La calvizie del Petrarca fu colpa di Roma?
Arrivavano dal fiume Liri vestiti come pecorai, capaci di suonare il piffero o il flauto. Una tradizione antica nel giorno di S. Caterina che sopravvive ancora.
Il grande scrittore, poeta, filosofo e filologo italiano Francesco Petrarca, vissuto tra il 1304 ed il 1374, soffrì di alopecia. Questo fu motivo di profondo disagio per l’autore dell’opera Il “Canzoniere” considerato un modello di eccellenza stilistica da Pietro Bembo, precursore dell’umanesimo e uno dei punti di riferimento più importanti della letteratura italiana. In questo articolo racconteremo un aneddoto poco conosciuto del letterato, alle prese con l’umana angoscia di non piacere per il suo aspetto fisico.
Dopo la laurea poetica che ottenne a Roma nel 1341, iniziò a perdere i capelli e a tal proposito leggiamo in un testo di Costantino Maes, “Curiosità romane” del 1885, che “Roma fu causa della calvìzie del Petrarca”. Secondo Maes, Petrarca nelle sue “Lettere latine” racconta che la Laurea Capitolina fu causa di profonde invidie e che nel giorno della sua incoronazione gli fu gettato sul capo del sublimato, una sostanza tossica, per cui poi restò calvo. Era usanza infatti cospargere la testa di chi veniva onorato, di profumi e balsami.
Secondo Maes “potè tuttavia consolarsi di questa disgrazia, nascondendo, come Giulio Cesare, sotto l’ombra del beato alloro Io sfregio della perduta chioma; il Dolce anche nella sua Vita dice, che una vecchia gli versò sul capo un cantaro di orina mordace”. La leggenda della corona d’alloro, è riportata anche da Paolo Rigo, autore di “Petrarca ed il corpo”. Il tema della calvizie del Petrarca, al quale il poeta si riferisce più volte nella sua opera, fu trattato anche da Lorenzo Sacchini che scrisse su Luigi Luisini e la sua “Petrarca con problemi di alopecia. L’esegesi medico-filosofica” del 1526. In questo testo leggiamo che “la lettura del sonetto petrarchesco ‘Il mal mi preme, et mi spaventa il peggio’ del medico e letterato udinese Luigi Luisini è costruita parodisticamente in contrapposizione con le interpretazioni degli altri commentatori quattro-cinquecenteschi.
Luisini intende provare che Petrarca in RVF no. 244 del ‘Il Canzoniere’ si lamenti in realtà della perdita dei capelli, causata dal vizio degli humori’. L’insorgere dell’alopecia è interpretato come la manifestazione a livello corporale dello squilibrio umorale dovuto alla passione amorosa di Petrarca. Per dimostrare la sua tesi, Luisini ricorre puntualmente ai trattati di Galeno e, in secondo luogo, agli scritti di Aristotele e di altre autorità scientifiche, manifestando una profonda conoscenza dei loro testi filosofici e medici”.
È interessante notare che il Petrarca attribuisce a cause esterne (Roma e l’invidia dei romani) la causa della sua alopecia, mentre Luisini è di tutt’altro avviso, indicandola come conseguenza della smodata attrazione per il genere femminile. La “laurea” si configura in tal senso come croce e delizia per il poeta, in un gioco di parole ed intreccio di significati, già conosciuto come “senhal” (segnale) per la sua amata Laura.
Notiamo infatti una certa attenzione nel suo sottolineare e soffermarsi insistente sulla bellezza dei capelli dell’amata nel sonetto numero XC (90) del Canzoniere:“Erano i capei d’oro a l’aura sparsi che ’n mille dolci nodi gli avolgea”. Al di là dell’aneddoto, Roma fu profondamente amata dal Petrarca, da lui visitata più volte, descritta con magnificenza nei suoi scritti che elogiavano la città simbolo di civiltà e valore. Inoltre, la sua cerimonia di laurea al Campidoglio fu molto pomposa, solenne e partecipata: l’urbs aeterna incoronò il suo genio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA