in qualche modo di evitarla. Nella cultura sarda
Lo studio e la divulgazione del ruolo femminile attraverso i reperti archeologici dei maggiori siti sardi può contribuire a creare una cultura basata sul rispetto e sulla concertazione tra i sessi. Ne è convinto il 35enne archeologo Nicola Dessì, che