Storia dei teatri di Roma. L’Argentina, uno dei principali della Capitale
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Nel nostro secondo appuntamento con la rubrica dedicata ai Teatri di Roma, andremo alla scoperta del teatro stabile della Capitale
Nato nel 1732 grazie alla famiglia nobile Sforza Cesarini che ebbe l’idea di costruire un teatro per rivalutare la Casa del Burcardo di loro proprietà, ad oggi è un punto di riferimento sommo per la rappresentazione scenica. Di origini nobili anche il suo architetto progettatore, che ebbe l’idea di strutturarlo con la forma a ferro di cavallo.
Non tutti sanno che proprio qui fu rappresentato per la prima volta nel 1813, il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini con Manuel García e che fu un vero e proprio flop. Fortunatamente fu riproposto nuovamente e si rivelò il successo mondiale che conosciamo oggi.
Attualmente il Teatro oggi è parte dall’Associazione Teatro di Roma, lo stabile della capitale insieme al Teatro India, al Teatro Torlonia ed al Teatro Valle.
Dal 1973 vi troviamo anche il Museo Storico del Teatro, nato da un’idea di Cecilia Pericoli Ridolfini che ne voleva preservare la storia.
Si trova dinanzi l’Area Sacra di largo di Torre Argentina, la grande aula detta Curia Pompeii dove Giulio Cesare fu ucciso.
Nota sede della sfarzose feste del Carnevale di Roma dello Stato Pontificio, le storiche rappresentazioni di Paganini avvennero proprio qui.
Il nome è omonimo alla piazza circostante che si riferisce alla Torre Argentina, denominata in questo modo dal maestro dei papi Johannes Burckardt, nato a Strasburgo.
Ebbene, Strasburgo è il capoluogo della regione della Francia Grande Est, dove sorgeva il castrum romano denominato “Argentoratum”. Burckardt amava firmarsi Argentinus e fu il proprietario dei terreni nella zona dove, tra l’altro, vi erano i resti del Teatro di Pompeo. La casa del Bucardo della quale parlavamo prima, di fatto è stata una sua proprietà.
Il primo spettacolo che inaugurò il teatro fu nel 1732 l’opera “la Berenice” di Domenico Sarro, un compositore di Trani molto vicino ad Handel.
Fu frequentato anche da Mazzini e Garibaldi che assistettero nel 1879 alla rappresentazione di “La battaglia di Legnano” di Giuseppe Verdi. Interessante notare che nel clima delle feroci contestazioni dell’epoca fu scelto di portare in scena il combattimento patriottico tra l’esercito imperiale di Federico Barbarossa e le truppe della Lega Lombarda del 1176, a prova di come l’arte sia da sempre stata coerente con l’esigenza dei tempi. Del resto la battaglia di Legnano fu un passaggio fondamentale nella difficile guerra per fermare il ritorno di Federico Barbarossa, imperatore tedesco. Significativo fu che dei comuni (in questo caso settentrionali) misero da parte le intestine rivalità facendo squadra per sconfiggere il nemico.
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