Le negano lo smart working e lei va al lavoro a cavallo: succede a Cesena

Aveva l’auto rotta e non le è stato concesso lo smart working: la protesta di Tabita
Tabita Gurioli, una giovane impiegata residente a Mensa Matellica, nel Ravennate, ha deciso di intraprendere un’azione dimostrativa dopo che le è stato negato lo smartworking. Per far sentire la sua voce, Tabita si è presentata al lavoro a cavallo, percorrendo tredici chilometri dalla sua abitazione fino all’ufficio Crédit Agricole di Cesena, dove lavora nel servizio clienti telefonico.
L’azione dimostrativa di Tabita è stata riferita dal quotidiano locale il Resto del Carlino-Cesena. Secondo quanto riportato, la giovane impiegata avrebbe impiegato circa due ore per percorrere la distanza che separa la sua casa dall’ufficio, nonostante il fatto che normalmente avrebbe impiegato solo pochi minuti se avesse potuto lavorare da casa in modalità di smartworking.
La scelta di Tabita di utilizzare un cavallo per raggiungere il lavoro è stata fortemente simbolica: ha voluto denunciare l’impossibilità di svolgere le proprie mansioni da casa, in un momento in cui la pandemia ha dimostrato come sia possibile svolgere molte attività lavorative in modalità di smartworking.
Tabita ha spiegato di aver deciso di effettuare questa protesta per “dar voce a chi non può parlare”, ovvero a tutte quelle persone costrette a recarsi al lavoro ogni giorno senza la possibilità di svolgere le loro attività in modalità di smartworking. La sua protesta è diventata virale sui social network, ricevendo un grande sostegno da parte di molti utenti che hanno espresso solidarietà nei confronti della giovane impiegata e hanno condiviso il suo messaggio di lotta per un lavoro più flessibile e sostenibile.

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