Roma, un altro tesoro riemerge dal sottosuolo del Mausoleo di Augusto.

L’area intorno al Mausoleo di Augusto, una delle più imponenti opere architettoniche della romanità e il più grande monumento funebre circolare mai edificato, si conferma luogo decisivo di inestimabili scoperte archeologiche.

A due anni esatti – era il luglio del 2021 – dal ritrovamento del raro cippo pomeriale in travertino dell’epoca di Claudio rinvenuto durante gli scavi per la realizzazione del progetto di riqualificazione di piazza Augusto Imperatore, preziosa testimonianza dello sviluppo dell’Urbe e del suo ampliamento, riaffiora dal terreno sottostante il Mausoleo una preziosa testa di divinità femminile.

Il volto è scolpito in marmo, forse pario, pregiato materiale a grana fine proveniente dalle cave dell’isola di Paro, lo stesso in cui è stata raffigurata la Venere di Milo. La raffinatissima fattura e i capelli elegantemente raccolti sulla sommità del capo da una “tenia”, un nastro annodato, ne fanno forse l’effigie di una prestigiosa statua a grandezza naturale di Afrodite.

Il reperto, che si conserva integro, è stato rinvenuto nella fondazione di un muro tardoantico sul lato orientale degli scavi, rivolto verso il basso.

La testa era protetta da un banco d’argilla e riutilizzata come materiale da costruzione in epoca tardo medioevale; la pratica di riutilizzare opere scultoree anche di grande valore era allora piuttosto frequente e ha spesso consentito la fortunata preservazione di importanti opere d’arte rimaste sepolte per millenni.

Al momento, lo straordinario reperto è stato affidato ai restauratori per essere pulito e agli archeologi per essere identificato e datato, anche se appare quasi certa la sua attribuzione all’epoca augustea, tra il 44 a.C. e il 14 d.C.

Photo: Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

Scontrini folli, a Ostia un cappuccino senza schiuma 10 centesimi in più.

Una nuova controversia si è accesa in questa estate, nella quale gli scontrini di bar e ristoranti hanno spesso preso vita sui social media. Questa volta, la discussione è sbocciata a Ostia, alimentata da una singolare differenza di prezzo per un cappuccino.

“Erica”, nome di fantasia, ha condiviso la sua esperienza su un gruppo Facebook: «Oggi al bar volevo ordinare un cappuccino con latte freddo e il proprietario mi ha chiesto un extra di 10 centesimi, spiegandomi che senza la schiuma costava di più poiché richiedeva più latte. Ora mi chiedo, se domani chiederò un cappuccino con meno latte, mi faranno uno sconto? Ho pagato anche 5 euro per un buon cappuccino, ma ero a conoscenza del prezzo grazie al listino». Il bar in questione, come riporta La Repubblica, è l’Old Station Coffee Drink, situato in piazza della Stazione Vecchia.

Nonostante ciò, il locale ha trovato difensori tra i residenti e i clienti abituali: «Anche in due bar diversi qui ad Ostia mi hanno chiesto un supplemento di 20 centesimi per il caffè schiumato – commenta un altro utente – naturalmente ho accettato, spiegandomi che si spreca parecchio latte per una piccola quantità di schiuma».
Nel caso di Erica, il proprietario ha chiarito di aver richiesto i 10 centesimi in aggiunta dopo aver già preparato il cappuccino e dopo che la cliente aveva chiesto poco latte. «Si trattava di un supplemento al prezzo di 1,40 euro, come riportato nel listino prezzi; non ho notato alcuna menzione riguardante un sovrapprezzo per la schiuma ridotta – continua Erica -. Non è tanto una questione di denaro, ma mi sarebbe piaciuto vedere chiaramente specificato che una schiuma minore comportava un costo extra. È la prima volta che mi capita una situazione del genere. Mi chiedo dove ci porteranno queste aumenti arbitrari se tutti decidono di farlo».