Le spiagge più belle di Napoli. La Gaiola, un luogo dalla storia misteriosa
Un articolo a più puntate; partiamo con la Gaiola, un mare che nasconde storie e misteri.
Posillipo, la zona più bella di Napoli, la Gaiola, la sua spiaggia più famosa. Il Parco Sommerso della Gaiola è una riserva marina protetta che comprende, oltre che una grande scogliera, due isolotti collegati tra loro da un piccolo ponte artificiale. Un’area importante dal punto di vista biologico e paesaggistico; tra le sue acque cristalline vive una fauna e una flora marine protette.
È, infatti, un’area in cui è interdetta sia la pesca sia la navigazione a motore. La balneazione è permessa solo in una zona circoscritta e per un numero limitato di persone.
La Gaiola, il cui nome dal latino cavea significa “piccola grotta”, vede ergersi sulle sue sponde una meravigliosa villa che porta con sé una storia sommersa. Alle sue origini l’isolotto era noto come Euplea, che significa protettrice della navigazione e sicuro rifugio e per questo vi fu eretto un piccolo tempio. Sulla villa e su tutto l’isolotto grava però una terribile maledizione, la sfortuna la perseguita e macchia le sue coste con racconti sinistri e morti misteriose. Proprio per questo motivo la villa è disabitata da più di quarant’anni.
Andiamo alle origini della maledizione: alla fine del I secolo a.C. ai tempi dei romani, sull’isolotto della Gaiola visse un uomo, un liberto di nome Publio Vedio Pollione, il quale vi costruì una villa. Di questo uomo si sa ben poco; si sa delle le inimicizie dei suoi contemporanei e del modo terribile che aveva di punire gli schiavi, anche per colpe di poco conto: pare che li facesse gettare, vivi, in pasto alle murene, ma questa è un’altra storia. La leggenda vuole che nelle vicinanze della villa di Pollione, sorgesse la scuola di magia di Virgilio, dove, secondo racconti medioevali, questi insegnava ai suoi allievi l’arte della magia, della creazione di pozioni e dell’alchimia. L’edificio è stato ben visibile, sebbene semisommerso, fino al XIX secolo.
Stando a quanto riportano le storie tramandate, la Gaiola si ritrovò sotto l’effetto di una terribile maledizione proprio per colpa di uno degli allievi del famoso poeta, la maledizione avrebbe poi portato sfortuna e in alcuni casi morte a tutti gli abitanti dell’isolotto e della Villa. Cominciamo a raccontare le storie legate all’isola ed alla villa, partendo dal 1871 quando Luigi Negri, fondatore della società italiana di pescicoltura, comprò l’isolotto per poi rivenderlo l’anno successivo, dato che la sua società era fallita.
Peggiore fu però la fine del secondo proprietario della Gaiola, Hans Braun, il cui cadavere venne ritrovato avvolto in un tappeto, assassinato in circostanze che non furono mai del tutto chiarite, mentre alla sua vedova Braun non andò meglio: sopravvisse al marito, ma per poco tempo, l’anno successivo annegò nel mare che circonda la bella e tremenda isola. Passiamo al XX secolo, nel 1926 la villa era collegata alla terraferma da una teleferica e, in una notte di tempesta, il cavo si spezzò mentre una signora tedesca, Elena Von Parish, stava rientrando sull’isola.
Elena venne trascinata nel mare e sparì per sempre, mentre i proprietari della villa, Hans Praun e Otto Grumbach, che ospitavano la donna, furono talmente scossi dalla vicenda che si suicidarono. Nel 1950 Maurice Sandoz, un industriale convinto di essere finito in bancarotta, impazzì e morì suicida nel manicomio dove venne rinchiuso poco dopo aver vissuto nella villa di Pollione. Qualcuno cercò di cambiare la fama sinistra della villa, per esempio il barone tedesco Paul Karl Langheim nel 1960 fece brillare di vitalità quell’angolo di Posillipo, organizzando feste ed incontri mondani, ma il costo di questa vitalità fu pesantissimo: Langheim finì rapidamente sul lastrico. Negli anni Sessanta Gianni Agnelli comprò l’isola, ma, dopo breve tempo, la rivendette a Paul Getty, magnate del petrolio, conosciuto in Italia per il famoso rapimento del figlio nel 1973.
Nel 1978 l’isola passò a Gianpasquale Grappone, fondatore del Loyd Centauro, a lui non andò meglio: finì in galera travolto dai debiti ed il giorno in cui la villa fu messa all’asta, la moglie Pasqualina morì in un incidente stradale. In più, i pescatori della zona raccontano che la villa sia frequentata dal fantasma di una donna morta negli anni ’20, dopo aver scoperto il tradimento del marito. Se queste storie siano frutto di una maledizione millenaria o solo di casualità non lo sapremo mai, quello che è certo è il fascino suggestivo e potente di un luogo che alla bellezza mozzafiato intreccia una storia oscura fatta di morte e mistero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA