Lo sapevate? La Scalea del Tamburino di Trastevere è intitolata ad un giovane Garibaldino
La Scalea del Tamburino è la scalinata che unisce Viale Glorioso a Via Dandolo ed è stata intitolata a Domenico Subiaco, un giovanissimo Garibaldino originario della Ciociaria che ha sacrificato la sua vita durante il Risorgimento italiano.
Lo sapevate? La Scalea del Tamburino di Trastevere è intitolata ad un giovane Garibaldino.
La Scalea del Tamburino è la scalinata che unisce Viale Glorioso a Via Dandolo ed è stata intitolata a Domenico Subiaco, un giovanissimo Garibaldino originario della Ciociaria che ha sacrificato la sua vita durante il Risorgimento italiano.
Nel quartiere di Trastevere in cima alla scalinata che unisce Viale Glorioso e Via Dandolo spicca una targa che recita “SCALEA DEL TAMBURINO”. La scala è stata infatti intitolata ad un giovane Garibaldino morto proprio su quei gradini durante uno scontro con i francesi. Era Domenico Subiaco, un sedicenne originario della Ciociaria nato a Ripi il 4 dicembre 1832 da due contadini, Giovanni e Angela Maria Paparelli. Nacque in pieno Risorgimento, negli anni in cui l’Italia rincorreva la sua unità, e all’età di sedici anni decise di arruolarsi nell’esercito dei Garibaldini per supportare il desiderio dei tanti che sognavano un’unica patria. Era il 1849 quando il giovane fece il suo ingresso tra le fila degli uomini di Giuseppe Garibaldi e nonostante gli fu impedito di imbracciare il fucile, a causa della sua statura fu ritenuto non idoneo al combattimento, trovò comunque il modo di marciare tra i volontari. Fu nominato tamburino del I Reggimento Fanteria, Domenico aveva il compito di incitare i suoi picchiando forte con le bacchette sul rullante, era sempre in prima linea e suonava la carica che precedeva ogni scontro.
Domenico trovò la morte sugli scalini di Trastevere durante una battaglia combattuta contro l’esercito francese di Nicolas Charles Oudinot. Era il 3 giugno e i soldati di Luigi Napoleone tentavano il secondo assedio alla capitale della neo Repubblica Romana, dopo aver suonato l’allarme il sedicenne buttò il tamburino e raccolse da terra un fucile, al grido di “Viva l’Italia! Viva Roma!” prese la mira e si scagliò contro i rivali. Il coraggio e il valore non furono sufficienti però e il giovane venne raggiunto da un colpo nemico che gli risultò fatale. A pochi passi da lui assisteva impotente Camillo Ravioli che raccontò cosi l’accaduto: “Dall’alto della porta di S. Pancrazio tirò a petto scoperto gettata l’uniforme e lo vid’io nel mattino di quel giorno stesso 3 giugno da dieci a dodici colpi contro i francesi che assalivano il bastione ottavo, facendosi porgere l’arma carica dai compagni che gli erano di sotto, finché una palla nemica lo colpì nel parietale sinistro e lo gettò rovescio e moribondo a basso “.
Lo scontro si concluse con la vittoria e l’ingresso dei francesi a Roma e il successivo insediamento di un governo militare provvisorio in attesa del ritorno di Papa Pio IX. Nonostante la sconfitta il sacrificio di Domenico Subiaco, e di tanti altri giovani, non è stato dimentico e nel 1891 la scala sulla quale perse la vita prese il nome di “Scale del Tamburino”. A Distanza di qualche anno anche la Ciociaria ha voluto omaggiare il coraggio del Tamburino, prima con un monumento esposto in Piazza della Libertà a Frosinone che celebra Domenico Subiaco e i tanti altri giovani caduti durante il risorgimento, poi, nel 1911 la sua Ripi ha deciso di tributargli una lapide e di intitolargli una piazza.
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