Toponomastica romana. Qual è l’origine ed il significato di Vicolo del Bollo?
Questa piccola strada, come molte altre nei quartieri storici di Roma, racconta tante storie legate al passato della città. Scopriamole insieme.
Toponomastica romana. Qual è l’origine ed il significato di Vicolo del Bollo?
Questa piccola strada, come molte altre nei quartieri storici di Roma, racconta tante storie legate al passato della città. Scopriamole insieme.
Passeggiare in questo vicolo equivale a fare un viaggio nel passato, attraverso i dettagli che ricordano l’importanza storica di questo piccolo ma significativo angolo della città eterna.
Nonostante sia poco conosciuto, Vicolo del Bollo si distingue per la sua atmosfera caratteristica e come diversi indirizzi romani, riprende il nome dalle attività artigiane e dalle Botteghe che un tempo vi erano situate. È una delle traverse di via del Pellegrino, dall’andamento tortuoso e irregolare e deve la sua denominazione all’Ufficio del Bollo, organo nato nel 1608 e trasferito in questa via verso la metà del Settecento. Questo ente era preposto alla garanzia della purezza dei materiali preziosi come oro e argento, utilizzati dagli orefici e impiegati nel commercio. Questo ufficio era sotto la gestione della Zecca ed il bollo rappresentava un sigillo di autenticità, univoco per ogni orefice. Non è un caso infatti che vi fosse lì vicino Via degli Orefici, i quali dovevano portare qui i manufatti creati eseguiti, affinché fossero bollati.
Un bando dell’epoca infatti prescriveva a questi artigiani di lavorare solo oro e argento puro e ai maestri della Zecca di controllare e bollare i lavori.
Nonostante le piccole dimensioni, sono diverse le storie e le leggende legate a questo Vicolo.
Si narra che vi si trovasse, oltre a quella ufficiale, una Zecca clandestina dove venivano prodotti segretamente monete e sigilli papali per riscuotere tributi senza l’approvazione ufficiale. Secondo la leggenda, la Zecca venne scoperta e chiusa definitivamente, ma qualcuno dice che, nelle notti più quiete, si possa ancora sentire il rumore metallico dei vecchi macchinari.
Un’altro racconto narra di una vecchia donna considerata una strega dagli abitanti del Rione, che abitava in quello che poi divenne successivamente l’attuale Vicolo del Bollo. L’anziana era famosa per i suoi rimedi a base di erbe e per i suoi misteriosi rituali, ma le sue pratiche non erano ben viste dalla Chiesa. Si racconta che, durante la peste, la strega avrebbe cercato di curare i malati del quartiere, ma venne accusata di stregoneria e perseguitata. La leggenda dice che, dopo la sua morte, la sua anima non abbia mai lasciato il Vicolo e che il suo spirito potrebbe apparire nelle notti di nebbia.
Oggi la via si trova in una delle zone più ambite di Roma, vicino a siti artistici, storici e archeologici di Piazza Farnese, Piazza Navona, il Pantheon, Piazza di Spagna, Trinità de’ Monti e Piazza Campo de’ Fiori.
Possiamo trovare in prossimità locali esclusivi, hotel e ricercate boutique delle grandi firme e all’inizio della via, un’edicola romana con rappresentata la Madonna e San Filippo Neri risalente al Settecento.
Foto: Rita Chessa
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