10 ragazzi e 10 ragazze in una grande villa per circa venti giorni. Tutti insieme h24. L’obiettivo è capire, tra prove e indizi, quale sia l’anima gemella per ciascuno e formare così dieci coppie perfette. Oltre a un bel montepremi in denaro. E non è mica semplice. Si chiama “Are you the one?” ed è il nuovo dating game pronto a spopolare in Italia. Ieri la prima puntata, sulla piattaforma Paramount+, e dal 19 febbraio sul canale tv Mtv. Un reality molto noto negli Stati Uniti e che vede tra i concorrenti nella versione nostrana, guidati dal conduttore Luca Vezil, anche il giovane imprenditore cagliaritano Nicola Perra. La Sardegna allora fa il tifo per lui in questa ricerca, nello splendido scenario della Gran Canaria, del partner “ideale”.

Formazione all’istituto tecnico industriale “Marconi”, da giovanissimo, e maniche rimboccate, da sempre. Nicola Perra sin da subito ha incarnato la filosofia del self-made man, insomma uno che si è fatto da zero. E oggi, a 28 anni, è un imprenditore immobiliare di successo. Un sogno e un progetto costruito con sacrificio, giorno dopo giorno, quando Nicola, figlio di famiglia modesta, è riuscito a superare grandi e grandissimi ostacoli. Poi, cinque anni, fa ecco la nascita della sua impresa immobiliare, che vende eleganti appartamenti nelle zone più centrali di Cagliari, raggiungendo numeri importanti. “Grazie a questo lavoro ho avuto un percorso di crescita e formazione incredibile. Prima ero un normale ragazzo, che frequentava locali e discoteche, e oggi mi ritrovo a trattare con banche e imprese. Quello stesso mondo che cinque anni non mi avrebbe dato nessuna fiducia”. Carattere e autostima, capacità di crearsi da sé il futuro, senza il sostegno di qualcuno. Perché quando si ha la pancia piena, Nicola lo sa, è difficile avere lo slancio. “Per raggiungere risultati che non hai mai avuto, devi diventare la persona che non sei mai stato”, spiega. E poi, soddisfatto del successo, mai dimenticare un mantra: “Quando vuoi fare qualcosa di grande, sei sempre maledettamente solo”.

Giugno 2022. Sul profilo molto attivo di Nicola arriva un messaggio totalmente inaspettato. “Mi scrivono dalla casa produttrice Fremantle, spiegandomi come il mio profilo fosse risultato interessante e io avrei potuto essere un possibile candidato per un nuovo reality, pronto a uscire in tv”, spiega Perra. Così, dopo un primo scetticismo, tra i tanti impegni di lavoro, Nicola ha pensato che dare una risposta avrebbe potuto essere conveniente. “Ero curioso. In fondo, che cosa mi costava? Così ci siamo sentiti telefonicamente e ci siamo dati appuntamento a Milano per un incontro di persona”. Un provino e una batteria di test psicologici per il migliaio di candidati, tra ragazzi e ragazze, presentatisi da tutta Italia. Sono iniziate così le selezioni “Are you the one?”: 10 ragazzi e 10 ragazze in una villa a rintracciare il possibile vero amore. “Ho fatto il provino con grande leggerezza e distensione. Una volta tornato a casa e immerso nel mio lavoro, quasi non ci pensavo più. Poi, la telefonata. Ero passato”.

Ad agosto il viaggio per la villa di Gran Canaria. I profili dei ragazzi e delle ragazze sono diversi, ognuno con le sue peculiarità fisiche e caratteriali. Una ventina di giorni, circa, senza cellulari e orologi, tra relax e piscina, ma anche di giochi e sfide. Per ognuno dei concorrenti infatti, sottoposti a test e questionari, un pool di esperti ha abbinato una donna considerata ideale, per carattere, coincidenze lavorative, temperamento e altri fattori. Lo scopo è quello di creare così 10 coppie “perfette”. Naturalmente, sta a ognuno saper “rintracciare” quella adatta a lui. E sebbene challenge e indizi possano aiutare, spesso l’errore è dietro l’angolo. “All’inizio ci si basa sull’aspetto estetico. C’è magari una ragazza che ti piace, con la quale ti trovi bene e instauri un bel rapporto. Pensi sia quella giusta, insomma. Anche perché, attraverso challenge e giochi, hai modo di conoscerla meglio anche in esterna. Poi, il giudizio della macchina della verità, che spesso può rovesciare le tue certezze”.

Tutto pronto allora per “Are you the one?” e per la nostra Isola c’è la simpatica presenza di Nicola Perra. “Girare un reality è una cosa più unica che rara, ti coinvolge e ti mette a nudo. Sei fuori dalla tua zona comfort e continuamente a contatto con mentalità diverse dalla tua. Si fanno amicizie, sì, ma possono naturalmente nascere delle antipatie. E ognuno reagisce nelle maniere più varie”. E chissà se il nostro concorrente cagliaritano riesca a trovare la sua anima gemella. “All’inizio certamente non sai chi possa essere. Ce l’avrò fatta? Seguite il reality e il mio profilo Instagram ‘nicola_perra. Così lo scoprirete”.

Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli.

Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha “promosso” il giro di vite voluto dall’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.

Con una sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari, i giudici di Palazzo Spada hanno messo la parola fine a una lunga battaglia legale.

Il provvedimento, incluso nel regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana approvato dalla precedente amministrazione comunale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che è vietato legare le biciclette a “infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo”. La violazione di questa norma comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro.

I giudici hanno spiegato che la decisione mira a tutelare, in un’ottica di miglioramento della vivibilità e del decoro della città, quelle infrastrutture che spesso si trovano sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi, o vicino a monumenti. Si tratta di elementi di arredo urbano come ringhiere, recinzioni o pali, per i quali è già generalmente vietata la sosta di qualsiasi veicolo. Pertanto, secondo il Consiglio di Stato, la disposizione non viola in alcun modo le norme del codice della strada.

Ma la sentenza va oltre, affrontando un punto cruciale sollevato dai ricorrenti. La Fiab aveva denunciato una presunta disparità di trattamento tra gli “utenti deboli”, ovvero i ciclisti, e gli “utenti forti”, come gli automobilisti, sostenendo che la norma penalizzasse i primi a vantaggio dei secondi. Il Consiglio di Stato ha respinto categoricamente questa tesi, evidenziando che una disparità di trattamento può essere configurabile solo in presenza di situazioni perfettamente identiche, e che tale condizione non sussiste in questo caso. I giudici hanno inoltre ritenuto infondata la disparità invocata in appello anche rispetto ai monopattini.

Infine, sono state giudicate infondate anche le censure che contestavano la presunta contraddittorietà del regolamento con gli obiettivi fissati dal Piano Urbano della mobilità sostenibile. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale, per la quale “il giudice non può sostituirsi all’amministrazione”. La decisione ha quindi confermato la legittimità dell’azione comunale, stabilendo che la tutela del decoro urbano è un obiettivo prioritario che può essere perseguito attraverso normative specifiche.