“No Tyrrhenian Link”, a Quartu il comunicato di maggioranza e assessori comunali
Dal comune di Quartu, attraverso un comunicato, la maggioranza consiliare e gli assessori provano a fare chiarezza e confutare le posizioni del comitato cittadino.
Come riportato nel comunicato, sul primo punto degli argomenti sostenuti dal comitato “No Tyrrhenian Link”, riguardante i lavori svolti dalla società Terna Spa, “finalizzati all’esportazione dell’elettricità prodotta dagli speculatori con le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici, attraverso una stazione di smistamento, una di accumulo e un cavo sottomarino ad alta tensione diretto prima in Sicilia e da lì in Campania” e in cui si sostiene che “questa nuova e ingombrante servitù non ha alcuna utilità per l’approvvigionamento energetico in Sardegna, ma rappresenta solo l’ennesima ingombrante servitù imposta senza tenere in considerazione le sarde e i sardi”, il comune quartese scrive che “un collegamento elettrico non è unidirezionale, non è ‘diretto in Campania e in Sicilia’, regioni che producono molta più energia di noi da rinnovabili. Il TL è un elemento di una rete più complessa che consente esportazione e importazione. La Sardegna non è un produttore particolarmente importante di energia da fonti rinnovabili (7° per eolico, 6° per fotovoltaico, 5° per kw/abit), al contrario la quota principale di produzione proviene ancora da centrali tradizionali a carbone, altamente inquinanti e la cui chiusura è giustamente prevista negli anni immediatamente a venire. Se oggi la produzione globale è superiore al consumo locale, con la chiusura annunciata e auspicabile delle centrali a carbone, la Sardegna produrrà meno del 50% del proprio fabbisogno. La conclusione è che per anni la Sardegna sarà importatrice di energia elettrica, e il TL sarà indispensabile per garantire l’approvvigionamento minimo necessario. È quindi auspicabile che nei prossimi anni ci sia un riequilibrio che consenta a tutti sicurezza e disponibilità di energia”.
E ancora, per quanto riguarda l’approdo del cavo sottomarino previsto a Terra Mala, zona classificata “Ambito 3 Naturalistico Ambientale”, il cui punto previsto si trova “presso il villaggio di Marina delle Nereidi dove risiedono 120 famiglie”, come ribadito dal comitato No Tyrrhenian Link, nel comunicato si legge che “il luogo di arrivo del cavo si trova a 3.5 km da Mari Pintau, con un promontorio a separare i due siti. Il PUL classifica tutta l’area all’interno della quale è il punto di arrivo, come Z9, ‘area antropizzata’ e diversamente non poteva essere, considerata l’attività di edificazione che si è sviluppata, addirittura, proprio nel punto di arrivo, senza neppure una lottizzazione, con le immaginabili conseguenze ambientali. La lottizzazione Marina delle Nereidi è a oltre 300 m dal punto di arrivo (3 campi di calcio). Tuttavia, ciò che più ci preme sottolineare sono le caratteristiche di questa infrastruttura. L’arrivo del cavidotto non avverrà mediante scavo aperto, per non interferire con l’arenile, ma con tecnica di perforazione orizzontale sotterranea. Il cavo, superato l’arenile, proseguirà in una tubiera di sezione 80×80 cm posta a 170 cm di profondità, analoga al cavedio-cavidotto di qualunque sottoservizio ben concepito, con all’interno due cavi di circa 15 cm di diametro che, costituendo campo statico, non producono all’esterno campo elettromagnetico. All’approdo a terra viene predisposta, sempre in interrato, una buca di 25x3x2 metri, posta all’interno del piazzale (fermata del Bus), per la giunzione dei cavi. Si aggiunga per di più che, nel punto di approdo, la distanza dalla battigia al parcheggio asfaltato esistente è di circa 5 metri, in sostanziale assenza di un vero e proprio arenile, facendo cadere ogni ulteriore dubbio sull’incidenza rispetto alla fruizione”.
Argomento servitù, che andrebbero a gravare sui terreni di centinaia di persone. Il comune quartese riporta che “il percorso ufficiale nel territorio di Quartu corre in corrispondenza del tracciato delle strade pubbliche, senza creare alcuna servitù ai cittadini”.
Per quanto riguarda l’esposto alla Procura della Repubblica fatto dai comitati di Quartu e Selargius, denunciando la mancata consultazione pubblica prevista dalle legge italiana ed europea, l’amministrazione osserva che “la consultazione obbligatoria per legge, si è tenuta nelle forme previste dalla legge stessa, il 4-5-6 ottobre 2021, e il 13 aprile 2022, rese pubbliche attraverso l’affissione di manifesti e locandine. Le modalità della consultazione e tutti i documenti relativi sono rintracciabili al link https://www.terna.it/it/progetti-territorio/progetti-incontri-territorio/Tyrrhenian-link”.
E ancora, per quanto riguarda l’approvazione del protocollo d’intesa e la convenzione con Terna, la cui discussione non sarebbe stata affrontata dal consiglio comunale, nonostante delibera del 19/04/23, nel comunicato si legge che “il protocollo d’intesa che la Giunta proponeva al Consiglio comunale di approvare, prevedeva, su richiesta della stessa Terna, la sottoscrizione contestuale da parte dei Consigli di Quartu Sant’Elena, Maracalagonis, Sinnai, Settimo San Pietro, Quartucciu e Selargius. Il dissenso espresso dal Consiglio comunale di Selargius, Comune interessato principalmente dall’infrastruttura, prima con dichiarazioni di vari esponenti e poi formalizzato con un ricorso al Presidente della Repubblica, ha reso, di fatto, inattuabile quella approvazione congiunta. L’approvazione della Giunta di Quartu, a questo punto, rimaneva limitata a quanto incidente sul proprio territorio comunale, all’interno del quale non erano previsti espropri né servitù. A oggi non risulta ancora iniziata la realizzazione di opere, ma solo prospezioni preliminari su alcuni tratti del percorso e del punto di arrivo. Per queste ragioni non è stato possibile convocare il Consiglio Comunale, che si esprimerà unicamente nel caso in cui tutti i Comuni sopra richiamati sottoscriveranno il protocollo di intesa”.
In conclusione del comunicato si legge che “In sede di confronto con Terna, la Giunta ha chiesto se fossero state prese in considerazione differenti localizzazioni del punto di arrivo sardo, come ad esempio il Porto industriale di Cagliari. Tale ipotesi è stata scartata in quanto la localizzazione della Stazione di smistamento a Selargius, realizzata a suo tempo con l’approvazione dello stesso Comune di Selargius, rendeva inopportuna la localizzazione del punto di arrivo sul lato ovest del Golfo, troppo distante, e altrettanto inopportuna per la presenza di un traffico marittimo di alto tonnellaggio su basso fondale, che avrebbe comportato dei rischi per l’integrità del cavo. È stato allora raccomandato che il passaggio dei cavi interessasse esclusivamente la sede stradale pubblica. In conclusione, la necessità di realizzazione del collegamento è dimostrata per ‘garantire la sicurezza degli approvvigionamenti elettrici a fronte del decommissioning degli impianti a carbone, l’integrazione dei mercati e della nuova capacità di generazione rinnovabile, rappresentando pertanto un fattore abilitante per la transizione energetica’.”
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