La storia di S. Maria Incoronata, la chiesa dove è custodita una spina della corona di Cristo

È uno dei simboli architettonici della centralissima via Medina. Col suo sobrio e asciutto stile gotico, si affianca alle numerose altre chiese della strada, ma in posizione defilata. Ha una storia lunghissima e pregevole, ma soprattutto conserva una importante reliquia.
La storia di S. Maria Incoronata, la chiesa dove è custodita una spina della corona di Cristo
È uno dei simboli architettonici della centralissima via Medina. Col suo sobrio e asciutto stile gotico, si affianca alle numerose altre chiese della strada, ma in posizione defilata. Ha una storia lunghissima e pregevole, ma soprattutto conserva una importante reliquia.
Una delle più antiche chiese di Napoli è quella di Santa Maria Incoronata, ubicata in via Medina, nel centro storico di Napoli. La sua nascita risale al 1352 per volere di Giovanna I in occasione della sua incoronazione e di quella del suo secondo marito, Luigi Ludovico di Taranto. Il nome scelto inizialmente per la Chiesa fu Santa Maria Spina Corona, mutato prima in Santa Maria Coronata, poi in Santa Maria Incoronata.
Tale appellativo si lega ad un episodio che ha per protagonisti i nuovi sovrani di Napoli: per conferire un maggior prestigio alla Chiesa, la regina, durante il loro matrimonio, donò una spina della Corona di Cristo, ricevuta dal Re Carlo V di Francia e custodita precedentemente nella Saint-Chappelle di Parigi. Dal 1378, l’edificio religioso fu affidato all’ordine dei Certosini di San Martino e, durante quel periodo, fu utilizzata per le cerimonie e le incoronazioni degli Angioini e degli Aragonesi.
Il suo periodo di gloria durò fino alla fine del XVI secolo, poi la Chiesa fu lasciata in totale abbandono. Nel corso del XVIII secolo fu restaurata in stile barocco e fu costruito alla sommità un edificio di due piani, quindi riaperta al pubblico come luogo di culto. Tra il 1925 e il 1929 l’architetto Gino Chierici fece rimuovere tutte le decorazioni barocche e la struttura riacquistò il suo aspetto originario in stile gotico. Durante i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale, l’edificio posto al di sopra della chiesa fu danneggiato e la sua rimozione definitiva tra il 1959 e 1961, portò alla luce le basi di due campanili. Vennero inoltre rinnovate le decorazioni in marmo poste all’ingresso. I lavori di ristrutturazione e rivalorizzazione non durarono a lungo: il terremoto del 1980 vide la chiusura della Chiesa fino al 1993. Da quel momento furono messi a punto diversi restauri che costrinsero la Chiesa ad alternare periodi di apertura e chiusura. Nel corso dei lavori furono recuperati gli affreschi risalenti al XIV secolo ad opera di Roberto d’Oderisio, presenti oggi nella navata principale della Chiesa.
L’ accesso alla chiesa è consentito attraverso due scale discendenti essendo posta a circa tre metri sotto il livello stradale. Il portale d’ingresso, come già accennato, è in marmo di Carrara e di particolare importanza è il bassorilievo raffigurante due angeli che sorreggono la celebre Corona di Spine. All’interno la chiesa presenta due navate: una centrale e una laterale. La navata centrale si distingue per i dipinti trecenteschi e per la presenza dell’altare maggiore realizzato in marmo policromo e pietre dure, testimonianza del rifacimento barocco del XVIII secolo. Nella navata laterale, posta sul lato sinistro, vi sono diverse lapidi funerarie e affreschi realizzati tra il 1403 e il 1414 da un artista marchigiano, chiamato Maestro delle Storie di San Ladislao, nome che gli è stato attribuito per aver rappresentato scene di vita dell’omonimo Re d’Ungheria, venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica.
(foto wikipedia e tripadvisor).

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