Lo sapevate? Nel centro di Napoli c’è una grande vigna che produce un ottimo vino
Non tutti sanno che a Napoli, a due passi dal centro, si trova una grande vigna panoramica a terrazze, affacciata sul golfo. Un paesaggio rurale surreale, lontano da caos e dal rumore del traffico. Uno straordinario esempio di agricoltura urbana arrivato miracolosamente fino ai nostri giorni, dopo essere scampata alla speculazione edilizia del secondo dopoguerra. La vigna è dal 2010 un monumento nazionale. Scopriamo insieme questo luogo così particolare.
Lo sapevate? Nel centro di Napoli c’è una grande vigna che produce un ottimo vino.
Non tutti sanno che a Napoli, a due passi dal centro, si trova una grande vigna panoramica a terrazze, affacciata sul golfo. Un paesaggio rurale surreale, lontano da caos e dal rumore del traffico. Uno straordinario esempio di agricoltura urbana arrivato miracolosamente fino ai nostri giorni, dopo essere scampata alla speculazione edilizia del secondo dopoguerra. La vigna è dal 2010 un monumento nazionale. Scopriamo insieme questo luogo così particolare.
Si tratta della Vigna di San Martino: esiste da secoli, grandiosa e monumentale, a picco, sopra il centro di Napoli con i suoi oltre 7 ettari di terrazzamenti sostenuti da possenti muraglie di tufo. L’ingresso è nascosto tra i palazzi del Corso Vittorio Emanuele e per arrivarci è necessario inerpicarsi sulla collina del Vomero, lungo gli antichi sentieri dei monaci certosini.
L’antico podere è un vero e proprio territorio agricolo urbano composto di sentieri e piccoli edifici costruiti dai monaci nel corso dei secoli, con una vista fantastica sul mare e sul Vesuvio. Sette ettari di coltivazioni a vite, agrumi ed altre specie da frutto dominati dal sovrastante museo di San Martino e dalla cinquecentesca fortezza Castel Sant’Elmo.
Presente da circa sei secoli, la vigna è situata a ridosso della “Passeggiata dei monaci” e si estende per sette ettari e mezzo tra il corso Vittorio Emanuele e i giardini della Certosa di San Martino. Vincolata come “Bene di interesse paesaggistico” nel 1967, fu acquistata circa venti anni dopo da privati ed è gestita da un’associazione impegnata nella diffusione dell’educazione ecologica. Vi si coltiva la vite per la produzione di vino Aglianico e Falanghina per un totale di circa 4.000 litri annui.
La vigna è dominata dalla Certosa di San Martino, di cui faceva parte fin dalla fondazione della struttura nei primi decenni del Trecento (per poi essere divisa ai primi dell’Ottocento). Furono proprio i monaci a costruire il grandioso sistema di terrazzamenti, opere di sostegno, sistemazioni idrauliche e percorsi.
La vigna nel 1988 è stata acquistata da Giuseppe Morra, gallerista e imprenditore, appassionato d’arte e di poesia, coadiuvato nel suo lavoro dall’Associazione Piedi per la Terra. Ora questo spazio è una vera e propria oasi agricola, con vigneti, uliveti, agrumeti, orti, piante, fiori ed erbe spontanee: nel 2010 ha ottenuto il vincolo monumentale.
Alla Vigna di San Martino si accede dal numero 340 del corso Vittorio Emanuele.
La Vigna e il vicino orto producono vino Dop e olio, inoltre ospita un centro di educazione ecologica aperto alla partecipazione dei cittadini, soprattutto i più giovani, come laboratorio di agricoltura biologica e di contatto con la natura in città.
L’antica Vigna San Martino, verde collina nel cuore della città ai piedi della maestosa Certosa trecentesca, nel 2010 è diventata Monumento Nazionale.
Lo ha stabilito il decreto n. 851 del Ministero per i Beni Culturali, emesso su proposta della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici di Napoli e provincia. Un territorio agricolo urbano (7 ettari) viene dichiarato “Bene di interesse storico artistico” ed entra a far parte del patrimonio culturale italiano come una statua, un castello, una reggia.
Esemplare ed eccezionale è il fatto che il decreto non sia stato imposto per tutelare un bene in pericolo come solitamente accade con conseguenti proteste e ricorsi legali, ma sia stato chiesto dal proprietario.
L’antica Vigna dei Monaci di San Martino appare in tutte le immagini di Napoli da almeno sei secoli, grandioso frammento di verde miracolosamente sopravvissuto al saccheggio edilizio, visibile da qualunque parte si guardi la città, dominato dall’edificio monastico del quale era dipendenza, e dalla cinquecentesca fortezza Castel Sant’Elmo, entrambi Musei famosi nel mondo. La Vigna era stata vincolata soltanto come “Bene di interesse paesaggistico” nel 1967, quando rischiò di essere lottizzata ed edificata, come purtroppo consentiva il Piano Regolatore del 1939.
Giuseppe Morra la acquistò nel 1988; la ripulitura dalla coltre di vegetazione selvatica ha rivelato sentieri, terrazzamenti, piccoli edifici agricoli, costruiti dai monaci nel corso di sei secoli. Oggi si può percorrere l’intera zona usando la mappa disegnata nel 1775 dal Duca di Noja. Nel 1999 Giuseppe Morra, insieme all’Associazione Amici della Vigna San Martino nata con fini di tutela e valorizzazione, chiese alla Soprintendenza il più severo e definitivo vincolo.
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