Lo sapevate? Benito Mussolini frequentava un medium napoletano

Ma guarda un po’! Avete mai sentito parlare della stravagante passione del Duce per l’occulto? Sì, esatto, il grande e temuto Benito Mussolini aveva una vera e propria ossessione per il soprannaturale, tanto che spesso si poteva trovare in compagnia del suo medium preferito a Napoli, la città che lo aveva accolto con grande entusiasmo.
Lo sapevate? Benito Mussolini frequentava un medium napoletano.
Ma guarda un po’! Avete mai sentito parlare della stravagante passione del Duce per l’occulto? Sì, esatto, il grande e temuto Benito Mussolini aveva una vera e propria ossessione per il soprannaturale, tanto che spesso si poteva trovare in compagnia del suo medium preferito a Napoli, la città che lo aveva accolto con grande entusiasmo.
Come Hitler, anche Mussolini era affascinato dal mondo dell’irrazionale, e sebbene molti siano già a conoscenza del suo incontro con il sensitivo torinese Gustavo Rol, che gli aveva predetto la sconfitta in guerra e la sua caduta nel 1945, pochi sanno della singolare relazione che il Duce intrattenne con Giuseppe Parlato.
L’incontro tra i due avvenne alla fine degli anni ’20, durante una seduta spiritica organizzata proprio nella splendida città partenopea. Proprio in quella circostanza, fu chiesto esplicitamente a Parlato se la vita del carismatico uomo politico fosse in pericolo, e la risposta fu decisamente agghiacciante: sì, il Duce sarebbe stato presto vittima di un attentato, durante le nozze del principe ereditario Umberto II di Savoia. Come? Con un esplosivo installato all’interno di un aereo su cui il leader avrebbe fatto un salto. Chissà se Mussolini avrebbe mai potuto evitare il suo destino…
Questa storia è stata riportata alla luce da poco dallo studioso Roberto Gremmo, nel libro “Fascismo e misteri”, edito nel 2019 dalle Edizioni di Storia Ribelle, un vero e proprio libro delle meraviglie esoteriche del Duce. Gremmo ci racconta come il medium Parlato abbia addirittura confermato la sua profezia in seguito, durante un’altra seduta, cosa che ha sicuramente fatto tremare il grande Benito, anche se questi era già sopravvissuto a diversi tentativi di attentato.
Il primo di questi, risalente al 1926, fu orchestrato dal deputato social-unitario Tito Zaniboni e dal generale Luigi Capello. Zaniboni aveva puntato il suo fucile di precisione austriaco dalla finestra dell’Hotel Dragoni, di fronte al balcone di Palazzo Chigi, dove il Duce si sarebbe affacciato per commemorare l’anniversario della vittoria. Fortunatamente, la minaccia fu sventata dalle forze dell’ordine guidate dal questore Giuseppe Dosi.
L’anno successivo, Violet Gibson, un’irlandese squilibrata, cercò di colpire il capo delle camicie nere con un colpo di pistola. Per fortuna, un semplice balzo all’indietro salvò Mussolini dalla morte e lasciò solo una ferita al naso. Sì, sembra proprio che il Duce avesse una marcia in più e che nemmeno la profezia del medium potesse fermarlo!
L’11 settembre 1926, l’anarchico Gino Lucetti cercò di attaccare l’auto del primo ministro con un ordigno esplosivo. Tuttavia, la bomba rimbalzò contro lo sportello e, invece di fare esplodere tutto, finì per ferire otto passanti ignari. Più di un mese dopo, il 31 ottobre, durante la commemorazione della marcia su Roma a Bologna, il giovane quindicenne Anteo Zamboni sparò un colpo dalla sua pistola al capo del governo, mancandolo di un soffio. Fortunatamente, il tenente del 56° fanteria Carlo Alberto Pasolini, padre del celebre intellettuale Pier Paolo Pasolini, riuscì a bloccarlo, ma l’attentatore venne linciato immediatamente dalle camicie nere presenti sul posto. Cosa succederà quando l’odio politico si trasforma in violenza senza senso? Sembra che l’Italia dell’epoca fosse una terra molto pericolosa per i suoi governanti.
Sembrerebbe che Mussolini fosse una sorta di Gatta Cenerentola e riuscisse sempre a sfuggire ai suoi nemici. Oltre a quell’attentato preventivato nel lontano 1929 dal medium Parlato, il Duce evitò altri attacchi, uno nel 1931 da parte dell’anarchico Michele Schirru e poi nel 1932 da Angelo Pellegrino Sbardellotto. Si può quindi dedurre che quella “profezia” fosse solo un bluff da parte del medium, tanto che qualche settimana dopo, egli spari di punto in bianco. Da quel momento in poi il suo destino fu del tutto ignoto, come riportato nei documenti della polizia dell’epoca. Fu rimosso attivamente o fuggì per paura, cambiando totalmente la sua vita? È difficile dirlo con certezza. Tuttavia, a partire da quel momento, venne considerato una sorta di “jettatore”, ovvero una figura tipica napoletana che portava sfortuna e sventura attraverso i suoi occhi.
Tuttavia, credenze di questo tipo non sono certo una novità. Esse aleggiavano nell’aria, proprio come tanti altri segreti esoterici, sette e società segrete, già a partire dalla notte dei tempi, all’ombra del Vesuvio. Anche durante il Ventennio, queste credenze continuarono a proliferare, nonostante il bando imposto dal regime nei confronti della Massoneria. Essa continuò a operare in modo celato, insieme ad altri gruppi occulti, come i teosofi o la fratellanza rosa-crociana. Addirittura nella Napoli del periodo, si diceva che la Massoneria avesse delle diramazioni all’interno del Fascio stesso e che il circolo teosofico fosse stato fondato da un funzionario della Banca Italo-Britannica di nome Corrado Cerrito, come svela lo studioso Gremmo.
Proprio in quel periodo, fu pubblicata a Napoli la rivista “Mondo Occulto”, che si interessava alle cose dell’ignoto, propagandandole all’ombra del Vesuvio. I redattori ignoravano quello che la polizia politica faceva, tenendoli costantemente sotto controllo. Nel 1927, Ernesto Bozzano, il presidente dell’Associazione spiritualistica italiana, pubblicò proprio a Napoli il trattato “Per la difesa dello spiritismo”. La città partenopea, fin dalla sua fondazione, sembrava essere attratta dal mondo dell’ignoto, soprattutto in tempi difficili, quasi come se si volesse fuggire da una realtà troppo difficile da digerire.

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