Lo sapevate? Dove è sepolto il grande Totò?
La tomba si trova nel Cimitero di Santa Maria del Pianto, altrimenti detto cimitero del Pianto, uno dei cimiteri presenti a Napoli, che si trova in via nuova del Campo, nel quartiere Poggioreale. La cappella del Principe della Risata è tra le più visitate ed è consuetudine che le persone lascino messaggi a Totò e anche caramelle e pezzi di torrone.
Lo sapevate? Dove è sepolto il grande Totò?
La tomba si trova nel Cimitero di Santa Maria del Pianto, altrimenti detto cimitero del Pianto, uno dei cimiteri presenti a Napoli, che si trova in via nuova del Campo, nel quartiere Poggioreale.
La tomba da tempo è meta continua di fan, curiosi e persone che anche e soprattutto giovani. Il sepolcro di Totò è uno dei più visitati dagli italiani, che spesso vi si recano per lasciare dolci e biglietti. La memoria di Totò, nonostante sia passato già così tanto tempo dalla sua morte, è ancora ben vivida. E tanti giovani si avvicinano adesso con passione ai suoi film, tanto che l’attore napoletano è ancora oggi il comico italiano più famoso.
Con la sua considerevole attività di attore e umorista, Totò è entrato nella cultura popolare di intere generazioni di italiani. Secondo un sondaggio del 2009, condotto dal giornale online quinews.it con mille intervistati equamente distribuiti per fasce d’età, sesso e collocazione geografica (Nord, Centro, Sud e Isole), Totò è risultato essere il comico italiano più conosciuto ed amato, seguito rispettivamente da Alberto Sordi e Massimo Troisi. I suoi film, visti all’epoca da oltre 270 milioni di spettatori (un primato nella storia del cinema italiano, molti dei quali rimasti attuali per satira e ironia.
Per coloro che volessero visitare la tomba del grande attore, una volta raggiunto il cimitero, è possibile trovare indicazioni su come raggiungere la cappella, che si trova ad un centinaio di metri dall’ingresso principale. Nella cappella riposa anche Liliana Castagnola la donna che si tolse la vita per amore di Totò.
Nell’ingresso della cappella, in una lapide, sono incisi i versi della poesia “A Livella”, composta dal «principe della risata»
L’iniziativa è stata fortemente voluta, e realizzata, dal direttore del cimitero, Domenico Striano, il quale ha, però, agito in forma privata, da cittadino, chiedendo il sostegno dei fan dell’artista.
La cappella è tra le più visitate ed è consuetudine che le persone lascino messaggi a Totò e anche caramelle e pezzi di torrone.
La poesia è una metafora della vita ma soprattutto della morte la quale, come una livella (la bolla usata dai muratori per mettere sullo stesso piano le superfici) non considera le diversità sociali trattando tutti, quando giunge l’ora, allo stesso modo.
Vediamo un po’ di storia su questo cimitero napoletano: nel 1656 lo scoppio di una violenta pestilenza portò nella fase culminante a oltre 1000 decessi al giorno.
Mentre la peste milanese (precedente di qualche anno) fu immortalata in letteratura dalle pagine manzoniane, quella napoletana ebbe una celebrazione pittorica grazie al pennello di Micco Spadaro che tratteggia una drammatica immagine del Lazzaretto al Largo del Mercatello (oggi Piazza Dante).
Per le sepolture si reputò, giustamente, opportuno destinare a tale scopo un’area non prossima al centro abitato già densamente popolato per effetto delle proibizioni spagnole a edificare oltre la cinta muraria.
Nella circostanza fu utilizzata una vasta area in una grotta (antica cava di tufo, numerosissime nella città) del colle di Poggioreale chiamata degli sportiglioni (pipistrelli) che fu letteralmente stipata dei morti di peste e sigillata da un muraglione.
A ricordo, nel 1662 fu consacrata una chiesa a Santa Maria del Pianto, su progetto di Francesco Antonio Picchiatti, Ingegnere Maggiore del Regno.
Solo però dal 1865 si rilevò uno sviluppo intorno alla chiesa di un cimitero arrampicato sulle falde del Monte di Lotrecco (già sede del cimitero delle 366 Fosse), ma molto distante dall’area cimiteriale di Poggioreale e caratterizzato da una strada a tornanti, con scale per un percorso pedonale che la incrociano. Il cimitero era situato lungo la strada nuova del Campo, intendendo con quest’ultimo il Campo di Marte, località originariamente destinata alle esercitazioni delle truppe napoletane, attualmente sede dell’Aeroporto di Capodichino.
Nel 1987 si verificò un cedimento nel piazzale antistante la chiesa di Santa Maria del Pianto. Indagata la causa, si è scoperta un’immensa grotta sottostante corrispondente alla cava dalla quale i greci di Neapolis nel V-IV secolo a.C. estraevano i blocchi di tufo per la costruzione delle mura della loro città. La cava infatti, ostruita in epoca imprecisata da un franamento, presenta lungo le sue pareti già segnate le linee orizzontali corrispondenti all’altezza dei blocchi e, cosa ancor più sorprendente, i caratteristici segni alfabetici graffiti dalle diverse squadre di operai, gli stessi segni che si rinvengono sui blocchi delle mura greche di Napoli (per esempio su quelle di piazza Bellini o di piazza Cavour).
L’estensione del cimitero è di poco superiore ai 28.000 metri quadrati e, nell’aria cimiteriale, trova posto anche l’omonima chiesa.
Nello stesso cimitero di Cimitero di Santa Maria del Pianto sono sepolti anche il tenore Enrico Caruso (1873 – 1921), Enrico De Nicola (1877 – 1959), politico e avvocato italiano, primo presidente della Repubblica Italiana, e l’attore comico e cantante Nino Taranto (1907 – 1986).
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