Lo sapevate? Dove si andava a rimorchiare nell’antica Roma?

Nell'antica Roma, esistevano diversi luoghi dove le persone potevano socializzare e, di conseguenza, incontrare potenziali partner romantici o sessuali.
Lo sapevate? Dove si andava a rimorchiare nell’antica Roma?
Nell’antica Roma, la vita sociale era ricca di occasioni per creare legami e coltivare relazioni, sia romantiche che puramente sociali. La città offriva una vasta gamma di spazi pubblici e privati dove le persone potevano incontrarsi, condividere momenti di convivialità e, spesso, avvicinarsi a potenziali partner.
I fori, ad esempio, erano il cuore pulsante della vita cittadina, luoghi di incontro dove cittadini di tutte le classi sociali si riunivano per discutere di politica, affari o semplicemente per trascorrere del tempo insieme. In questo contesto, non era raro che sguardi, conversazioni e attrazioni reciproche portassero alla nascita di relazioni personali.
Anche le terme giocavano un ruolo centrale nella vita quotidiana. Questi complessi non erano solo spazi dedicati all’igiene e al relax, ma veri e propri centri di socializzazione. Qui uomini e donne, in orari separati o in aree distinte, potevano conversare, osservare e instaurare legami che talvolta superavano il semplice rapporto di amicizia.
Un altro scenario fondamentale per le interazioni personali era rappresentato dai banchetti e dalle feste private organizzate dall’élite romana. Durante queste occasioni, caratterizzate da cibo abbondante, musica e intrattenimenti di vario genere, gli invitati avevano modo di conoscersi in un ambiente rilassato e spesso indulgente, dove nascevano flirt e alleanze, sia sentimentali che politiche.
Anche i teatri e le arene contribuivano a creare occasioni per incontri. Questi eventi di massa, che spaziavano dalle rappresentazioni teatrali ai giochi gladiatori, attiravano una vasta moltitudine di persone, creando un’atmosfera vivace e informale che favoriva la nascita di nuove connessioni.
In sostanza, la società romana era strutturata in modo tale da incoraggiare la frequentazione reciproca e lo scambio di esperienze, rendendo i legami affettivi e amorosi una parte integrante della vita pubblica e privata. I luoghi di incontro erano molteplici, ciascuno con le sue peculiarità, ma tutti accomunati dalla capacità di unire le persone in una rete dinamica di relazioni.
Ovidio, poeta romano tra i principali esponenti della letteratura latina e della poesia elegiaca, narra come alcuni luoghi dell’antica Roma potevano essere particolarmente adatti agli incontri. Tra tutti, descrive il Circo Massimo come luogo principe degli approcci, in quanto le grandinate, a differenza del Colosseo, erano pensate per un pubblico misto. È lui stesso nel suo testo “Ars amatoria”, un manuale d’amore che lo rese noto all’epoca, a suggerire come fare indicando vere e proprie strategie per rompere il ghiaccio. In genere tutti gli eventi come spettacoli teatrali, giochi con gladiatori o corse di carri attiravano grandi folle e questo facilitava la vita sociale.
Alcuni dei posti più comuni per “rimorchiare” erano i bagni pubblici (Thermae): le terme romane erano molto più di un luogo per fare il bagno; si trattava di veri e propri centri di socializzazione dove le persone conversavano e trascorrevano il tempo per interagire. La frequentazione delle terme permetteva incontri casuali e la possibilità di flirtare. I corpi di uomini e donne erano naturalmente esposti, lucidi d’olio e quindi più sexy.
Anche il Foro romano (Forum) ed altri mercati erano spazi molto vivaci, dove ci si recava non solo per fare acquisti, ma anche per fare incontri con persone di diversa estrazione sociale, e le interazioni potevano includere scambi di sguardi o conversazioni che potevano portare a qualcosa di più profondo del semplice confronto di idee.
I giardini pubblici (Horti) offrivano una certa privacy, rendendoli ideali per incontri intimi. Tra i più famosi gli Horti di Cesare, soprannominati “giardini della lussuria”. È qui, del resto, che Cesare vi ospita Cleopatra.
Ora come allora le strade e le piazze erano ambienti di incontro spontanei, ma è durante i banchetti e le cene (cenae) più elaborate organizzate dai ricchi, che le persone potevano avere occasioni importanti per entrare in contatto: il consumo di cibo e vino facilitava le interazioni e poteva portare a flirt e, in alcuni casi, a relazioni più intime.
Una regola comune negli approcci era la “vir prior accedat” ossia “si avvicini l’uomo per primo” e l’avvicinamento non doveva essere troppo sfacciato, ma ricco di lusinghe. Sempre Ovidio descrive l’importanza dei complimenti al primo impatto e consiglia di non sottolineare mai i difetti, invita a non chiedere mai l’età di una donna e si raccomanda di non sbandierare mai le conquiste fatte precedentemente. Concede inoltre la possibilità di mentire e fare false promesse anche in nome degli dei, facendo presente che anche Giove ne sarebbe divertito, considerata la fama di grande amatore e traditore.
in foto:
Wikipedia, “Donne romane nel frigidarium delle terme”, da un dipinto di Lawrence Alma-Tadema

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