Lo sapevate? L’isola di Nisida non è inaccessibile: associazioni organizzano periodicamente dei tour

Ogni tanto l'isoletta citata nelle sue canzoni da Edoardo Bennato viene rivelata ai visitatori. Nisida, gioiello di verde e blu nel mare partenopeo, periodicamente apre eccezionalmente le sue porte per le “Giornate di primavera” del Fai. Andiamo a scoprire i segreti de "L'Isola che non c'è".
Lo sapevate? L’isola di Nisida non è inaccessibile: associazioni organizzano periodicamente dei tour.
Ogni tanto l’isoletta citata nelle sue canzoni da Edoardo Bennato viene rivelata ai visitatori. Nisida, gioiello di verde e blu nel mare partenopeo, periodicamente apre eccezionalmente le sue porte per le “Giornate di primavera” del Fai. Andiamo a scoprire i segreti de “L’Isola che non c’è”.
Si tratta di avvenimenti molto rari, vista la presenza sul posto del carcere minorile, che cittadini o turisti possano percorrere i suoi sentieri. In occasione dei tour guidati, organizzati dal Fondo ambiente italiano, possono ammirare l’altra faccia dell’isola, quella solitamente sconosciuta a molti, tra agrumeti e spettacolari scorci panoramici dal “Parco letterario”.
Nìsida è una piccola isola appartenente all’arcipelago delle isole Flegree, situata all’estrema propaggine della collina di Posillipo, in località Coroglio. Dal punto di vista amministrativo fa parte di Bagnoli, un quartiere del comune di Napoli. L’isola non è accessibile in quanto ospita l’Istituto Penale Minorile di Napoli, e il suo piccolo porto verso Coroglio era utilizzato dalla NATO fino al suo trasferimento. Fino al 2012 infatti si trovava il Comando Marittimo Alleato, trasferitosi in Inghilterra. La base è quindi tornata all’Italia, e ora è la sede del Comando Logistico della Marina Militare.
L’isola ha un’origine vulcanica; si tratta sostanzialmente di un cratere parzialmente riempito dalle acque.
Nisida è la più piccola isola del Golfo di Napoli, a forma di mezza luna.
Il suo nome deriva dal greco Nesis e significa “piccola isola”, ma oggi viene considerata una penisola, perché nel 1936 fu collegata alla terraferma da una strada. Nisida è stata anche identificata come “l’isola delle capre” citata da Omero nell’Odissea.
L’isola, ricoperta da una ricca vegetazione ecircondata da acque cristalline, grazie anche alla sua inaccessibilità, è riuscita a conservare intatta la sua antica natura, soprattutto nella parte di mare che si affaccia sull’insenatura di Porto Paove, la caldera del vulcano da cui l’isola ha avuto origine. Periodicamente però, Nisida si apre al pubblico e in determinati periodi dell’anno si può visitare attraverso dei tour organizzate da una serie di associazioni culturali.
La zona visitabile periodicamente è un’area istituita da qualche anno e curata con grande attenzione da alcuni degli stessi detenuti, quelli che grazie all’articolo 21 dell’Ordine penitenziario, possono essere assegnati a lavori esterni alla casa circondariale. Ad accogliere i visitatori, i rappresentanti della cooperativa “Nesis” e della onlus “Monelli tra i fornelli”, da tempo impegnati in bei progetti e laboratori professionali (dal lavoro della ceramica alla gastronomia) coi giovani ospiti del carcere. A far da guida, invece, gli “Apprendisti Ciceroni”, ossia alunni di scuole superiori, appositamente istruiti all’itinerario dai volontari Fai. La passeggiata, con vista unica dalla caletta perfettamente tonda dell’isolotto, fino al mare flegreo, Procida, Vivara e Ischia, si addentra nella campagna isolana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA