Vi soggiornò Tommaso d’Aquino: è il convento di San Domenico Maggiore, un luogo da scoprire

Insieme con la Chiesa, il convento di San Domenico Maggiore forma uno dei complessi artistici e religiosi più importanti della città. Oggetto di recenti lavori di ristrutturazione, il Convento mostra delle sale molto belle, come quella del Refettorio e poi, la famosa e preziosissima cella di San Tommaso. Eccone la storia.
Vi soggiornò Tommaso d’Aquino: è il convento di San Domenico Maggiore, un luogo da scoprire.
Insieme con la Chiesa, il convento di San Domenico Maggiore forma uno dei complessi artistici e religiosi più importanti della città. Oggetto di recenti lavori di ristrutturazione, il Convento mostra delle sale molto belle, come quella del Refettorio e poi, la famosa e preziosissima cella di San Tommaso. Eccone la storia.
È uno dei simboli di Napoli, uno dei gioielli del centro storico, meta di decine e decine di visitatori ogni giorno: è il Convento di San Domenico Maggiore, che forma con la chiesa un complesso di grandiose proporzioni. Questo è il risultato di una secolare stratificazione che fu avviata a partire dal 1227 quando papa Gregorio IX inviò a Napoli un piccolo gruppo di domenicani che si stabilirono nell’antico monastero di San Michele Arcangelo a Morfisa. Uno degli inquilini più illustri del convento fu Tommaso d’Aquino che vi soggiornò tra il 1272 e il 1274. Il grande filosofo e teologo insegnò teologia nello Studium lì stabilito da Carlo I d’Angiò. Nel 1289 vennero avviati i lavori di ristrutturazione del convento. L’organismo, che nel corso dei secoli si estese progressivamente in un’insula di dimensioni quasi quadrupla rispetto alla maglia della città antica, paragonato dai visitatori nel corso del tempo ad una vera e propria città nella città, raggiunse il suo massimo sviluppo a seguito dei lavori promossi a partire dal 1669 dal priore Tommaso Ruffo dei duchi di Bagnara.
Il priore Ruffo decise di tenere in piedi alcuni ambienti legati alla secolare storia del complesso, come la cella di San Tommaso. Il risultato dei lavori che continuarono nel corso del Seicento fu una fabbrica di maestose proporzioni, articolata in tre braccia: il dormitorio di San Tommaso, il noviziato e il dormitorio dei Maestri, disposti attorno ad un’area libera destinata a giardino. Adiacenti al dormitorio di san Tommaso si sviluppavano al primo piano il Refettorio, la Sala del Capitolo e la Biblioteca.
Artefici di questa monumentale impresa gli architetti Bonaventura Presti, Francesco Antonio Picchiatti e Luigi Nauclerio. Oggi lo splendido convento è suddiviso in zone diverse, una parte è utilizzata dai Domenicani, un’area a livello del chiostro è occupata da una palestra, un’altra ancora è occupata su tre livelli dall’Istituto scolastico Casanova e infine la parte più rilevante, che ha ospitato fino agli anni ’90 le aule dell’ex Corte d’Assise, e che sono state oggetto di un importante intervento di restauro in anni recenti. Il recupero di questi grandi spazi che ospitavano le celle di sicurezza oltre che le aule della Corte è stato improntato alla ricostituzione delle originarie caratteristiche architettoniche e spaziali e al ripristino dei collegamenti tra gli ambienti e delle loro caratteristiche tipologiche. L’intervento ha riguardato soprattutto le decorazioni di questi ambienti monumentali con il restauro dei superstiti cicli pittorici, degli stucchi tardo seicenteschi e della Cella di San Tommaso, interamente decorata negli anni venti del Settecento, nonché di numerosi arredi tra i quali la Macchina liturgica per le Quarantore, complesso organismo che costituisce uno dei punti di maggior attrazione dell’organizzazione museale di questi spazi.
(Foto Wikipedia e Tripadvisor).

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