Dopo la riapertura nella chiesa di San Gennaro nel bosco di Capodimonte ritorna anche la messa

Dopo oltre 50 anni la piccola chiesa dedicata al patrono e situata nel verde del bosco di Capodimonte, torna a celebrare la Santa Messa. La chiesa è stata chiusa per molti anni e ha ritrovato il suo splendore solo qualche anno fa grazie a un intervento di ripristino. Un luogo di pace, quiete e arte tra i più belli di Napoli.
Dopo la riapertura nella chiesa di San Gennaro nel bosco di Capodimonte ritorna anche la messa.
Dopo oltre 50 anni la piccola chiesa dedicata al patrono e situata nel verde del bosco di Capodimonte, torna a celebrare la Santa Messa. La chiesa è stata chiusa per molti anni e ha ritrovato il suo splendore solo qualche anno fa grazie a un intervento di ripristino. Un luogo di pace, quiete e arte tra i più belli di Napoli.
Il real bosco e il museo di Capodimonte sono tra i luoghi più visitati della città. Bellezza, quiete, arte, natura, storia, tutti questi preziosi elementi concorrono a fare del sito uno dei beni culturali più preziosi di cui la città dispone. Oltre al più famoso museo con la sua ricchissima collezione, nell’area sorgono una serie di altre notevoli attrazioni, meno conosciute, ma che val veramente la pena di visitare. Una tra queste è la piccola chiesa di San Gennaro, immersa nel verde fitto del bosco. La Chiesa è stata riparte di recente al pubblico dopo oltre 50 anni, e solo domenica 16 aprile è tornata finalmente ad accogliere i fedeli con la Santa Messa. È stata officiata solennemente e così sarà per tutte le domeniche, fino al mese di ottobre. Tanta la gente che per l’occasione è intervenuta a questo importante avvenimento, atteso veramente da molti anni da una comunità di fedeli devoti al patrono a cui la chiesetta è dedicata. Le celebrazioni saranno affidate ai frati francescani del convento posto di fronte alla Porta Grande di Capodimonte che hanno ricevuto l’incarico dall’Arcidiocesi di Napoli. Lo aveva promesso nel 2021 l’Arcivescovo di Napoli, sua Eccellenza Mons. Domenico Battaglia nella sua visita alla piccola Cappella edificata nel 1745, opera dell’architetto e scenografo Ferdinando Sanfelice. La chiesetta la si scopre in fondo ad uno dei viali principali, accanto alla Real Fabbrica della Porcellana. Questa semplice e modesta chiesa dedicata a San Gennaro viene eretta nel 1745 per volere di Carlo di Borbone, particolarmente devoto al santo napoletano; ne attesta una vecchia iscrizione di marmo che campeggia sulla semplice facciata d’ingresso. Il progetto viene affidato al Ferdinando Sanfelice, uno degli architetti più creativi del Settecento napoletano.
L’interno, che ha conservato l’impianto originario, si sviluppa su pianta ellittica, con due grandi finestre ovali e una cantoria; All’interno si scopre un altare maggiore in marmo scolpito e intarsiato e un pavimento in cotto e maioliche.
La grande tela con San Gennaro in Gloria, attribuita a Leonardo Olivieri (allievo di Francesco Solimena) è proprio sopra l’altare. Ai lati del abside ci sono le statue San Carlo Borromeo e Sant’Amalia, uniche superstiti delle quattro statue dedicate ai santi protettori della famiglia regnante; mancano San Filippo e Santa Elisabetta. Nella parte posteriore c’è un piccolo campanile. Sulla sinistra della chiesa parte la scalinata che conduce alla Terrasanta, decorata con affreschi di un anonimo pittore del XVIII secolo. La Chiesa di San Gennaro è stata riaperta al pubblico il 6 luglio del 2021 grazie a un intervento decorativo dell’architetto Santiago Calatrava, fortemente voluto dal direttore Bellenger. Calatrava ha voluto rendere omaggio alla luce di Napoli e all’artigianato artistico locale, utilizzando le eccellenze delle maestranze locali, dal vetraio Perotti di Vietri sul Mare ad Annamaria Alois per i paramenti in seta di San Leucio sugli altari e aveva lavorato braccio a braccio con gli studenti e i maestri ceramisti dell’Istituto Caselli-Real Fabbrica di Napoli, scuola posta proprio davanti alla Chiesa di San Gennaro per realizzare le decorazioni in porcellana (vasi, candelabri, fiori e foglie per le nicchie degli altari e stelle al soffitto). Per l’occasione è stato restaurato anche lo storico organo e le campane sono tornate a risuonare.

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