L’Invasione del granchio blu a Roma: traffico illecito e preoccupazioni ambientali
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Il recente arrivo del granchio blu a Roma fa preoccupare. Conosciuto con il nome scientifico di 'callinectes sapidus', il granchio blu è stato soprannominato il "predatore dei mari". Le sue vittime includono una vasta gamma di prede, come vongole, cozze, pesci, altri crostacei e persino le reti dei pescatori, che spesso subiscono danni causati da questo animale. Nonostante ciò, molte persone apprezzano il sapore della sua carne, che viene paragonata a quella dell'astice.
L’Invasione del granchio blu a Roma: traffico illecito e preoccupazioni ambientali.
Il recente arrivo del granchio blu a Roma fa preoccupare. Conosciuto con il nome scientifico di ‘callinectes sapidus’, il granchio blu è stato soprannominato il “predatore dei mari”. Le sue vittime includono una vasta gamma di prede, come vongole, cozze, pesci, altri crostacei e persino le reti dei pescatori, che spesso subiscono danni causati da questo animale. Nonostante ciò, molte persone apprezzano il sapore della sua carne, che viene paragonata a quella dell’astice.
Questo crostaceo, originario delle acque dell’Atlantico, è ora al centro dell’attenzione, poiché sembra essere pescato in prossimità delle coste pontine e successivamente venduto nella Capitale.
In passato, questo animale veniva distribuito in modo clandestino, soprattutto nella regione tra Sabaudia e Terracina, a un prezzo che variava tra i 50 e i 70 euro al chilo. Tuttavia, la sua diffusione sembra essersi estesa fino a coinvolgere anche la Città Eterna.
Questa particolare preferenza sembra essere il motore dell’aumento della domanda a Roma. In risposta, i pescatori illegali, spesso provenienti da comunità cinesi e bengalesi, cercano di sfruttare questa richiesta.
È stato riferito che ogni giorno, decine di individui partono da Roma per raggiungere la foce del Rio Martino o i corsi d’acqua all’interno del Parco del Circeo. Qui riescono a catturare quantità considerevoli di questi crostacei. Poiché il granchio blu non è ancora regolarmente presente sul mercato, viene venduto su canali non ufficiali, comportando problemi legati soprattutto alla conservazione e, conseguentemente, alla sicurezza sanitaria.
Foto Cookpad.
Purtroppo, i controlli in merito a questo traffico illecito sono risultati finora piuttosto limitati. Tuttavia, le autorità sono attualmente impegnate nel rafforzare i meccanismi di controllo per affrontare questa questione in modo più efficace. Tra i mercati romani interessati, l’area dell’Esquilino sembra essere particolarmente coinvolta. Secondo gli inquirenti, gran parte delle quantità pescate finirebbe proprio in questo mercato.
I Professionisti agronomi di Roma esprimono preoccupazioni sull’impatto.
Flavio Pezzoli, il presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Roma, ha sollevato un’allerta sull’espansione della presenza del granchio blu nel Mediterraneo. Questo crostaceo, originario delle coste atlantiche degli Stati Uniti, ha fatto la sua comparsa nel Mediterraneo negli ultimi anni, rivelando di essere tra le specie aliene più problematiche per l’ecosistema marino.
Il cambiamento climatico e le attività umane stanno causando notevoli cambiamenti negli ecosistemi marini e d’acqua dolce, portando all’introduzione di specie aliene tropicali. Queste specie, tra cui il granchio blu, hanno dimostrato un’adattabilità straordinaria e una rapida colonizzazione degli habitat marini. Questo potrebbe destabilizzare l’equilibrio dell’ecosistema marino e causare gravi conseguenze per l’attività di pesca e la biodiversità locale.
Pezzoli ha sottolineato la necessità di un impegno collettivo per affrontare queste sfide. Governi, pescatori, gestori delle risorse e cittadini dovrebbero collaborare per sviluppare strategie di gestione dell’ecosistema marino e creare piani di gestione del rischio che tengano conto di tutti i fattori antropici. La collaborazione tra esperti e istituzioni è fondamentale per affrontare questa situazione e proteggere l’ecosistema marino e l’attività di pesca.
Foto Amici di Torre Flavia
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