La storia del primo orologio pubblico di Roma
L’orologio che oggi spicca su Palazzo Senatorio è il più antico di Roma ma la sua posizione originaria era un’altra. Il primo orologio pubblico di Roma venne infatti installato nel 1412 e trasferito duecento anni più tardi sulla Torre Campanara.
.La storia del primo orologio pubblico di Roma
L’orologio che oggi spicca su Palazzo Senatorio è il più antico di Roma ma la sua posizione originaria era un’altra. Il primo orologio pubblico di Roma venne infatti installato nel 1412 e trasferito duecento anni più tardi sulla Torre Campanara.
Quella tra Roma e il tempo sembra essere una lunga storia d’amore e la passione della capitale per gli orologi ha radici profonde. Ce ne sono circa settanta riconosciuti come storici e sono sparsi per la città, nascosti nei vicoli o ben visibili sulle facciate dei palazzi. Tra i più celebri c’è quello ad acqua del Pincio, tanto affasciante quanto delicato a detta dei manutentori, o anche l’orologio notturno, collocato in Campidoglio nell’anticamera del primo cittadino di Roma, una delle testimonianze dell’alto livello qualitativo raggiunto dalla Roma barocca. Tra gli orologi monumentali spiccano poi quello di Piazza Colonna e Piazza del Popolo ma tra tutti questi cronometri quello di Palazzo Senatorio vanta la storia più lunga. Oggi è esposto sulla Torre Campanaria del palazzo ma la sua prima dimora è stata un’altra.
Il primo orologio pubblico fu collocato nel 1412 sulla facciata della chiesa di S. Maria in Aracoeli, chiesa famosa per aver ospitato nel ‘400 le pene capitali degli ecclesiastici, e li rimase fino al 1728 quando dalla sinistra fu portato al centro della facciata. “L’orologio del popolo” scandiva la vita quotidiani dei romani e presentava un quadrante all’italiana, ossia suddiviso in sei ore, e le lancette dovevano percorrerlo quattro volte per arrivare alle 24:00
Nel 1806 l’orologio fu trasferito sulla Torre Campanara di Palazzo Senatorio, in quella occasione fu costruito un nuovo meccanismo per la scansione oraria realizzato dall’orologiaio romano Raffaele Fiorelli, e al centro della facciata di S. Maria in Aracoeli non rimase altro che un grosso buco ancora oggi visibile. Nel 1847 il quadrante dell’orologio venne ulteriormente modificato e portato al più moderno “quadrante francese”, il sistema odierno che comprende le 12 ore.
Oltre al fascino c’è da dire che gli orologi storici di Roma hanno bisogno di continua assistenza. I custodi del tempo della capitale sono Simone Liberati e Stefano Ceccarelli due orologiai che si occupano della manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i cronometri della capitale. Oltre ai pezzi di ricambio, che producono loro in laboratorio considerata l’età degli orologi, si dedicano anche agli ingranaggi che vanno spesso oliati, la lubrificazione è infatti essenziale per la precisone oraria, alla pulizia e alla registrazione che cambia a seconda dell’alternarsi delle stagioni e delle variazioni termiche.
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