Roma, nuove autiste al volante: la storia di Giulia Polidori
Proponiamo la storia di Giulia Polidori, nuova autista dell'Atac Roma che, intervistata da Il Messaggero, ha raccontato al giornalista Fernando Magliaro la passione e le difficoltà incontrate e i sacrifici fatti per arrivare al mestiere che sognava, lo stesso che faceva anche sua madre.
Roma, nuove autiste al volante: la storia di Giulia Polidori.
Proponiamo la storia di Giulia Polidori, nuova autista dell’Atac Roma che, intervistata da Il Messaggero, ha raccontato al giornalista Fernando Magliaro la passione e le difficoltà incontrate e i sacrifici fatti per arrivare al mestiere che sognava, lo stesso che faceva anche sua madre.
Giulia Polidori, 28 anni, è una delle nuove conducenti dell’Atac, l’azienda di trasporto pubblico di Roma. Per lei, questo lavoro non è come gli altri: è cresciuta praticamente sui bus dell’Atac, essendo figlia di un’ex autista. La guida di autobus, in un settore tradizionalmente dominato dagli uomini, la vede tra quel piccolo 5% di donne che si cimentano in questa professione.
Pur riconoscendo che le donne sono storicamente in minoranza nel settore, Giulia non percepisce la guida degli autobus come un lavoro esclusivamente maschile. La ridotta presenza femminile, secondo lei, potrebbe essere dovuta a vecchie percezioni, più che a una reale difficoltà per le donne di intraprendere questa carriera.
La sfida principale sembra essere legata agli orari e ai turni. Guidare un autobus è un mestiere impegnativo, che richiede responsabilità verso i passeggeri e gli altri automobilisti. Non è una scelta che si può fare con leggerezza: ci vuole passione. Per Giulia, guidare mezzi pesanti è una soddisfazione, così come lo è il lavoro su turni, che le consente di gestire la sua vita privata. Preferisce infatti i turni mattutini, che le lasciano tempo per sé stessa, il compagno e le attività personali.
La sua decisione di intraprendere questa carriera affonda le radici nell’infanzia. Cresciuta accanto a un nonno che guidava il trattore, Giulia ha sempre avuto familiarità con i mezzi pesanti. La madre, autista Atac per molti anni, ha influenzato la sua scelta professionale. Per lei, i mezzi pubblici rappresentano una parte della sua vita, quasi come una “seconda casa”. Ha visto gli autobus dell’Atac evolversi nel tempo, e il suo legame con questi mezzi è diventato naturale.
Dopo aver lavorato nel settore privato, dove ha perfezionato le sue abilità di guida, Giulia è entrata in Atac quasi due anni fa. Il suo percorso non è stato facile, ma ha affrontato con determinazione la sfida del concorso, arrivando tra i primi classificati. Il risultato finale le ha dato una grande soddisfazione, come se avesse realizzato un sogno d’infanzia.
Il lavoro di autista comporta rischi e responsabilità. La strada è sempre imprevedibile, e non si può mai sapere chi saranno i passeggeri. Per questo, è necessario mantenere il sangue freddo e seguire le procedure aziendali in caso di emergenze o incidenti. Giulia è consapevole delle sfide, ma si sente preparata grazie all’addestramento ricevuto.
Tra gli episodi più significativi del suo lavoro, ricorda con affetto un incontro con una coppia di anziani che, una volta giunti al capolinea, le hanno offerto un caffè, facendola sentire come se fosse con i suoi nonni. Un altro momento toccante è stato quando ha assistito una signora anziana, probabilmente affetta da Alzheimer o demenza senile, che si era persa e non riusciva a ricordare nulla di sé stessa. Questo evento l’ha particolarmente colpita e le ha fatto riflettere sul valore umano del suo lavoro, oltre le responsabilità tecniche.
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