“Tiè becca ‘sti spicci”. Significato e origine di questo modo di dire romano
La parlata romanesca è ricchissima di terminologie ormai entrate a far parte del patrimonio collettivo della capitale. Una delle frasi utilizzate per chi riesce in un’impresa difficile o vuole ostentare vantandosi di qualcosa è “becca ‘sti spicci” ossia “Tieni queste
La parlata romanesca è ricchissima di terminologie ormai entrate a far parte del patrimonio collettivo della capitale. Una delle frasi utilizzate per chi riesce in un’impresa difficile o vuole ostentare vantandosi di qualcosa è “becca ‘sti spicci” ossia “Tieni queste monete”.
Ad esempio “ieri ho ottenuto una promozione, pija ‘sti spicci”. (Pijare sta per “prendere” e “beccare” è una sorta di sinonimo).
L’origine è incerta, ma l’ipotesi più accreditata è quella che descriveremo in questo articolo.
Simboleggia il gesto di elemosinare con una plusvalenza di disprezzo: gettare dei soldi a terra è un atto umiliante verso chi dovrebbe raccoglierli, quindi è intrinseco un rapporto gerarchico tra chi “offre” e chi “prende”. Inoltre con “spicci”si indicano non lebanconote ma monete di poco valore, che però per l’altro potrebbero essere utili.
Ad esempio: “guarda che macchina bella me so’ fatto, tiè, becca ‘sti spicci”.
“Pija sti spicci” è tendenzialmente usato in modo ironico, ma chi lo utilizza in modo serioso generalmente non è dotato di eleganza.
Un modo di esprimersi originariamente legato alla Roma “coatta”, quella che forzatamente deve dimostrare qualcosa sminuendo in modo sarcastico l’interlocutore.
Il “coatto” viene descritto da Treccani come un individuo rozzo, dalla parlata volgare e dall’abbigliamento privo di gusto. La frase infatti essendo ovviamente enfatizzante è spesso in bocca a chi si vanta molto con fare “sbruffone”, “spaccone” ossia “colui che si dà delle arie”, a Roma definito “sborone”.
Con “sborone” si indica generalmente un esibizionista che cerca di farsi notare in tutti i modi.
Pensiamo ad esempio a chi tiene la musica alta in auto, a chi schizza con la moto ad altissima velocità facendo gran rumore, a chi ostenta grandi prestazioni sessuali o amicizie con personaggi noti o di potere.
Non è difficile immaginare il personaggio di Carlo Verdone nel film “Troppo Forte” del 1986 dire: “tiè, becca sti spicci”.
Nel cortometraggio di Paolo Sorrentino “Piccole avventure romane” del 2018, una delle protagoniste, interpretata da una straordinaria Lidia Vitale, mostra con fare ammiccante la schiena ad un fotografo dicendo “so’ a regina de’ Roma. Tiè becca ‘sti spicci”.
Tornando al “beccare”, riteniamo importante sottolineare che la parola a Roma ha diversi significati
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