Le terme dell’antica Roma: le ville della plebe

Le terme dell’antica Roma: le ville della plebe. Le terme dell’antica Roma non erano soltanto luoghi dedicati alla cura del corpo, ma veri e propri centri sociali, politici e culturali. Vediamole da vicino. Le terme dell’antica Roma rappresentavano molto
Le terme dell’antica Roma: le ville della plebe.
Le terme dell’antica Roma non erano soltanto luoghi dedicati alla cura del corpo, ma veri e propri centri sociali, politici e culturali. Vediamole da vicino.
Le terme dell’antica Roma rappresentavano molto più di semplici strutture destinate all’igiene personale o alla cura del corpo; erano veri e propri fulcri della vita sociale, politica e culturale della società romana. Questi complessi monumentali, spesso arricchiti da architetture maestose e decorazioni raffinate, non si limitavano a offrire bagni caldi, freddi o saune, ma costituivano un luogo d’incontro imprescindibile per cittadini di ogni classe sociale. Qui i romani trovavano l’occasione perfetta per rilassarsi dopo lunghe giornate, immergendosi nelle piscine termali o sottoponendosi a massaggi e trattamenti per il benessere fisico. Tuttavia, le terme erano anche spazi vibranti di vita collettiva, dove si discutevano questioni politiche di grande rilevanza, si stringevano accordi commerciali, si condividevano riflessioni filosofiche o ci si lasciava ispirare da dibattiti artistici e letterari. Attraverso questo straordinario connubio di cura del corpo e della mente, le terme romane divennero un simbolo della raffinata cultura urbana e della capacità dei romani di unire funzionalità, bellezza e convivialità in un unico luogo.
Parliamo di edifici monumentali e complessi, divisi in diverse sezioni. Ogni struttura termale offriva un percorso di balneazione caratterizzato da differenti tappe. Il calidarium era una sala calda, dotata di vasche piene d’acqua riscaldata e vapore, dove chi vi accedeva poteva rilassare i muscoli. Dopo il calidarium, i bagnanti passavano al tepidarium, stanza con temperatura moderata, funzionale per la preparazione al bagno freddo nel frigidarium, che aveva lo scopo di rinvigorire il corpo.
Oltre alle stanze per i bagni vi erano anche palestre per l’attività fisica, biblioteche per la lettura e lo studio, sale per massaggi e giardini dove passeggiare all’aperto. Le terme più grandi, come quelle di Caracalla e Diocleziano, offrivano anche spazi per eventi culturali e spettacoli, cosa che avviene anche oggi. L’utilizzo del riscaldamento sotto il pavimento detto anche “ipocausto”, assicurava un ambiente comodo anche in autunno ed in inverno.
Erano anche dette “le ville della plebe” in quanto non erano frequentate solo da persone benestanti, ma erano accessibili a tutti i cittadini e questo le rendeva un vero e proprio punto di incontro per tutte le classi sociali.
Questi luoghi costituivano un vero e proprio microcosmo della società romana, dove uomini d’affari, politici, intellettuali e gente comune si mescolavano in un ambiente rilassato e informale.
Le terme di Caracalla, furono costruite intorno al 216 d.c, dall’imperatore Marco Aurelio Antonino Bassiano detto Caracalla, e sono uno degli esempi più maestosi e meglio conservati: potevano ospitare migliaia di persone contemporaneamente e le mura imponenti testimoniano la grandezza e la raffinatezza architettonica romana.
Le terme di Diocleziano, iniziate da Massimiano nel 298 d.C rappresentano l’apice dell’ingegneria romana, con sistemi avanzati di riscaldamento e approvvigionamento idrico. Parte delle terme di Diocleziano è oggi incorporata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma.
Con il crollo dell’Impero Romano, anche l’utilizzo delle terme decadde, ma la loro eredità influenzò notevolmente le culture successive.
Oggi, le terme romane sono indiscutibilmente un patrimonio archeologico di inestimabile valore, una porta aperta sulla vita quotidiana e sulla mentalità di una civiltà importante e le loro rovine continuano a stupire i visitatori di tutto il mondo, ricordando la grandezza e la raffinatezza della Roma antica.
foto: Wikipedia Commons

© RIPRODUZIONE RISERVATA