Lo sapevate? Perché i romani odiano i milanesi?

Di luoghi comuni e pensieri generalisti è pieno il mondo. Oggi ci occupiamo di alcuni ragionamenti, un po’ antipatici, che i romani fanno nei confronti dei milanesi. E voi, cosa ne pensate?

Beh, non tutti i romani odiano tutti i milanesi, ovvio. Stiamo pur sempre facendo un articolo umoristico, cioè un testo dove facciamo riferimento a milioni di persone. Bisogna ammettere che non stiamo facendo riferimento a tutti quanti, più che altro raccogliamo un pensiero comune e cerchiamo di associarlo a dei criteri razionali e delle motivazioni più profonde.

Il rapporto ostile di Roma nei confronti di Milano è uno dei tanti luoghi comuni che si sentono in giro, passeggiando fra le due più grandi e importanti città d’Italia. Certo è, che in questo clima di disappunto e ostilità, la rivalità fra Roma e Milano è più forte che mai. Analizziamola meglio!

Da sempre la rivalità fra le città ha dei grandi fondamenti storici, sociali, culturali, talvolta calcistici. Quella fra Milano e Roma è una rivalità con dei risvolti soprattutto sociali e storici, un po’ perché sono le due città più importanti e frequentate d’Italia, un po’ perché ancora si contendono tanti primati. Se Roma batte Milano per turismo, fascino e romanticismo, Milano guadagna vantaggio nel mondo del business, del design e della multiculturalità.

Ma allora perché Roma, portavoce in Italia di tutti quei valori legati alla bellezza del territorio ha così tanta reticenza nei confronti di Milano, che attrae invece pochi turisti? Dopotutto anche Milano non si può certo dire che sia una città dove mancano le criticità e i disappunti fra i cittadini. Beh, in primo luogo c’è una ragione che nasce dalle tante problematiche di Roma.

Milano è ricca, piena di vita, spigliata e adatta a tutti. Il detto “se non lo trovi a Milano, vuol dire che non esiste”, esprime bene il fatto che in questa città è possibile trovare un po’ di tutto, dai vestiti alla cucina, dall’arredo alle sagre, dagli eventi ai locali più disparati. E quindi i romani, quando pensano a Roma, si sentono un po’ in difetto. Difetto perché Roma è nettamente più famosa, più romantica, più ricercata dai turisti di tutto il mondo. Frotte e schiere di turisti imperversano nella città eterna anno dopo anno, chi per motivi religiosi, chi culturali. È un dato di fatto: Roma è meravigliosa…ma ricca di problemi. Dalle strade alle Istituzioni, dal traffico ai servizi che non funzionano. È la città della bellezza e dei disservizi. E questo i romani lo sanno, lo capiscono e a malincuore, devono scenderci a patti.

Il secondo motivo è puramente ideologico, sociale e forse dettato da un po’ di pregiudizi. Perché gli ignoranti e i malpensanti sono ovunque nel mondo. Molti romani sono convinti che il popolo di Milano sia parecchio freddo, frettoloso e non accogliente. Nel complesso, tanti romani si immaginano i milanesi come dei robot improntati a lavorare e fatturare, senza mai riposarsi. Inoltre, in tanti pensano che i milanesi siano anche un bel po’ snob e con la puzza sotto al naso. Noi personalmente non odiamo nessuno, tantomeno un intero popolo, ma è doveroso stare a sentire tutte le campane.

Insomma, ci sono romani che odiano i milanesi e milanesi che non sopportano i romani. Sono le regole del gioco, non sempre si può piacere a tutti e spesso le proprie idee superano la ragione. Che possiamo farci, siamo umani e alle volte mandiamo avanti pregiudizi prima del buon senso. E voi cosa ne pensate?

Lo sapevate? in Brasile c’è una replica della Fontana di Trevi.

In Brasile è stata inaugurata una replica della Fontana di Trevi. L’opera è costata poco meno di 300mila euro e vuole omaggiare i tanti migranti italiani arrivati in terra latina.

In Totòtruffa 62, film del 1961 di Camillo Mastrocinque, il mitico Totò vendeva la Fontana di Trevi all’ imprenditore italo-americano Decio Cavallo. Il poveretto fu vittima di quella che è considerata la più clamorosa truffa della storia del cinema italiano. Totò, grazie anche all’aiuto di Nino Taranto (il ragionier Gerolamo Scamorza nel film), fingendosi il proprietario della celebre fontana romana aveva convinto lo sprovveduto americano a comprare l’opera idraulica di Nicola Salvi, un bel “bisiniss” secondo Decio Cavallo. Questa vicenda deve aver ispirato qualcuno oltreoceano dato che alla fine la Fontana di Trevi è davvero arrivata in America, già perché in Brasile è stata presentata una replica piuttosto fedele del capolavoro voluto da Papa Clemente XII.

È stata inaugurata a maggio a Serra Negra, una cittadina distante circa 150 chilometri da San Paolo, e i turisti fanno già la fila per gettare le monetine nel “tarocco” di Trevi. Il taglio dei nastri è stato fatto in grande stile con tanto di cerimonie e fuochi d’artificio e a detta degli ideatori è un modo per celebrare il popolo italiano: “è stata creata per rendere omaggio ai migranti italiani e rilanciare il turismo”. La replica latina è alta 11 metri, meno della metà dell’originale considerati i 26 metri di Trevi, ma la vasca ricorda più che dignitosamente quella di Roma. Lo specchio d’acqua ha una larghezza di 20,7 metri ed è alimentato da nove getti di acqua termale, inoltre è dotato di 40 proiettori di luce subacquea utili a simulare l’effetto notturno della Trevi tricolore. Veniamo alle note dolenti, le statue sono state realizzate con stampe di silicone e gesso, rivestite poi con una fibra di vetro, e si allontanano parecchio dalla resa estetica romana. Certo è che era da considerarsi impossibile riprodurre la meraviglia di Trevi ma probabilmente si poteva fare qualcosa in più visto il peso artistico della citazione.

L’opinione pubblica si è divisa intorno al tema e sul web i più patriottici hanno gridato allo scandalo. Altri invece hanno severamente bacchettato i brasiliani accusandoli di plagio, ma il fatto non sussiste signori della giuria. Il comune di Roma era a conoscenza del progetto e lo ha anche autorizzato, atteggiamento che riconosce le nobili intenzioni di Serra Negra. La fontana è costata alla cittadina 1,6 milioni di Reales (poco meno di 300mila euro) e sembra essere già riuscita nel suo scopo. È nata oltre che come un omaggio anche per rilanciare il turismo locale, e se la Fontana di Trevi riesce a generare del bene anche fuori dall’Italia chi siamo noi per impedirlo?