Lo sapevate? L’ultimo sciuscià lustrascarpe napoletano è morto quattro anni fa

Un pezzo della Napoli antica se è andato per sempre 4 anni fa: Zi' Tonìino, al secolo Antonio Vespa, è stato l'ultimo e il più celebre lustrascarpe di Napoli. Ultimo sciuscià partenopeo, nella sua vita ha lucidato le scarpe di migliaia di persone, compresi molti personaggi famosi di cui era divenuto amico. Totò, Vittorio De Sica, Gigi D'Alessio, Gina Lollobrigida, Silvio Berlusconi e Antonio Bassolino: quante scarpe sono passate sotto la sua spazzola.
Lo sapevate? L’ultimo sciuscià lustrascarpe napoletano è morto quattro anni fa.
Un pezzo della Napoli antica se è andato per sempre 4 anni fa: Zi’ Tonìino, al secolo Antonio Vespa, è stato l’ultimo e il più celebre lustrascarpe di Napoli. Ultimo sciuscià partenopeo, nella sua vita ha lucidato le scarpe di migliaia di persone, compresi molti personaggi famosi di cui era divenuto amico. Totò, Vittorio De Sica, Gigi D’Alessio, Gina Lollobrigida, Silvio Berlusconi e Antonio Bassolino: quante scarpe sono passate sotto la sua spazzola.
Tonino ogni giorno arrivava da Casoria alla Galleria Umberto I, in via Toledo, per prestare servizio con la sua scatola di attrezzi che definiva ‘a nennella. Una vita trascorsa per strada, rinverdendo uno dei mestieri più antichi di Napoli.
Uno dei simboli della Galleria Umberto I erano infatti gli Sciuscià, gli scugnizzi lustrascarpe. L’espressione dialettale, resa ancora più nota da un vecchio film di Vittorio De Sica, deriva dal vocabolo “shoe-shine”.
I lustrascarpe sino a pochi decenni fa si sistemavano con i propri banchetti negli angoli della Galleria Umberto I, già allora molto frequentata da turisti e ricchi signori. Farsi lustrare le scarpe all’interno della galleria, era una usanza consentita agli uomini chic della città di Napoli. Oggi questo “rito” è scomparso, l’ultimo sciuscià “veterano”, Antonio Vespa, detto Zì Tonìino, è morto nel 2018 a 69 anni.
“Signurì, ma quanto siete bella”, diceva spesso Zì Tonìino.
Ogni mattina prendeva servizio con i suoi attrezzi che custodiva gelosamente. Si definiva l’ultimo dei “Sciuscià” di Napoli ed è così perché con lui termina anche un antico mestiere.
A Vittorio De Sica come anche a Totò, Gina Lollobrigida e altri artisti aveva personalmente lucidato le scarpe con la stessa sua semplicità di sempre. Con “Zì Tonino” è terminato un antico mestiere e se n’è andata anche una grossa fetta di quella Napoli genuina e vera che ad oggi manca non solo ai napoletani.
Sciuscià è la deformazione in napoletano dell’originale termine inglese shoeshine (ovvero “lustrascarpe”). La parola, oggi in disuso, stava ad indicare i bambini, di età compresa approssimativamente tra i 7 e i 12 anni, i famosi “scugnizzi”, che vivevano arrangiandosi per le strade dei quartieri napoletani più poveri, soprattutto pulendo le scarpe o facendo piccoli lavori per gli adulti in cambio di pochi spiccioli. La parola divenne nota nel resto d’Italia soprattutto ad opera del film di Vittorio De Sica del 1946, intitolato appunto Sciuscià.
Il termine sciuscià nacque a Napoli durante la seconda guerra mondiale, e precisamente durante il periodo dell’occupazione statunitense (1944-1945), quando i bambini della città guadagnavano qualche lira facendo i lustrascarpe. La pronuncia inglese suona all’incirca come sciuu sciain, che, “napoletanizzato”, diventa sciuscià.
Il lustrascarpe è una persona che di professione lucida le scarpe altrui, generalmente sulla strada. Un tempo diffuso in gran parte del mondo, il mestiere del lustrascarpe sta progressivamente scomparendo in Europa e nel Nord America, e oggi viene quasi sempre considerato un espediente più che un vero e proprio lavoro.
Nell’Italia meridionale del dopoguerra e nel periodo delle grandi migrazioni dall’Italia verso gli Stati Uniti, chi si guadagnava da vivere facendo il lustrascarpe per le strade veniva talvolta chiamato sciuscià, termine derivato appunto dalla corruzione e italianizzazione della denominazione inglese shoe-shiner.
Fra i personaggi famosi di origine italiana di cui è noto che svolsero questo mestiere in gioventù ci sono, tra gli altri, Giuseppe Petrosino e Al Pacino.
Gli attrezzi del lustrascarpe consistono in una cassetta di legno dalla quale sporgono due sagome di legno, dove il cliente poggia i piedi, vari tipi di spazzole, lucido e anilina nera o marrone, a seconda del colore delle scarpe da lucidare.
A Napoli il regno degli sciuscià era Galleria Umberto I, un importante polo commerciale di Napoli realizzato in stile Liberty tra il 1887 e il 1890 e inaugurato nel 1892. Fu frequentato da benestanti, diventando il luogo preferito degli sciuscià, i “lustrascarpe”, negli ultimi 50 anni. Oggi questo “rito” è scomparso, anche l’ultimo sciuscià, Antonio Vespa, che continuava la tradizione all’ingresso della Galleria sul lato di Via Toledo, è morto recentemente. Sciuscià è un film del 1946 diretto da Vittorio De Sica. È considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano, fu la prima pellicola ad aggiudicarsi il premio Oscar come miglior film straniero.

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