Perché a Roma ci sono così tanti cinghiali? E da dove arrivano?

Dopo pellicani e ratti Roma affronta l’ennesima invasione animale. I cinghiali vivono le strade ormai quotidianamente e sembrano abituarsi sempre più alla presenza umana. I mammiferi si spingono verso la città in cerca di cibo e tra i tanti rifiuti abbandonati hanno l’imbarazzo della scelta.
Perché a Roma ci sono così tanti cinghiali? E da dove arrivano?
Dopo pellicani e ratti Roma affronta l’ennesima invasione animale. I cinghiali vivono le strade ormai quotidianamente e sembrano abituarsi sempre più alla presenza umana. I mammiferi si spingono verso la città in cerca di cibo e tra i tanti rifiuti abbandonati hanno l’imbarazzo della scelta.
Quella dei cinghiali a Roma ormai è storia nota, i cittadini della capitale da qualche anno si imbattono spesso in questi animali, di giorno o di notte, in campagna o anche in zone meno periferiche, oramai incontrare un cinghiale, o magari un branco, per le strade di Roma è diventata quasi un’abitudine. Questi grossi suini sono diventati dei frequentatori assidui della città e secondo alcune stime si contano più di un milione di esemplari, mentre per i più catastrofici, come la Coldiretti, sarebbero addirittura più di 2 milioni e mezzo. Saccheggiano i rifiuti, seminano il panico nel traffico, provocano incidenti o più banalmente si concedono un bagno fresco nelle fontane romane, i cinghiali sembrano essersi abituati anche alla presenza umana tanto da non essere intimoriti dalle zone più centrali e caotiche.
Ma perché a Roma, più che in altre città, sono cosi numerosi?
Con molta probabilità ci sono più fattori scatenanti ma una grande fetta di esperti si trova d’accordo sul fatto che la ragione di una cosi massiccia presenza dei cinghiali sia da attribuire al ripopolamento della specie avvenuto dopo la seconda guerra mondiale. La caccia aveva ridotto ai minimi termini la popolazione di questi mammiferi, nacquero quindi parecchi allevamenti con lo scopo di salvaguardare i cinghiali rimasti e contemporaneamente vennero introdotti altri esemplari provenienti dall’est Europa. La conseguenza di questo sostanzioso ripopolamento ha prodotto un incrocio che ha sostituito il vecchio cinghiale autoctono (di modeste dimensioni e peso tra i 50 /60 kg) con esemplari ben più grandi e prolifici. Questi nuovi ibridi partendo dall’Appenino centrale con il passare del tempo si sono spinti sempre più a valle arrivando alle porte di Roma in cerca di cibo.
C’è anche chi associa le cause legate all’invasione dei suini allo spopolamento delle campagne e dei piccoli centri montani. Con il boom economico del ‘Sessanta tante aree interne adiacenti alla capitale sono state abbandonate e di conseguenza l’attività agricola, questo avrebbe spinto gli animali a cercare sostentamento verso le aree urbane considerando che non sempre il loro ecosistema riesce a fornirgli l’alimentazione necessaria.
Arrivati quindi a ridosso della città i cinghiali si sono addentrati sempre più verso il centro aiutati dalle grandi aeree verdi (giardini, parchi e riserve) che si intrecciano al tessuto urbano di Roma. Il verde pubblico è stata una corsia preferenziale per l’ingresso dei mammiferi che hanno facilmente saziato il loro appetito trafugando tra i tanti rifiuti abbandonati.
Le responsabilità di questo problema sarebbero quindi da imputare alla regione o al comune di Roma ma entrambi gli enti avrebbero dato vita ad un incessante scaricabarile che nulla avrebbe prodotto. Il comune accusa la regione in quanto responsabile della gestione della fauna, la regione, dal canto suo, attribuisce al comune l’incuria delle strade e la presenza dei rifiuti che attirerebbero i cinghiali.
I cinghiali si aggiungono ai tanti animali indesiderati ormai residenti fissi delle strade romane e la soluzione a questo problema sembra ancora lontana.

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