La Sardegna brilla nella Guida 2024 del Gambero Rosso: 66 attività recensite, 15 i migliori ristoranti
La regione Sardegna si distingue con ben 66 insegne di cui 15 sono i ristoranti, soprattutto in provincia di Cagliari e di Sassari, che si sono distinti per aver raggiunto il punteggio più alto
Arriva puntale come sempre la fotografia più autorevole ed aggiornata della ristorazione italiana: è Ristoranti d’Italia 2024, la nuova Guida del Gambero Rosso giunta alla sua 34°edizione. Sono 2.485 le insegne recensite, con 324 novità. Migliori chef della ristorazione italiana sono Massimo Bottura e Niko Romito entrambi con un punteggio di 96 centesimi, raggiunti appena sotto da Heinz Beck e Enrico Crippa, mentre perde una forchetta, scivolando dall’empireo, Gianfranco Vissani.
La regione Sardegna si distingue con ben 66 insegne di cui 15 sono i ristoranti, soprattutto in provincia di Cagliari e di Sassari, che si sono distinti per aver raggiunto il punteggio più alto come: Somu al Club Hotel Baja Sardinia di Arzachena (SS); Dal Corsaro di Cagliari; Luigi Pomata di Cagliari, Josto di Cagliari; I Sarti del Gusto di Cagliari; Musciora di Alghero di SS; La Saletta di Alghero (SS) dopo tre anni di classificazione come trattoria; ChiaroScuro di Cagliari; Is Femminas di Cagliari; Sa Cardiga e Su Schironi di Capoterra (CA); Da Nicolo di Carloforte (SU); Il Fuoco Sacro del Petra Segreta Resort di Olbia (SS); Il Mattacchione estro in cucina di Olbia (SS); Fradis Minoris di Pula (CA) e Mema di Pula (CA).
10 sono le novità tra ristoranti e trattorie che fanno il loro ingresso ufficiale nella Guida di quest’anno: Leopardi di Cabra (OR); La Stella Marina di Montecristo a Cagliari; Amano di Cagliari; Terra del Palazzo Tirso – Mgallery di Cagliari; Ispinigoli di Dorgali (NU); Il Cinghialetto di Fonni (NU); Villa di Chiesa di Iglesias (SU); Zenith di Iglesias (SU); Su Murruai di Riola Sardo (OR) e Arieddas – La Cucina della Marmilla di Sanluri (SU).
Ma non finisce qui! Armidda di Abbasanta (OR) conferma i suoi Tre Gamberi, con il partner Cantine San Marzano: inizialmente solo la parentesi in attesa dei (lunghi) lavori di ristrutturazione al Su Carduleu (ristorante di famiglia ripreso dallo chef Roberto Serra), è poi diventata una delle insegne imperdibili se si vuole assaggiare una cucina autentica, dai richiami tradizionali, ancorata alle tipicità del luogo, dove tutto è frutto di esperienza, tecnica, dedizione e sacrificio. Forte di un’idea che è assolutamente “trattoria” anzi trattoria sarda, ma da annoverare nel presente e nel futuro della tipologia.
Mentre, CUCINA.eat di Cagliari primeggia con le sue Tre Cocotte, con il partner Cantele. Dall’apertura a oggi è passato un decennio che sembra non aver scalfito di un minimo la ventata di novità che il format “leggero” di Alessandra Meddi ha portato nel capoluogo sardo. Tanto contemporaneo nella veste, con bancone, eventi, shop di libri, specialità internazionali e utensili, tanto profondamente e indiscutibilmente sardo nel setacciare l’Isola alla ricerca di ricchezze rare e spesso dimenticate. Un lavoro sempre serissimo, proiettato verso il futuro.
Ed infine, ma non per importanza, il premio speciale Ferzo Wines “Qualità/Prezzo” assegnato a Josto di Cagliari un’ex falegnameria trasformata in uno spazio dal design post-industriale con cucina a vista. Negli ultimi anni la sua cucina si è consolidata sempre di più grazie a una proposta che reinterpreta in chiave contemporanea e con forte personalità ricette e materie prime tipiche regionali, dando vita a piatti dai gusti intensi e mai banali.
I RISTORANTI PREMIATI IN ITALIA
Le Tre Forchette, con il partner TrentoDOC, sono 47 contro le 44 del 2023, di cui sette nuove. Tutte al nord come Guido di Serralunga d’Alba, l’Antica Corona Reale di Cervere, Del Cambio di Torino (che fanno salire il palmares piemontese ai più alti livelli), l’Atelier Moessmer Norbert Niederkofler di Brunico, l’Harry’s Piccolo di Trieste con le due eccezioni del Kresios di Telese Terme in Campania e il Pashà di Conversano in Puglia.
Presidiatissimi i grandi centri urbani, con offerte molto differenti dal grande ristorante alla trattoria, dal bistrò al wine bar, così come le mete più raccolte e isolate, sempre più spesso illuminate – per turisti veri o clienti in cerca di nuovi esercizi da scoprire – da una ristorazione di alto profilo. La Guida è un caleidoscopio di proposte per tutte le tasche e per tutti i gusti, con diverse chiavi di lettura e un piccolo cruscotto in grado di evidenziare anche il rapporto qualità prezzo di ogni cucina. Primeggia la Lombardia per numero e qualità di insegna, mentre in Piemonte aumentano felici le Tre Forchette, così come in Puglia e si assottigliano le differenze tra Nord e Sud.
“All’indomani della candidatura della cucina italiana a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco e dopo un’estate rovente tra scontrini fuori taglia e dibattiti sulla crisi del settore, nonostante i sold out” racconta Laura Mantovano, Direttore editoriale della Guida, “il compito della guida è quello di tirare le somme, cogliere tendenze, senza dimenticare di valorizzare solide realtà. Le difficoltà, a partire dalla sostenibilità economica, esistono, vanno studiati nuovi modelli, non è più tempo di formalismi ma certo è che la ristorazione d’autore dalla forte identità, in Italia, ha ancora molto da dire”.
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