Le mille piramidi di Roma: leggenda o storia?
Le piramidi romane rappresentano un esempio straordinario di sincretismo culturale, che unisce il simbolismo dell’immortalità egizia con il pragmatismo e lo stile costruttivo romano. Sebbene oggi resti visibile solo la Piramide Cestia, le altre piramidi di Roma rimangono un affascinante mistero della storia della città ed oggi cercheremo di conoscerle insieme.
Le mille piramidi di Roma: leggenda o storia?
Le piramidi romane rappresentano un esempio straordinario di sincretismo culturale, che unisce il simbolismo dell’immortalità egizia con il pragmatismo e lo stile costruttivo romano. Sebbene oggi resti visibile solo la Piramide Cestia, le altre piramidi di Roma rimangono un affascinante mistero della storia della città ed oggi cercheremo di conoscerle insieme.
Quando si pensa alle piramidi, l’immagine che viene immediatamente alla mente è quella dei monumenti dell’antico Egitto, che svettano maestosi nel deserto di Giza.
Già Vistanet ha dedicato un articolo sulla Piramide Cestia che vi invitiamo a visionare, ma pochi sanno che la Città Eterna, possedeva altre piramidi, vestigia di un periodo in cui l’influenza della cultura egizia permeava profondamente l’Impero Romano. La leggenda popolare romana racconta addirittura che Roma fosse disseminata da mille piramidi, così numerose al punto che l’intera città sembrava assumere l’aspetto suggestivo di una “nuova Tebe”. Essa rappresenta un esempio di come la cultura e l’immaginazione popolari abbiano reinterpretato il passato: è un mito ispirato dal sincretismo culturale romano-egizio, molto in voga durante l’epoca augustea. L’Egitto, del resto, con i suoi simboli mistici religiosi, esercitò un grande fascino sui Romani, tanto da influenzare profondamente l’arte, l’architettura e le pratiche funerarie.
In realtà le piramidi a Roma furono circa tredici, purtroppo distrutte nel Medioevo e del Rinascimento. In questo periodo, molte strutture antiche furono demolite per ricavare materiali da costruzione o per far spazio a nuove opere architettoniche, come chiese, palazzi e infrastrutture civili.
La Piramide Cestia (18-12 a.C.), l’unica piramide romana arrivata fino ai giorni nostri, si erge a poca distanza da Porta San Paolo, ed è la tomba di Gaio Cestio Epulone, un ricco membro dell’aristocrazia romana, tribuno della plebe, pretore e membro dei septemviri epulones.
Una delle tredici piramide perdute, di cui si ha certezza archeologica, è la Piramide Meta Romuli. Questo monumento, si trovava vicino all’attuale Basilica di San Pietro, nel rione Borgo, dove oggi è presente l’Auditorium su Via della Conciliazione. Era chiamata anche “Piramide vaticana” o “Piramide di Borgo”.
Il suo nome era dovuto al mito popolare, che indicava questa piramide e la Cestia come sepolcri dei due miti fondatori di Roma, Romolo e Remo.
La Cestia infatti veniva denominata anche “Meta Remi” – in riferimento a Remo – e collegata quindi a “Meta Romuli” (in associazione a Romolo).
Tradizionalmente esisteva anche la convinzione che il luogo dell’uccisione di San Pietro fosse al centro tra le due piramidi e in virtù di questo la troviamo raffigurata nelle opere degli artisti che rappresentavano il martirio del Santo: è presente ad esempio nel Polittico Stefaneschi di Giotto, nella Porta del Filarete della Basilica di San Pietro, nell’affresco della Visione della Croce nelle Stanze di Raffaello, negli affreschi della volta della Basilica di San Francesco ad Assisi di Cimabue.
Purtroppo la Piramide fu abbattuta nel 1499 su indicazione di papa Alessandro VI.
Molto emozionante fu il ritrovamento delle sue fondamenta nel 1948, in seguito a lavori postumi la Seconda Guerra Mondiale, effettuati per la sistemazione di Via della Conciliazione.
Crediti foto:
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descrizioni:
1) immagine AI
2) le piramidi di Giza
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