Monumenti napoletani: Cappella Sansevero, scrigno di tesori magnifici

Costruita nel 1590 dalla famiglia Sansevero come cappella privata, nel Settecento fu restaurata in stile Barocco per volere di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero. Conserva tantissimi tesori, tra i quali spiccano il meraviglioso Cristo Velato e le inquietanti Macchine Anatomiche. Andiamo a visitare idealmente questo autentico contenitore di capolavori, uno dei luoghi più visitati di Napoli.
Monumenti napoletani: Cappella Sansevero, scrigno di tesori magnifici.
Costruita nel 1590 dalla famiglia Sansevero come cappella privata, nel Settecento fu restaurata in stile Barocco per volere di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero. Conserva tantissimi tesori, tra i quali spiccano il meraviglioso Cristo Velato e le inquietanti Macchine Anatomiche. Andiamo a visitare idealmente questo autentico contenitore di capolavori, uno dei luoghi più visitati di Napoli.
Come riporta il sito ufficiale del Museo Sansevero la cappella si trova nel cuore del centro antico di Napoli ed è un vero e proprio gioiello del patrimonio artistico internazionale. Creatività barocca e orgoglio dinastico, bellezza e mistero s’intrecciano creando qui un’atmosfera unica, quasi fuori dal tempo.
Tra capolavori come il celebre Cristo velato, la cui immagine ha fatto il giro del mondo per la prodigiosa “tessitura” del velo marmoreo, meraviglie del virtuosismo come il Disinganno ed enigmatiche presenze come le Macchine anatomiche, la Cappella Sansevero rappresenta uno dei più singolari monumenti che l’ingegno umano abbia mai concepito.
Un mausoleo nobiliare, un tempio iniziatico in cui è mirabilmente trasfusa la poliedrica personalità del suo geniale ideatore: Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero.

Le macchine anatomiche.
La cappella, impreziosita con opere d’arte, sculture, tele e affreschi commissionati ai maggiori artisti dell’epoca, fu poi trasformata nel mausoleo della nobile casata. Racchiude statue e monumenti funerari che ornano la cappella: tra questi da citare sicuramente il Cristo Velato, capolavoro di Giuseppe Sanmartino (di cui abbiamo già parlato in un altro articolo), una scultura in marmo del corpo di Cristo morto coperto da un sudario, spaventosamente realistica. Si tratta di uno dei più grandi capolavori della scultura di tutti i tempi.
Non meno sorprendenti sono le Macchine Anatomiche (anche quest’opera è stata già trattata in un altro articolo) custodite nella cripta: due scheletri umani su cui sono stati ricreati il sistema circolatorio e la muscolatura con l’aiuto di cera d’api, seta e filo di ferro, in modo minuzioso.
Entrambe queste opere racchiudono aneddoti e segreti particolari, alcuni dei quali hanno portato a scomodare persino l’esoterismo.
La cappella Sansevero è detta anche chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella e ospita anche altre sculture importanti, quali la Pudicizia di Antonio Corradini e il Disinganno di Francesco Queirolo.
Il luogo fu riorganizzato su una cappella preesistente da Raimondo di Sangro nel Settecento e ben poco rimane della Pietatella del XVII secolo. Il restauro settecentesco mantenne inalterate le dimensioni perimetrali e quattro dei mausolei laterali. Dell’originale cappella seicentesca è rimasta solo la decorazione policroma dell’abside e quattro statue. Il principe Raimondo ingaggiò artisti di fama internazionale quali Giuseppe Sanmartino, Antonio Corradini, Francesco Queirolo e Francesco Celebrano: è in questo periodo che vennero realizzati capolavori come il Cristo velato, il Disinganno e la Pudicizia. Raimondo impiegò buona parte delle sue sostanze, e in più occasioni dovette anche contrarre dei debiti, per portare a compimento la realizzazione della cappella.
Nel tempo ha avuto origine un gran numero di leggende sulla Cappella Sansevero e sul suo ideatore, Raimondo di Sangro: andremo a curiosare in queste leggende in un prossimo articolo.

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