Nuove sorprendenti scoperte a Stabiae: il sito archeologico torna a emozionare il mondo
Hanno ritrovato la luce affreschi, colonne e capitelli. Tutto di eleganza raffinata, come si conviene a quella che era una delle ville più lussuose dell’area. Distrutta dall’eruzione del 79 d.C. insieme a Pompei ed Ercolano, nuovi incredibili particolari emergono grazie agli ultimi scavi.
Nuovi sorprendenti tesori guadagnano la luce e emozionano il mondo intero a “Stabiae”, nome latino della cittadina di Castellammare di Stabia, grazie alle recentissime campagne di scavo dirette dalla professoressa Maria Luisa Catoni, dal professor Carlo Rescigno e dal direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. La cittadina era una rinomata località di villeggiatura dell’élite dell’Antica Roma nel I secolo d.C. vicinissima a Pompei, con la quale purtroppo condivise il tragico destino, venendo distrutta durante la catastrofica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. A essere interessata dagli scavi è Villa San Marco, prestigioso sito archeologico da cui oggi emergono nuovi reperti: raffinati affreschi, colonne e capitelli finemente scolpiti. Villa San Marco è un grande complesso, esteso per più di 11 mila metri quadri nel cuore del vecchio centro urbano. Negli ultimi anni, la Villa è stata interessata da diverse campagne di scavo volte ad indagare fasi edilizie precedenti del complesso e a comprendere l’estensione dell’intera struttura.
La più recente, avviata a marzo 2023 e tuttora in corso, sta mettendo in luce nuovi reperti, mostrando al mondo la ricchezza e il lusso di questa antica dimora sul mare. È già emersa la parte terminale del portico superiore, con pitture ancora in situ e ampi stralci di sezioni crollate dalle pareti o dal soffitto. Si tratta di parti preziose che contribuiscono ad indagare nel dettaglio e ad acquisire nuovi elementi circa le dinamiche della distruzione del complesso.
La Villa San Marco, scavata nella prima epoca borbonica, fu poi ricoperta e nuovamente scavata e restaurata da Libero D’Orsi negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Inoltre, la dimora è stata nuovamente restaurata a seguito dei danni subiti dal terremoto del 1980. Il complesso si articola in un quartiere con doppio atrio e impianto termale, un giardino colonnato inferiore con una grande piscina coronata a est e a ovest da raffinati ambienti di soggiorno e rappresentanza.
La struttura si conclude con un portico superiore monumentale a tre bracci aperto verso il mare. Di quest’ultimo era noto l’avvio, e solo in anni recenti ne è stata individuata la fine, a circa cento metri di distanza dall’angolo oggi conservato. Una ampia parte di tale articolazione è quindi ancora da portare alla luce. La struttura emerge dai lapilli nel suo assetto originario con la ricca decorazione pittorica in IV stile alle pareti e molto ben conservata e con il monumentale soffitto figurato in crollo sull’alto strato di lapillo grigio e le architetture poderose concluse con una fuga di colonne tortili.
Seguendo il racconto che ci forniscono le stratigrafie di lapilli e di crolli e dalla sequenza dei flussi piroclastici che hanno invaso atri, giardini e sommerso i tetti provocandone in tempi diversi i crolli, è inoltre possibile ricostruire le ultime ore di vita della villa: a conclusione della pioggia dei lapilli, o quando questa sembrò indebolirsi, un gruppo di abitanti, per ragioni a noi ancora sconosciute, tornò sul luogo o emerse da nascondigli di fortuna, ma fu sorpreso dall’ultimo parossismo eruttivo. Correnti piroclastiche, venti densi e caldi, generati dal crollo al suolo della colonna eruttiva, sommersero tutto decretando la fine dell’insediamento e lasciando sopravvivere solo alcune parti di quella che fu la lussuosa villa di San Marco. Le pitture della Villa riproducono tappeti, candelabri e scene fantastiche, finte architetture con profondi scorci prospettici spesso realizzate in diversi toni di azzurro.
Le pareti sono popolate da figure sedute sulle architetture, attori o figure mitiche, o disposte a riempire il centro dei tappeti, spesso in volo. Nelle finte architetture troviamo statue dorate, quadretti con rappresentazioni di genere, nature morte, paesaggi marini e architettonici. Villa San Marco è una delle aree archeologiche più stupefacenti dell’intera regione, immersa inoltre in un paesaggio naturalistico tra i più belli.
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