Professione borseggiatrice: “Io non so fare niente, sono semianalfabeta. A volte ho i sensi di colpa»

Lo scippo in metro è un tema sempre caldo nei grandi centri urbani, spesso la politica sceglie il disinteresse e preferisce nascondere lo sporco sotto il tappeto. Roma non fa eccezione, viaggiatori e borseggiatori sembrano obbligati a convivere.
Professione borseggiatrice: “Io non so fare niente, sono semianalfabeta. A volte ho i sensi di colpa».
Lo scippo in metro è un tema sempre caldo nei grandi centri urbani, spesso la politica sceglie il disinteresse e preferisce nascondere lo sporco sotto il tappeto. Roma non fa eccezione, viaggiatori e borseggiatori sembrano obbligati a convivere.
Sotto i tunnel metropolitani delle grandi città bisogna tenere sempre gli occhi aperti, c’è chi stringe la borsa sotto le braccia e chi indossa lo zaino al contrario per controllare che nessuno ci frughi dentro. Roma non è di certo esclusa da questo problema, il rischio di essere derubati è ormai compreso nel prezzo del biglietto, fa parte del viaggio e nei periodi in cui gli scippi sono più frequenti risuonano dagli altoparlanti inviti a tenere alta l’attenzione. La strategia è quasi sempre la stessa e si fa gioco di squadra: c’è qualcuno che si occupa di profilare la preda, nella maggior parte dei casi sono appostati davanti le biglietterie automatiche e hanno il solo compito di individuare dove viene custodito il portafogli. Fissato il target, che molto spesso sono le donne per via della borsa, si passa all’azione e il piano si ripete come uno spartito. Il borseggiatore, o la borseggiatrice, seguono la vittima e con l’aiuto di un giacchetto coprono il braccio che nel frattempo fruga nella borsa alla ricerca di portafogli e cellulare. Il furto è rapido e nella maggior parte dei casi ci si accorge troppo tardi dei valori sottratti quando ormai non rimane da fare una denuncia che spesso si aggiunge a quella di tanti altri malcapitati.
Il Corriere Della Sera ha raccolto le parole di una borseggiatrice professionista, una ragazza di 29 anni che si “guadagna da vivere” compiendo furti giornalieri tra Roma e Milano. “È stata nostra zia a iniziarci. A 13 anni, ci insegnava il mestiere nella metropolitana di Roma. Tuttora mi divido tra Milano e la Capitale, dove abbiamo un altro tetto. Mi sposto in treno, non ho la patente né una vita sociale: mio marito è molto geloso. Mi concedo giusto qualche cena al ristorante. Ma se potessi tornare indietro scapperei anch’io. Adesso dove vado, con 9 figli, io che non so fare niente e che sono semianalfabeta? L’unica cosa che mi riesce bene è rubare. A volte ho i sensi di colpa”. La ventinovenne aggiunge di essere madre di 9 figli e di sostenere la famiglia con i soldi degli scippi: “Sette giorni su sette, dalla mattina alla sera. Mantengo io la famiglia, mando i soldi a casa in Bosnia e non sono pochi.”
La politica e le istituzioni sembrano essere lontane da una soluzione e nel frattempo quella tra viaggiatori e borseggiatori sembra essere diventata una guerra di fazione. L’opinione pubblica ha individuato un colpevole ed è ripartita la macchina del fango, ancora una volta si è deciso di dare la colpa a qualcuno anziché assumersi le responsabilità di quello che accade.
© RIPRODUZIONE RISERVATA