Sordi e quella storica amicizia con Federico Fellini, venti anni senza Alberto Nazionale

Il 24 febbraio 2003 Roma piangeva uno dei suoi figli più amati, il 24 febbraio 2003 ci lasciava Alberto Sordi. L’inizio della sua carriera è stato segnato da un rapporto ingeneroso con la distribuzione cinematografica, ma l’amicizia e la stima di Federico Fellini gli hanno permesso di ritrovare il favore e la fiducia della critica.
Sordi e quella storica amicizia con Federico Fellini, venti anni senza Alberto Nazionale.
Il 24 febbraio 2003 Roma piangeva uno dei suoi figli più amati, il 24 febbraio 2003 ci lasciava Alberto Sordi. L’inizio della sua carriera è stato segnato da un rapporto ingeneroso con la distribuzione cinematografica, ma l’amicizia e la stima di Federico Fellini gli hanno permesso di ritrovare il favore e la fiducia della critica.
Ironico e scaltro, uno dei cineasti che ha maggiormente segnato la storia filmica italiana. Regista, sceneggiatore, doppiatore e attore straordinario, ma soprattutto un uomo di rara intelligenza. Figlio di Roma, indubbiamente uno dei più amati, ha saputo descrivere in modo profondo, talvolta caricaturale, i costumi patri con un’attenzione maniacale per i suoi personaggi. Il 24 febbraio 2003 veniva strappato dalle braccia di mamma Roma Alberto Sordi, un uomo del popolo che il popolo ha profondamente ammirato.
Alberto Sordi è sicuramente uno fra i più importanti attori italiani di tutti i tempi, interprete magistrale della commedia italiana insieme a Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Nel corso della sua carriera ha preso parte a più di 150 film riuscendo in breve tempo ad entrare nel cuore degli italiani e in quello dei tanti colleghi con cui ha diviso il set. Storica è l’amicizia tra Sordi e Federico Fellini, regista luminare e tra i più stimati italiani nel mondo. Il rapporto tra i due iniziò prima de film “Lo sceicco bianco”, geniale satira del mondo dei fotoromanzi diretta da un acerbo Fellini in cui Sordi muoveva i primi grandi passi da attore, pare che si fossero conosciuti durante la guerra, quando il regista si trasferì da Rimini a Roma. Moraldo Rossi in una vecchia intervista riporta il primo incontro tra i due avvenuto durante uno spettacolo di varietà il giorno delle nozze tra Fellini e Giulietta Masina. Sordi, che era tra gli attori, quando vide entrare la coppia fermò lo spettacolo e disse:” È arrivato un amico, si chiama Federico Fellini, è un umorista, collabora al “Marc’Aurelio”. Si è sposato con Giulietta Masina, una brava attrice che avete sentito alla radio nel personaggio di Pallina. Vi chiedo di aiutarmi a fargli un dono, che mi costa pure poco, vi chiedo un applauso. Regalo al mio amico Federico questo momento di festa comunicandolo a tutto il pubblico del teatro.”
Nacque un profondo rapporto di stima e amicizia, tanto saldo che Fellini lottò per avere l’attore romano nel cast de I Vitelloni. Pare che i precedenti insuccessi cinematografici di Sordi lo avessero reso, secondo una fetta di critica, un repellente per gli spettatori e questo rendeva le case di distribuzione scettiche sulla presenza di Sordi. A questo puntò Fellini avviò quella lui stesso definì “una grossa battaglia” per fare in modo che il nome dell’attore romano venisse accettato dalla distribuzione. Alla fine il regista la spuntò ma le condizioni imposte furono sgradevoli e severe. Fellini stesso dichiarò: ”Nelle prime venti copie de ‘I vitelloni’, nei titoli di testa, il nome di Sordi non c’è. E nei primi manifesti che ha fatto l’ENIC, la casa di distribuzione, non c’è il nome di Sordi. Cioè, alla fine, hanno ceduto a farmelo prendere, a patto però che collaborassi a far sapere che non c’era.”
Contrariamente alle previsioni delle case di produzione la pellicola de I Vitelloni riscosse un grande successo e di conseguenza la carriera di Alberto Sordi che aveva meritatamente ritrovato la fiducia dell’industria della distribuzione cinematografica.
Il rapporto tra Fellini e Alberto Sordi era sincero e basato sul profondo rispetto professionale tra i due. Per questo il regista ha sempre difeso la loro amicizia, il contributo artistico di Sordi andava oltre i personaggi che Fellini cercava di cucirgli addosso. Nonostante l’esperienza da attore fosse ancora agli inizi Alberto Sordi era già “Alberto Sordi” e quelle straordinarie qualità da autore riuscivano a dare un apporto creativo indispensabile alla buona riuscita dei personaggi che metteva in scena. Tutti i dialoghi di Sordi nei film I Vitelloni e Lo Sceicco Bianco sono stati scritti da lui stesso, a testimoniare di quanto fosse significativo il suo supporto.
La carriera di Alberto Sordi prosegue nel modo che tutti conosciamo, in quella grandezza artistica chiusa dentro un uomo tanto umile e generoso. La città di Roma in occasione del ventesimo anniversario della sua morte ha deciso di tributargli una statua che sarà collocata entro l’anno. Questo gesto rafforza il sentimento sincero della capitale per un gigante del cinema italiano e bandiera della Romanità.

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