Le fraschette di Ariccia, cantine diventate un mito della cucina romana
Nate come cantine dove si serviva solo vino oggi le Fraschette sono delle vere e proprie osterie che abbondano di romanità. Ariccia è la meta ideale per chi vuole abbandonarsi ai sapori autentici della capitale.
Le fraschette di Ariccia, cantine diventate un mito della cucina romana.
Nate come cantine dove si serviva solo vino oggi le Fraschette sono delle vere e proprie osterie che abbondano di romanità. Ariccia è la meta ideale per chi vuole abbandonarsi ai sapori autentici della capitale.
Castelli romani, a sud della capitale, arroccata sulle colline boscose dei Colli Albani c’è Ariccia, La Mecca della porchetta. La città ciociara è ormai una meta di “pellegrinaggio” culinario, un luogo cult per abbandonarsi ai sapori della cucina tipica romana in un clima informale e gioioso. Porchetta e Romanella, basterebbero queste sole due parole per descrivere la storia delle fraschette, le celebri osterie romane che ogni giorno accontentano i palati dei tanti pellegrini in cerca dei sapori veraci e autentici di Roma.
Oggi le Fraschette sono dei veri e propri ristoranti ma il loro percorso parte da lontano e affonda le sue radici tra le vigne. Erano il luogo deputato alla vinificazione e erano messe in piedi solo in occasione del vino novello. Il nome arriva da “frasca”, un grande ramo carico di alloro che veniva appeso sulla porta delle cantine per segnalare che il vino era finalmente pronto per essere servito Le Fraschette erano cantine spartane piuttosto umide, arredate principalmente da botti e attrezzi del mestiere ed era possibile sedersi su dei tavolacci e piani per lo più arrangiati con materiali di recupero. Solitamente erano frequentate dai Fagottari, gente modesta che si recava in queste cantine con dei fagotti di canapa, o di stoffa, i quali contenevano del cibo che accompagnavano con il vino servito dai fraschettari. Considerata l’assenza di una cucina oltre al vino c’era scarsa disponibilità, qualche volta del pane casareccio o delle uova sode, per questo si era soliti entrare col fagotto sotto braccio.
Con il passare del tempo ai viticoltori si unirono gli allevatori che cominciarono ad aprire i loro punti vendita in prossimità delle fraschette. Il servizio cominciò cosi ad assumere più sostanza visto che la zona oltre al vino offriva porchetta, formaggi e salumi di produzione artigianale, tutti messi a disposizione degli esercenti dei Castelli. Questa evoluzione cominciò a richiamare anche persone di estrazione sociale differente, tutte desiderose di concedersi una ricca abbuffata al grido di porchetta e vino dei castelli.
Il clima verace e conviviale e l’aumento del benessere fecero poi il resto. All’incremento della domanda rispose un proporzionale sviluppo dell’offerta e le fraschette da cantine umide e modeste assunsero le dimensioni di osterie. Alla tradizionale porchetta vennero affiancati i piatti tipici della cucina romana, carbonara, amatriciana e cacio e pepe tra i più celebri, e questo contribuì a rendere Ariccia un tempio della romanità e del mangiar bene.
Oggi è giornaliero l’avvicendarsi di turisti della cucina, non solo romani che evadono dal caos del centro ma molti arrivano anche dalle regioni vicine. Nonostante le osterie siano ormai dei ristoranti l’identità del posto è rimasta fedele, l’atmosfera goliardica e le porzioni abbondanti rimangono i capi saldi del Castelli Romani.
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