Perché si dice “saltimbocca alla romana”? Storia e ricetta di un secondo saporitissimo
Il nome del secondo piatto di carne è un riferimento dovuto alla sua gustosità, che per quanto buono “salta in bocca” ed all’estero è molto noto per essere un tipico piatto italiano che ha avuto una capillare diffusione internazionale.
Perché si dice “saltimbocca alla romana”? Storia e ricetta di un secondo saporitissimo.
La cucina è spesso frutto di commistioni nate dall’incontro con le usanze culinarie di altre città ed il piatto “saltimbocca alla romana” ne è un esempio, in quanto, a dispetto del nome è quasi certo che la derivazione originaria sia dovuta alla città di Brescia. Diciamo quasi perché secondo il sito dell’Aia, Pellegrino Artusi, scrittore, gastronomo e critico letterario italiano li mangiò, recensendoli, già nell’Ottocento in una trattoria romana e quindi la diatriba rimane tutt’ora ancora aperta.
Il nome del secondo piatto di carne è un riferimento dovuto alla sua gustosità, che per quanto buono “salta in bocca” ed all’estero è molto noto per essere un tipico piatto italiano che ha avuto una capillare diffusione internazionale.
Si tratta fondamentalmente di fettine di vitello infilzate con uno stuzzicadenti unite alle foglie di salvia ed al prosciutto crudo, cotte in padella con olio extravergine di oliva e burro e condite con vino, sale e pepe.
Ogni regione ha personalizzato poi la ricetta come l’aggiunta di farine ed impanature, alcuni chef hanno sostituito gli ingredienti ed aggiunti altri (c’è chi invece di utilizzare il prosciutto l’ha addirittura sostituito con speck e salame).
Si sposa tendenzialmente bene con i vini rossi e si consiglia di utilizzare fettine di carne piuttosto sottili, possibilmente di vitella da latte e di sistemarle nel tegame in uno strato unico.
Per renderle ancora più piatte, consigliato è l’uso del batticarne sulla carne di vitello. C’è chi sceglie di fissare la foglia di salvia e il prosciutto a mo’ di spillo, altri arrotolano il tutto come un involtino. Le fettine devono essere di ridotte dimensioni, proprio per dare l’impressione di poter essere divorate con “un sol boccone”.
Essendo composti da due parti, si sistemano sul burro per farli rosolare appena quest’ultimo inizia a soffriggere a fiamma viva e si consiglia di cuocere molto bene la parte priva di prosciutto ed evitare tempi protratti per l’altra, in modo da evitare che il prosciutto diventi secco e croccante.
Il tempo per la preparazione e la cottura è molto veloce, in tutto sono sufficienti circa dieci minuti e sono un ottimo piatto per fare una bella figura se si ha poco tempo a disposizione.
Si accompagnano con ogni genere di contorno, ma generalmente si servono con le verdure, meglio ancora se ripassate in padella. Ottimo anche con purè di patate, broccoli ripassati e piselli.
Per i vini c’è chi preferisce i bianchi e chi i rossi, la scelta unanime è su una tipologia secca.
Buon Appetito!
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