Detti e modi di dire: “Ammazza che Giannetta”. Ma perché si dice così?
Ammazza che Giannetta a Roma si riferisce ad un vento freddo e fastidioso, ma da dove arriva questo modo di dire?
Detti e modi di dire: “Ammazza che Giannetta”. Ma perché si dice così?
Ammazza che Giannetta a Roma si riferisce ad un vento freddo e fastidioso, ma da dove arriva questo modo di dire?
I romani hanno saputo riportare la loro contagiosa simpatia anche nel loro dialetto, non a caso il “Romanesco” (come è conosciuto fuori dalle mura della capitale) è una delle lingue regionali più apprezzate e imitate in Italia. Merito sicuramente dei più iconici artisti nati alla luce del Colosseo, Alberto Sordi e Gigi Proietti su tutti, ma anche di figure più recenti come Marco Giallini, Valerio Mastrandrea e Zerocalcare che hanno contribuiti ad alimentare la tradizione del dialetto romano anche tra i più giovani. Nei bar e nelle strade romane è facile imbattersi in detti e modi di dire più o meno curiosi, e tutti hanno una loro logica spiegazione che molto spesso arriva da un passato più o meno recente.
Alcune caratteristiche espressioni sono legate anche a nomi propri di persona, tra i più gettonati ci sono sicuramente Maria che a Roma risulta sempre di difficile ricerca (È come cercà Maria pe’ Roma), Pippo che spesso e volentieri vede citatati i suoi cari defunti (Mortac** de Pippo) e Peppe che sicuramente non era un mago dell’organizzazione e dell’orientamento (stamo a fa er giro de Peppe). Tra questi spunta anche una certa Gianna, che a Roma viene accostata al meteo, e compare nell’espressione “Ammazza che Giannetta” utilizzata per descrivere un vento particolarmente freddo e fastidioso. Ma da dove arriva questo modo di dire?
Ci sono diverse spiegazioni legate a questo detto, alcune più curiose e folkloristiche e altre invece più logiche e razionali. Quelle più ironiche e che vogliono Gianna come protagonista sono associate ad una signora di mezza età che era solita tenere le finestre di casa sempre aperte per porre rimedio alle caldane. La sua abitazione era quindi inevitabilmente esposta sempre alla corrente e proprio da questa abitudine della donna deriverebbe la Giannetta. Un’altra tradizione popolare racconta invece di una signora di Trastevere che amava comperare il pane appena sfornato e nel tentativo di riportarlo a casa ancora caldo aveva l’abitudine di correre per le vie del quartiere. Pare che la corsa della donna fosse cosi veloce da generare un vento al suo passaggio.
Secondo una ricostruzione linguistica pare invece che la Giannetta debba il suo nome ad un’arma. La cavalleria leggera andalusa era dotata di una lancia corta e leggera chiamata “Gineta” che nel seicento divenne un frustino di canna in mano agli ufficiali. Ecco, Il suono con cui il frustino divideva l’aria quando veniva agitato rimandava direttamente al fischio del vento freddo d’inverno, da qui l’adattamento italiano-romano Giannetta.
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