Perché un’area urbana del centro di Roma si chiama Tridente?

C’è una zona centralissima di Roma denominata “Tridente” ed in questo articolo scopriremo perché.
C’è una zona centralissima di Roma denominata “Tridente” ed in questo articolo scopriremo perché. Il termine non è strettamente legato alla forma geografica della zona, ma alla disposizione delle trestrade principali convergenti che dipartono da Piazza del Popolo: Via del Corso, Via del Babuino e Via di Ripetta.
L’origine del nome risale al periodo dell’Impero Romano, quando la zona era un importante crocevia e punto di collegamento tra il centro storico di Roma e altre regioni dell’Impero. Nel corso dei secoli, questa zona è diventata un punto focale per il commercio, la cultura e la vita sociale della città, mantenendo il nome di “Tridente”. Oggi, questa area è rinomata per le sue boutique di lusso, le gallerie d’arte, ristoranti, caffè ed è nota in tutto il mondo per la sua atmosfera intrisa di eleganza e raffinatezza.
Per coloro che desiderano immergersi nella vibrante scena dello shopping di lusso e dell’alta moda, non c’è luogo migliore del Tridente.
Le boutique delle più prestigiose case di moda italiane e internazionali si trovano lungo queste strade: da Gucci a Prada, da Bulgari a Valentino, le vetrine sfoggiano capi esclusivi, gioielli rari, attirando clienti da tutto il mondo in cerca di pezzi unici e di tendenza. Molti dei negozi sono situati in edifici storici, aggiungendo un tocco di charme e prestigio all’esperienza dello shopping.
Il Tridente ovviamente non è solo un punto di riferimento per lo shopping di lusso, ma è anche un luogo ricco di arte e cultura dove è possibile trovare gallerie d’arte prestigiose, studi di design e spazi di ricerca, fare gustose esperienze gastronomiche nei vari ristoranti.
Indicata dagli stessi romani come cuore pulsante di Roma, attualmente risulta essere la zona più costosa per il mercato immobiliare.
Come indicato da turismoroma.it, dove attualmente su via di Ripetta troviamo l’Accademia di Belle Arti, un tempo vi erano orti urbani, vigne e l’area portuale.
Numerosi gli artisti coinvolti che contribuirono al riallestimento delle vie, tra cui Antonio di Sangallo, Raffaello Sanzio, Domenico Fontana, ed il grande Gian Lorenzo Bernini.
Già Vistanet ha parlato del caffè greco nella zona, della casa di John Keats e Percy Shelly,
di Goethe, di Giorgio De Chirico e della necessità di recuperare una targa per Cesare Pavese, un tempo vicino alla famosa sala da tè Babingon’s.

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