Apriamo due portoni monumentali e scopriamo le meraviglie di palazzo Cascalenda e palazzo Costantino

Quando si passeggia tra i vicoli o lungo le arterie principali del centro di Napoli, ci lasciamo ai fianchi tantissimi portoni imponenti, i quali se per caso si trovano aperti, lasciano intravedere cortili magnifici, scale monumentali. Scopriamo insieme due di queste ricchezze architettoniche della città e apriamo i portoni di palazzo Casacalenda e palazzo Costantino.
Apriamo due portoni monumentali e scopriamo le meraviglie di palazzo Cascalenda e palazzo Costantino.
Quando si passeggia tra i vicoli o lungo le arterie principali del centro di Napoli, ci lasciamo ai fianchi tantissimi portoni imponenti, i quali se per caso si trovano aperti, lasciano intravedere cortili magnifici, scale monumentali. Scopriamo insieme due di queste ricchezze architettoniche della città e apriamo i portoni di palazzo Casacalenda e palazzo Costantino.
Quante volte passeggiando per le vie del centro della città, abbiamo notato magnifici e possenti portoni, su cui si innalzano edifici monumentali, di età medievale o moderna. Molte volte si alimenta una curiosità accesa, si vorrebbe aprire quelle grandi porte di legno per poter ammirare i cortili interni. Così come si dice che Napoli sia la “città delle 500 cupole”, per la presenza di tantissimi luoghi di culto tra chiese, basiliche e cappelle, allora allo stesso modo dovrebbe essere definita la “città dei palazzi”, perché dietro molti dei suoi portoni spesso si nascondono magnifici tesori e capolavori dell’architettura.
Se capita di trovare qualche portone aperto, il consiglio è quello di curiosare tra i cortili: Napoli è in assoluto la capitale dei cortili cinquecenteschi in piperno, delle scale aperte settecentesche, degli atri affrescati ottocenteschi. Iniziamo allora un breve viaggio dietro due portoni, di solito chiusi, in giro per il centro storico. Quando si attraversa Piazza San Domenico Maggiore l’attenzione viene subito rapita dalla monumentale chiesa e dall’obelisco. Però proprio lì prospetta l’imponente facciata del palazzo che era di Marianna di Sangro, duchessa di Casacalenda e di Campolieto. Aveva qui una piccola casa della seconda metà del 1600, e affidò dei lavori di rifacimento a Mario Gioffredo. Dal cortile partiva una monumentale scala, opera di Cosimo Fanzago, e la nobildonna voleva semplicemente ingrandire i locali, conservandola. Per prima cosa l’architetto demolì tutto e ricostruì il palazzo dalla base. Ciò scatenò le ire di Marianna di Sangro, che non volle pagare l’uomo per il lavoro svolto. Nel 1761 ne scaturì una causa dove venne chiamato a testimoniare il maestro di Gioffredo, Luigi Vanvitelli, che constatò la presenza di problemi strutturali connessi al rimaneggiamento della struttura. Così la causa fu vinta dalla nobile ed i lavori di messa in sicurezza vennero presi in carico dallo stesso Vanvitelli.
Quell’anno fu ritrovato un tempio rotondo sulla sinistra dell’edificio, che intralciava i lavori di ingrandimento. Così si decise di demolirlo ma, poiché era un peccato mettere da parte quelle belle colonne, queste andarono ad ornare l’atrio di Palazzo Casacalenda e si trovano tuttora lì. Curiosiamo adesso dietro il secondo portone preso di mira, quello di Palazzo Costantino. Siamo sulla collina della Costigliola, che domina dall’alto il Museo Archeologico Nazionale e la Galleria Principe di Napoli. È una zona antichissima che nel 1500 era interamente di proprietà dei Carafa. In Via San Giuseppe dei Nudi, 25 si erge un imponente palazzo del XVII secolo, che nasce come costruzione abusiva. Infatti l’architetto Paolo Papa che lì aveva cinque bassi e sei camere, modificò la struttura fino a creare un palazzo, che poi passò a Francesco Costantino nel 1739, da cui ha preso il nome. Egli affidò a Nicola Tagliacozzi Canale il totale rifacimento del palazzo e realizzò una meravigliosa scala aperta ornata di stucchi ispirata a quella del notissimo Palazzo Trabucco.

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