Ilbono. In scena “Tutto sembrava morto d’amore”
Appuntamento ad Ilbono, presso il Parco archeologico di Scerì, venerdì 12 settembre, ore 19. Lo spettacolo sarà preceduto alle 17.30 dalla visita guidata al sito a cura della cooperativa Irei. All’interno della rassegna Nurarcheofestival, curata dalla compagnia Il Crogiuolo, Cantieri d’Arte
Appuntamento ad Ilbono, presso il Parco archeologico di Scerì, venerdì 12 settembre, ore 19. Lo spettacolo sarà preceduto alle 17.30 dalla visita guidata al sito a cura della cooperativa Irei.
All’interno della rassegna Nurarcheofestival, curata dalla compagnia Il Crogiuolo, Cantieri d’Arte Teatro della Chimera presenta lo spettacolo “Tutto sembrava morto d’amore” liberamente tratto da fiabe e leggende di Grazia Deledda, che vedrà la regia e l’interpretazione dell’attore lanuseino Silvano Vargiu.
“Piccolo Romanzo, Fiaba, Il sogno del pastore, sono i racconti del premio Nobel Grazia Deledda che Silvano Vargiu ha scelto per costruire l’intelaiatura del suo nuovo lavoro: uno spettacolo che cerca di approfondire attraverso il corpo-voce dell’attore un lato meno conosciuto della narrativa deleddiana, che colpisce per intensità poetica. I racconti deleddiani sono meno noti al pubblico rispetto ai suoi romanzi in quanto sono stati pubblicati in gran parte postumi, recuperati attraverso le carte dell’autrice o espunti dai suoi più noti romanzi e, spesso, la loro struttura ha un carattere molto sintetico, che in alcuni casi si può definire di appunto. Ciò ha reso il lavoro di messa in scena particolarmente interessante, poiché, proprio per questo carattere particolare dei testi di partenza, si è dovuto pensare all’inserimento di qualche elemento narrativo non presente in partenza. L’intera operazione si è tradotta quindi in un certo modo in una “collaborazione” con la scrittrice per rendere la sua opera adatta ad una rappresentazione scenica, rappresentazione che è diventata un misto di narrazione e drammatizzazione, resa suggestiva dall’accompagnamento dal vivo delle musiche originali di Edoardo Primo”.
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