I paradisi terrestri a portata di sguardo con Glentor: tutti a bordo, direzione meraviglia

Immaginate di poter raggiungere alcune tra le cale più belle del mondo, tra archi di pietra, acqua cristallina e ciottoli modellati dal mare. E immaginate di farlo a bordo della barca Glentor, completamente rinnovata, tra aria di casa, aneddoti e un menù da sogno... un tuffo nel blu dipinto di blu, no?
La costa orientale dell’Isola è conosciuta da tutti per essere un autentico paradiso terrestre, uno scrigno di meraviglia che nasconde una perla dopo l’altra. Sì, perché nelle decine di chilometri di natura incontaminata si trovano alcuni tra i posti più ambiti, fotografati e amati dell’intero Mondo. Spiagge dalla sabbia finissima o costellate da ciottoli rosa modellati dal mare, un’acqua turchese che sarebbe capace di rapire il cuore persino dei più cinici, archi di pietra adagiati sul blu dipinto di blu, falesie che solcano il cielo d l’acqua contemporaneamente… what else?
Ecco, quest’anno per le nostre vacanze abbiamo scelto Glentor, proprio come l’anno scorso. Ci sono state annunciate delle sorprese, non vediamo l’ora di scoprirle.
Si salpa alle 8 e mezza dal porto di Arbatax e subito, appena entrati, ci lasciamo avvolgere dalla sensazione di casa, di famiglia, che avevamo provato l’anno precedente: Glentor è a conduzione familiare e l’obiettivo è far sentire le persone a proprio agio, tra un aneddoto e l’altro. Ci guardiamo attorno: saremo un centinaio. Non c’è caos, sorridiamo: il comandante ci spiegò l’estate scorsa che Glentor può contenere fino a 150 persone, ma che per preservare il relax e la comodità di quelli che vengono considerati ospiti non si portano a bordo più di cento persone.
Scambiamo qualche chiacchiera con il comandante Silverio e sua moglie Antonella, che ricordiamo come la regina del pranzo, e ci sediamo. Il vento ci scompiglia i capelli e scopriamo subito la prima, grande novità della stagione 2024: i motori sono nuovi, più silenziosi e prestanti.
Mentre passiamo di fronte all’Isolotto d’Ogliastra, troviamo la pace interiore: il granito rosa e il porfido rosso di questo monumento naturale ogliastrino ci lascia sempre senza fiato. Poi, vediamo Pedra Longa – con la sua guglia da mozzare il fiato –, la spiaggia di Forrola, Porto Pedrosu e Porto Cuau. A Goloritzé c’è la classica fermata per una foto e sentiamo un brivido: selvaggia, vergine, di una bellezza folgorante e impetuosa, Cala Goloritzé è un gioiello indomabile.
Ripartiamo e ci godiamo ogni secondo del viaggio. È tutto nelle nostre menti e nella galleria del nostro smartphone.
Cala Mariolu ci aspetta, qui faremo una sosta e potremo finalmente tuffarci nel blu dipinto di blu. Ed è magico, sempre nuovo e sempre bellissimo: non ci si può non innamorare ogni volta di questa cala che è stata eletta la più bella d’Europa. I sassolini bianchi e rosa, le scogliere che la circondano, l’acqua trasparente dove nuotano placidi i pesciolini… tutto sembra una fiaba.
La sosta è lunga ma immaginiamo il perché: i motori, più prestanti, riescono a permettere fermate più lunghe senza posticipare l’orario di rientro. Appena risaliamo a bordo, sappiamo già che Antonella ci stupirà con le sue doti di cuoca: quest’anno il menù è cambiato e non vediamo l’ora di scoprire quante prelibatezze ci saranno.
Entrati nella sala ristorante, rimaniamo senza parole: la sala è diventata bianca con qualche rifinitura in legno, le panchine e i tavoli sono stati rinnovati. Nel complesso, tutto è elegante e raffinato con un’aria di mare che impreziosisce il tutto.
Rimaniamo colpiti da “sa coccoi prena”, fatta con l’impasto del culurgiones ma chiusa quasi a uovo, e dalle frittelle di zucchine e cipolle, saporite e fragranti, ma c’è un Re in questo pranzo: il piatto ai malloreddus con sugo di pesce è fantastico, ci lascia senza fiato. Antonella ci spiega che è tutto fatto con il pescato del giorno, quindi la freschezza è assicurata. Oggi ci sono calamaretti, polpi e gamberi. Tutta la sala esulta e anche quest’anno chiede il bis, noi siamo tra questi.
Certo che continuare a viaggiare nelle meraviglie della costa con in bocca questo sapore strabiliante rende l’esperienza ancor più indimenticabile.
Si riparte, direzione Cala Luna: in questa mezzaluna di sabbia finissima, ci tuffiamo, ammiriamo le falesie circostanti e poi, per proteggerci dal caldo, andiamo in una delle grotte, dove ci sediamo e chiacchieriamo un pochino. Ultima tappa? Cala Sisine. Ci abbandoniamo all’acqua, maestra sempre dolce e comprensiva, senza pensare che è lo step finale. Siamo stanchi ma di quella stanchezza che è capace di rinverdire lo spirito. Ah, la nostra galleria ha delle foto bellissime che guarderemo in inverno per farci coraggio, in vista della prossima estate perché sì, certo, lo rifaremo.
Quando saliamo a bordo, con un aperitivo di buon rientro, ripercorriamo questa giornata magica con la mente e alle 17 e 30 scendiamo dalla Glentor, magia dell’estate.

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