Curiosità romane. Il mistero delle mani mozze sotto l’obelisco di Villa Celimontana
Un terribile incidente sul lavoro potrebbe essere accaduto durante lo spostamento dell’opera matteiana
L’obelisco fa parte delle antichità della famiglia Mattei, conservate nella villa sul Celio. Esso proviene dalle rovine del Tempio di Iside in Campo Marzio e nel Medioevo fu collocato sul Campidoglio.
Nel 1582 fu donato a Ciriaco Mattei, che lo fece trasportare alla Villa della sua famiglia sul Monte Celio.
Nel 1820 la villa divenne proprietà del principe Emanuele Godoi, che decise di spostare l’obelisco in un altro punto della magione per consentirne il restauro. Secondo un racconto la cui veridicità è incerta, organizzò una festa per l’occasione, ma avvenne un raccapricciante incidente sul lavoro durante la sistemazione e traslazione dell’obelisco. Sembrerebbe infatti che un operaio abbia perso le mani a causa della rottura di una fune che teneva sospesa la struttura. Quest’ultima, cadendo, avrebbe tranciato gli arti al malcapitato mentre era intento a pulire il basamento di uno dei tredici antichi obelischi di Roma.
Si narra che il povero operaio in seguito al doloroso incidente sia impazzito e che il principe decise per compassione di mantenerlo economicamente per il resto della vita.
E a proposito di “mani”, lo scrittore francese Pierre Loti, che visitò l’attuale Museo del Cairo nel 1907, scrisse riguardo la mummia di Ramses II: “Un giorno, d’improvviso, con un gesto brusco, in mezzo ai guardiani che fuggivano urlando di paura ha alzato la mano che è ancora levata e non ha voluto più abbassarsi”.
Non si sa se la storia dell’incidente che causò la perdita delle mani del povero operaio sia vera, ma quel che è certo è che l’obelisco non fu più spostato.
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Intelligenza artificiale, a Roma e provincia servono 5mila figure professionali
La richiesta di figure altamente specializzate nel settore dell'intelligenza artificiale a Roma e provincia è urgente: si stima che manchino circa cinquemila ingegneri, progettisti e tecnici del web. Questa carenza rappresenta una sfida critica, poiché le aziende faticano a trovare personale qualificato nonostante la crescente domanda.
Intelligenza artificiale, a Roma e provincia servono 5mila figure professionali.
La richiesta di figure altamente specializzate nel settore dell’intelligenza artificiale a Roma e provincia è urgente: si stima che manchino circa cinquemila ingegneri, progettisti e tecnici del web. Questa carenza rappresenta una sfida critica, poiché le aziende faticano a trovare personale qualificato nonostante la crescente domanda.
Un’analisi condotta da Confartigianato Roma nel settore dell’hi-tech mette in luce questa situazione critica sul fronte occupazionale. Nonostante la richiesta in aumento da parte delle aziende, l’intelligenza artificiale continua a generare preoccupazioni. Secondo uno studio di Changes Unipol elaborato da Ipsos, pubblicato sul Messaggero, il 41% dei residenti romani teme la perdita di posti di lavoro in città, mentre il 40% vede minori opportunità lavorative per coloro con una bassa alfabetizzazione digitale.
Tra le professioni scientifiche e altamente specializzate, che registrano una difficoltà di reperimento superiore al 70%, figurano ingegneri elettrotecnici, ingegneri dell’informazione, analisti e progettisti software, ingegneri energetici e meccanici, progettisti e amministratori di sistemi, ingegneri industriali e gestionali. Anche le figure di operai specializzati, come attrezzisti di macchine utensili, meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili, e posatori di tubazioni idrauliche e di gas, trovano difficile accesso al mercato del lavoro.
Confartigianato Roma propone l’istituzione di un tavolo di confronto tra imprese, Comune e Regione per gestire efficacemente questa situazione. Andrea Rotondo, presidente di Confartigianato Roma, sottolinea l’importanza di rafforzare le infrastrutture digitali e le competenze specializzate, proponendo la creazione di un tavolo regionale sull’intelligenza artificiale per guidare i processi in corso.
L’intelligenza artificiale, secondo Rotondo, può integrarsi con l'”intelligenza artigiana”, un elemento distintivo della creatività umana che rende unico ogni prodotto. Questa sinergia potrebbe riequilibrare le competenze imprenditoriali, specialmente nelle piccole imprese, dove gli imprenditori assumono molte responsabilità caratteristiche di professioni ad alto impatto di intelligenza artificiale. Questo approccio potrebbe contribuire a colmare il divario di competenze e ad affrontare le sfide emergenti nel mondo del lavoro nell’era dell’AI.
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