Un orgasmo per il palato, i supplì di riso sono lo street food più famoso di Roma

Ricette tipiche. Il supplì al telefono alla romana. Dove andare a gustarli in città e come prepararli in casa.
Un orgasmo per il palato, i supplì di riso sono lo street food più famoso di Roma.
Ricette tipiche. Il supplì al telefono alla romana. Dove andare a gustarli in città e come prepararli in casa.
Un orgasmo per il palato, i supplì di riso sono lo street food più famoso di Roma. Chiamati anche arancini di riso, nasce originariamente come piatto povero. Estremamente gustoso non solo per l’impanatura fritta, ma per la filante mozzarella che si trova all’interno e che, nell’apertura in due, simula l’aspetto del filo che unisce le parti ed è per questo che viene chiamato anche “supplì al telefono”.
Trastevere ancora una volta si rivela essere una zona di riferimento anche in tal senso: in via Francesco a Ripa 134, infatti, da “Venanzio” puoi mangiare tra i supplì più buoni della città.
C’è sempre molta fila, ma ne il gioco vale la candela, anche perché il personale è veloce e non c’è da aspettare molto. Ne esistono diverse varianti, come il supplì “cacio e pepe”, alla “carbonara”, “al limone”, “alle verdure”, ma la più diffusa è quella al “ragù di carne e pomodoro”.
Da “Venanzio” c’è chi si reca abitualmente, è un appuntamento settimanale per alcuni. Il segreto è nell’alta qualità degli ingredienti, che rende il prodotto delizioso e croccante ma che “si scioglie in bocca”. I romani si spostano anche da posti molto distanti per assaggiare i supplì di questo posto.
Un altro posto dove è possibile mangiare supplì eccezionali è Re di Roma Pizza, che prende il nome dalla piazza omonima.
Forse la parola “supplì” trova la sua origine etimologica nella francese surprise, “sorpresa” in italiano. Un aneddoto racconta che un soldato francese, girovagando per Roma durante l’occupazione di Napoleone tra il 1798 e il 1799, decise di mangiare la crocchetta di riso ed esclamò “surprise” nel vedere la mozzarella filante.
Secondo fornacestella, che si trova a Piazza Lecce 9,la prima ricetta ufficiale del supplì risalirebbe al 1929, scritta da Ada Boni e pubblicata ne “La Cucina romana”, ma la parola compare per la prima volta nel 1870 nel menù della Trattoria della Lepre.
La preparazione prevede una panatura esterna che può essere con solo pangrattato oppure con aggiunta di uovo. La frittura viene eseguita con olio di semi di arachide o extravergine d’oliva.
Sul litorale laziale, puoi trovare anche la versione al pesce, realizzata con i gamberetti o alla pescatora.
Per preparare i supplì alla mozzarella ed il pomodoro, è necessario far rosolare la cipolla, aggiungete dopo qualche minuto il riso, coperto dopo circa 5 minuti con brodo (di dado o gallina). Il pomodoro deve essere aggiunto dopo la tostatura, un poco alla volta fino a cottura.
Dopodiché si può aggiungere parmigiano, il pepe, il sale e si può lasciare freddare il riso.
La mozzarella va tagliata a pezzi e aggiunta formando delle polpette allungate con il composto di riso.
La panatura come abbiamo detto può essere fatta con o senza uova, ma è fondamentale in ogni caso che in questa fase venga passato con il parmigiano e poi nel pangrattato. Sicuramente le uova aiutano a rendere il tutto più facile da attaccare, altrimenti si può usare olio d’oliva.
Gli strati della panatura devono essere due.
La frittura va effettuata con olio di semi, fino a doratura.
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