Secondo gli studi basati su numerosi ritrovamenti archeologico, la città sarda di Olbia fu fondata dal popolo cartaginese nel 350 a.C. circa. Ma non tutti sanno che, secondo una leggenda tramandata da scrittori greci e latini, il centro sarebbe stato
Chi non conosce la terribile – inquietante è dir poco – leggenda di Maria Abbranca? Ma sì, sapete quale? Quella che terrorizzava i bambini, ma con uno scopo ben preciso: non farli sporgere oltre i pozzi. Che gli venisse detto,
Molte incursioni saracene della nostra isola sono legate a delle leggende. È il caso de “Sa Nai Ammarmurada” oggi denominata “Sa Perda de S’Aquila, una particolare roccia brulla, liscia e scura, a forma di guisa di nave disalberata che si
A Lotzorai si trovano i ruderi di un vecchio castello, il Castello di medusa, che un tale, prima di partire per la guerra, aveva costruito per la principessa Locana, sua moglie, allo scopo di proteggerla dagli attacchi provenienti dal mare.
Intorno al 1720 a Lanusei, i Frati Francescani fondarono il Convento intitolato a San Daniele. Questo in seguito fu trasformato in carcere giudiziario nel 1870, con i religiosi che si trasferirono a Fonni. Durante i centocinquant’anni dell’uso religioso della struttura,
Pochi sanno che la spiaggia di Museddu deve il proprio nome al pirata saraceno Al Mugahi, noto come Museto, che saccheggiò le coste orientali dell’isola poco dopo l’anno Mille. La leggenda narra che il pirata venne fatto prigioniero in Sardegna
Secondo la leggenda, San Giorgio, vescovo di Suelli e dell’Ogliastra, una volta era diretto a Osini in visita pastorale. Giunto davanti alla monumentale montagna dietro alla quale si trova il paese, capì che questa costituiva un impedimento ad arrivare a
Molte incursioni saracene della nostra isola sono legate a delle leggende. È il caso de “Sa Nai Ammarmurada” oggi denominata “Sa Perda de S’Aquila, una particolare roccia brulla, liscia e scura, a forma di guisa di nave disalberata che si
La millenaria civiltà sarda è ricca di detti, sentenze e proverbi, che in una parola sono chiamati “dicius”. Una memoria storica fatta di modi di dire tramandati da padre in figlio, schegge di una visione del mondo di un popolo
Altra leggenda, sempre raccontata da Agugliastra, narra di un conte perfido e brutto che viveva nel castello di Quirra. Be’, forse, in effetti, la sua natura cattiva era strettamente collegata al suo essere, sì, insomma, veramente orrendo. Ma torniamo a