Lo sapevate? San Gennaro fu condannato a essere sbranato dagli orsi che però non lo toccarono

San Gennaro nacque nel III secolo d. C. a Napoli. Diventato vescovo di Benevento, si fece ben presto amare da tutta la comunità, cristiana e pagana. Quando decise di tornare a Napoli fu fatto arrestare dal proconsole che lo condannò a morte nell’anfiteatro di Pozzuoli, sbranato dagli orsi (ma c'è anche chi parla di leoni). Le belve si mostrarono mansuete e Dragonio decise così di farlo decapitare il 19 settembre del 305 d. C.
Lo sapevate? San Gennaro fu condannato a essere sbranato dagli orsi che però non lo toccarono.
San Gennaro nacque nel III secolo d. C. a Napoli. Diventato vescovo di Benevento, si fece ben presto amare da tutta la comunità, cristiana e pagana. Quando decise di tornare a Napoli fu fatto arrestare dal proconsole che lo condannò a morte nell’anfiteatro di Pozzuoli, sbranato dagli orsi (ma c’è anche chi parla di leoni). Le belve si mostrarono mansuete e Dragonio decise così di farlo decapitare il 19 settembre del 305 d. C.
Le spoglie di San Gennaro furono sistemate a Pozzuoli e dopo circa cento anni furono trasferite nelle catacombe di Capodimonte. Durante questo spostamento il suo sangue, conservato in due ampolle di vetro, si sciolse. Oggi le due ampolle sono conservate all’interno di una teca che si trova nel Duomo di Napoli. Una curiosità nella curiosità: una delle due ampolle contiene meno sangue perché Carlo III di Borbone ne prelevò una parte per portarlo con sé in Spagna. Tre volte l’anno, durante una solenne cerimonia i fedeli accorrono per assistere alla liquefazione del sangue di San Gennaro.
San Gennaro subì il martirio perché non rinunciò alla fede cristiana. Il suo martirio avviene all’inizio del IV secolo d.C., all’epoca di Diocleziano, uno degli imperatori che più ferocemente perseguitò i Cristiani.
San Gennaro si recò a Pozzuoli per andare a trovare il diacono Sossio (o Sosso), incarcerato dal proconsole della Campania Dragonio perché guida della comunità dei Cristiani nell’area dei Campi Flegrei.
San Gennaro andò da Sossio con Desiderio e Festo e tutti furono incarcerati e condannati a essere sbranati dagli orsi. Le fonti raccontano che le bestie si mostrarono mansuete e anche a causa della simpatia che il popolo provava nei confronti dei prigionieri, il proconsole Dragonio li fece decapitare.
La tradizione, tra popolare e religioso, presenta un’ulteriore versione: il supplizio venne mutato perché le fiere si sarebbero inginocchiate dinanzi ai condannati dopo una benedizione di Gennaro. A questo punto dopo aver provato a farli morire con le stufe di Solfatara, ma senza risultati, i condannati vennero decapitati.
Secondo una recente ricerca seguita dal Vaticano si considera che San Gennaro sia il santo più amato del pianeta con svariati milioni di fedeli al suo seguito. Per San Gennaro i napoletani nutrono un affetto che va ben oltre il devozionale, molti infatti si rivolgono a lui quasi fosse uno di famiglia.
Gennaro non è il nome del santo ma il suo cognome, che all’epoca veniva chiamato “gentilizio”. “Gennaro” deriva infatti da “Ianuarius”, un appellativo che veniva dato a coloro che nascevano nel mese di Gennaio. Il nome vero di San Gennaro è probabilmente Procolo (o Publio Fausto Gennario).

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