La Cagliari che non c’è più: la città in una foto degli anni Trenta, via Dante e una piazza Repubblica nemmeno pensata. I palazzi sono ancora molto radi e bassi: si riconoscono via Dante, all’angolo con via Grazia Deledda e
La Cagliari che non c’è più: la chiesa di San Giorgio e Santa Caterina in una foto dei primi anni Sessanta, via Scano ancora non esiste. La chiesa ai piedi del colle di Monte Urpinu venne edificata al posto della
La Cagliari che non c’è più: l’Exmà in una vecchia foto, quando era ancora il mattatoio della città. Prima che diventasse un centro culturale negli anni Novanta, la struttura quadrilatera con ingresso in via San Lucifero e lato lungo in
La Cagliari che non c’è più: il vecchio borgo di Sant’Elia in una foto dei primi anni Settanta. Degrado e rifiuti: così si presentava il quartiere. Dopo è arrivata la ristrutturazione del Lazzaretto che ha restituito dignità a una zona
La Cagliari che non c’è più: 1950, piazza Yenne con le réclame pubblicitarie in una città che prova a rinascere dopo la Guerra. Cinzano, Florio, il Corso Vittorio Emanuele, le persone che si godono il sole in un pomeriggio primaverile.
La Cagliari che non c’è più: primi anni Cinquanta, nasce la nuova piazza Giovanni XXIII (allora piazza Dante). Dopo la guerra la città venne ricostruita e con la rinascita si aggiunsero anche una serie di quartieri periferici. In questa foto
La Cagliari che non c’è più: primi anni Settanta, le chiacchiere al Poetto prima dell’imbrunire nell’estate dei casotti. Una scena che probabilmente non vedremo mai più dal vivo: i casotti hanno rappresentato qualcosa di unico per molti cagliaritani. Dopo una
La Cagliari che non c’è più: una vecchia foto di viale Sant’Avendrace, sotto il colle di Tuvixeddu solo poche casupole di pescatori. In questa foto dei primi decenni del Novecento ecco come si presentava uno dei quartieri più antichi della
La Cagliari che non c’è più: Bastione, 1906: la passeggiata di una signora dell’epoca. Una magnifica foto di 111 anni fa: se non fosse per gli abiti potrebbe rappresentare una ricca ed elegante signora di oggi. La struttura è stata
La Cagliari che non c’è più: “Oh! Ajò a tuffare…” quando negli anni ’60 si diceva così si intendeva al ponte de Sa Scaffa. In questa immagine della metà degli anni ’60, di una Cagliari ancora sotto l’effetto del boom