Lo sapevate? Qual è il rione più piccolo di Roma?

Se vi state chiedendo quale sia il rione più piccolo della capitale vi diciamo che è noto soprattutto per la presenza del Ghetto
Se vi state chiedendo quale sia il rione più piccolo della capitale vi diciamo che è noto soprattutto per la presenza del Ghetto ebraico.
Il rione più piccolo di Roma, il rione Sant’Angelo, è un angolo di città che racchiude secoli di storia, tradizione e cultura in una manciata di strade ricche di fascino. Celebre soprattutto per ospitare il Ghetto ebraico, uno dei più antichi al mondo, questo rione è una tappa imprescindibile per chi desidera scoprire l’anima più autentica della Capitale. Nonostante le sue ridotte dimensioni, Sant’Angelo è un concentrato di meraviglie: passeggiando tra le sue vie si possono ammirare straordinari resti archeologici, come il Portico di Ottavia o il Teatro di Marcello, che convivono armoniosamente con palazzi rinascimentali e piccole botteghe storiche. Ma Sant’Angelo non è solo un museo a cielo aperto: è anche un luogo vivo, frequentatissimo ogni giorno da turisti e romani attratti dall’atmosfera unica che si respira e dalla rinomata tradizione gastronomica, in particolare quella giudaico-romanesca. I profumi della cucina tipica, come i carciofi alla giudia o il baccalà fritto, accompagnano la scoperta di un quartiere che, pur essendo il più piccolo tra i rioni, custodisce un’eredità immensa e indimenticabile.
Chi si addentra nel luogo noterà sicuramente l’aspetto simile a quello di un villaggio con la presenza di una forte comunità ebraica.
Vistanet ha già dedicato due articoli sia alla sinagoga che al Ghetto e vi invitiamo a leggerli.
Un tempo qui, vi si trovava il mercato del pesce e la chiesa di Sant’Angelo in Pescheria.
Tappe imperdibili il Teatro di Marcello (un colosseo in miniatura), la Crypta Balbi, il Portico di Ottavia e la Fontana delle Tartarughe.
L’antica pescheria era un punto di riferimento per il Medioevo fino alla fine dell’Ottocento.
Interessante segnalare che la parte settentrionale era chiamata Calcarario per la presenza dei forni che per secoli produssero la calce ottenuta bruciando statue e marmi dai Fori.
Un tempo la zona era particolarmente soggetta ad allagamenti, dovuti al suo aspetto pianeggiante.
Il Ghetto fu dovuto nel 1555 a Papa Paolo IV che con una Bolla revocò tutti i diritti della comunità di Israele che fu rinchiusa nel quartiere murato dove gli ebrei potevano lavorare ed era permesso loro praticare l’attività di soldi in prestito.
Furono liberati nel 1870, periodo che coincide con la costruzione dei muraglioni che finalmente fecero cessare gli allagamenti.
Nel periodo fascista ci furono numerose demolizioni che portarono comunque alla luce templi romani e case medioevali. Molti ebrei morirono nei campi di concentramento e nelle Fosse Ardeatine durante la Seconda Guerra Mondiale.
Tra le istituzioni presenti l’Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, il Centro di Studi Americani on la biblioteca europea più importante avente come soggetto gli Stati Uniti, l’Universitas Mercatorum.
Nello stemma del rione è raffigurato un angelo con un ramo di palma nella mano sinistra. Ne esiste un’altra versione dove l’angelo tiene una spada nella mano destra ed una bilancia nella sinistra.

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