Il “Fungo” dell’Eur, storia e curiosità dell’iconico serbatoio idrico romano

Il serbatoio idrico dell’Eur, o più comunemente “Fungo”, nasce con la funzione di supportare la rete idrica del quartiere. Nel corso degli anni ha assunto caratteristiche diverse che lo hanno portato al centro delle cronache durante gli anni ‘70.
Il “Fungo” dell’Eur, storia e curiosità dell’iconico serbatoio idrico romano.
Il serbatoio idrico dell’Eur, o più comunemente “Fungo”, nasce con la funzione di supportare la rete idrica del quartiere. Nel corso degli anni ha assunto caratteristiche diverse che lo hanno portato al centro delle cronache durante gli anni ‘70.
Nel quartiere Europa, meglio noto come Eur, su Largo Pakistan sorge un imponente serbatoio idrico alto più di 50 metri e realizzato interamente in cemento armato. Data la sua forma è stato simpaticamente battezzato dai romani “Fungo dell’Eur” e venne costruito tra il 1957 e 1959 dall’ architetto Roberto Colosimo in collaborazione con Sergio Varisco, Aldo Capozza e Sergio Martinelli. La struttura nasce per raccogliere le acque del vicino laghetto dell’Eur, provenienti dall’acquedotto della Cecchignola, per garantire un supporto idrico al quartiere. Il Fungo, infatti, ha una capacità di 2.500 metri cubi di acqua (cioè 2 milioni e 500mila litri) ed è indispensabile per il rifornimento antincendio e l’irrigazione di tutto il quartiere, comprese tutte le fontane monumentali.
Il serbatoio è alimentato da 44 pozzi localizzati nell’aerea della Cecchignola e si poggia su 8 pilastri pentagonali alti 34 metri. Sull’estremità dei pilastri ci sono delle grandi mensole che fanno da basamento a un’enorme vasca d’acqua di forma cilindrica con un diametro di 30 metri. Le tubature sono ubicate internamente ai pilastri che ospitano anche delle scale e due vani ascensori.
Nel 1961 il tenore Mario Del Monaco decise di realizzare un lussuoso ristorante sul tetto del fungo che venne inaugurato il 20 gennaio del 1964 con una grande serata di gala. Oltre al ristorante, che divenne ben presto punto di riferimento della mondanità romana, il serbatoio ospitava anche un bar al pianterreno e tramite una struttura fatta di tubi innocenti vennero creati degli spazi pubblicitari sulla cima della cisterna.
Nel settembre del 1978 un gruppo di attentatori face esplodere una bomba di tre chili di tritolo che devastò il bar del pianterreno. Pare che l’attentato fosse di matrice politica e sarebbe da ricondurre ai violenti attriti tra destra e sinistra. Il ristorante del Fungo era diventato il luogo di ritrovo della giovane estrema destra romana e quel gesto tanto violento poteva avere come movente quello di colpire un punto di riferimento di avversari politici. I danni causati dall’ordigno costrinsero il ristorante alla chiusura fino al 1991 quando la famiglia Reggiani finanziò la ristrutturazione delle attività commerciali. Il progetto venne affidato agli architetti Di Giuseppe, Manzoni e Lenci e furono realizzati un bar pizzeria al primo piano e un nuovo ristorante panoramico al 14esimo piano.
Dal 2008 il Fungo fa parte degli edifici di rilevante interesse architettonico, urbano e ambientale, tutelato dalla Sovrintendenza Capitolina.

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