Carnevale: si torna a festeggiare. Storia ed appuntamenti da non perdere a Roma
Carnevale: si torna a festeggiare. Storia ed appuntamenti da non perdere a Roma. Articolo di Rita Chessa Dopo due anni di interruzioni a causa della pandemia, si torna a festeggiare con il Carnevale in tutta Italia e le celebrazioni
Carnevale: si torna a festeggiare. Storia ed appuntamenti da non perdere a Roma.
Articolo di Rita Chessa
Dopo due anni di interruzioni a causa della pandemia, si torna a festeggiare con il Carnevale in tutta Italia e le celebrazioni proseguiranno fino a martedì 1° marzo. Oggi conosceremo un po’ di storia sul Carnevale romano ed alcuni appuntamenti da non perdere.
L’etimologia della parola “carnevale” deriva dal latino “carnem levare” ossia “togliere la carne”, in riferimento alla settimana che precede il digiuno della Quaresima di Pasqua. Il giovedì ed il martedì antecedenti il mercoledì delle ceneri vengono detti “grassi” in quanto è usanza mangiare cibi più sostanziosi ed organizzare banchetti e feste.
Questa festa trae origine dalle celebrazioni dionisiache e saturnali dove veniva straordinariamente concessa una tregua dagli obblighi sociali. In quei giorni era possibile lasciarsi andare in balli, divertimento sfrenato e l’espressione “a Carnevale ogni scherzo vale” sottolinea che è possibile cedere alla goliardia e qualsiasi burla è permessa.
Gli antichi romani importarono dagli egiziani il culto della dea Iside che prevedeva l’utilizzo di maschere e costumi. Nel dodicesimo secolo dopo Cristo il papa si recava a Testaccio per praticare rituali religiosi di buon auspicio e sotto il Monte dei Cocci il popolo assisteva alle tauromachie, combattimenti tra uomini e bovini che venivano accolti con entusiasmo in quanto occasione per potersi nutrire di carne.
Nel Rinascimento artisti significativi come Bramante, Bernini, Donatello, Raffaello, Michelangelo, erano coinvolti nell’organizzazione dei festeggiamenti coadiuvati da papi, nobili e mecenati.
Agli artisti veniva chiesto di elaborare idee originali per mascherate, giostre, esecuzioni musicali, esibizioni cavalleresche, spettacoli.
A Piazza del Popolo e lungo Via del Corso si svolgevano la sfilata inaugurale e la corsa dei cavalli barberi. I nobili avevano l’occasione di esporre carri trionfali, splendide carrozze ed allestimenti imponenti. mentre i cavalli venivano lanciati in gare ippiche spettacolari.
Roma si trasformava in un grande teatro all’aperto gettando il seme della nascita della commedia dell’arte.
Purtroppo durante i giochi avvennero alcuni incidenti che provocarono la morte di diverse persone nel pubblico e Vittorio Emanuele II di Savoia nel 1874 decise di chiudere per sempre le corse in seguito al decesso di un giovane che fu travolto dai cavalli.
Anche se la manifestazione a Roma è molto meno sentita che a Venezia, ad Acireale o a Viareggio, numerose sono le iniziative della capitale. I Musei Civici organizzano quest’anno feste per bambini, all’Auditorium Parco della Musica è possibile assistere alla Tarantella, sull’Isola Tiberina si potrà scendere in maschera sul fiume in canoa, al Pincio i pattinatori organizzano una pattinata in maschera. Da Eataly Roma, si svolgerà la festa del Maritozzo dove sarà possibile degustare il tipico dolce romano. Degna di nota è la manifestazione a San Basilio Carnevale de Sanba, il cui obiettivo è coinvolgere le persone mostrando un quartiere che non è solo luogo di emarginazione.
La maschera permette di celare la propria identità, svelare “l’altro da sé”, cancellare le differenze sociali. E il Carnevale offre l’occasione di vivere un’altra vita per il tempo breve del travestimento.
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Lo sapevate? Le terme di Caracalla erano un gigantesco centro sportivo della Roma antica
Ricchissime di marmi, affreschi e mosaici, le terme di Caracalla erano un gigantesco centro sportivo, con bagni caldi e freddi, piscina, saune, sale di ginnastica e di ritrovo abbellite da cupole, colonnati e giardini. Qui i cittadini amavano rilassarsi, fare attività sportiva, incontrarsi per un appuntamento (un po' come accade adesso nei centri fitness o anche nei centri commerciali). Le terme erano un complesso unico per dimensioni e decorazioni, queste terme rappresentano uno dei grandi edifici imperiali meglio conservati dell’antichità.
Lo sapevate? Le terme di Caracalla erano un gigantesco centro sportivo della Roma antica.
Ricchissime di marmi, affreschi e mosaici, le terme di Caracalla erano un gigantesco centro sportivo, con bagni caldi e freddi, piscina, saune, sale di ginnastica e di ritrovo abbellite da cupole, colonnati e giardini. Qui i cittadini amavano rilassarsi, fare attività sportiva, incontrarsi per un appuntamento (un po’ come accade adesso nei centri fitness o anche nei centri commerciali). Le terme erano un complesso unico per dimensioni e decorazioni, queste terme rappresentano uno dei grandi edifici imperiali meglio conservati dell’antichità.
Le terme di Caracalla o antoniniane sono ancora conservate per gran parte della loro struttura e non hanno intorno edifici moderni.
Furono fatte costruire tra il 212 e il 216 d.C. da Caracalla, figlio di Settimio Severo, che inaugurò l’edificio centrale nel 216 d.C.
La pianta rettangolare è tipica delle “grandi terme imperiali”: un luogo unico dove poter fare il bagno, lo sport e la cura del corpo, ma anche un luogo per il passeggio e lo studio. Il blocco centrale è quello destinato alle Terme: qui si aprono il calidarium, il tepidarium, il frigidarium e la natatio. Ai lati, le due palestre e gli spogliatoi. Nel recinto che circonda l’area centrale erano presenti le cisterne e le due biblioteche simmetriche, quindi gli accessi principali e le tabernae.
Furono le più imponenti mai edificate nell’Impero romano fino all’inaugurazione delle terme di Diocleziano (306).
Nei sotterranei lavoravano centinaia di schiavi e di operai specializzati che facevano funzionare la macchina tecnologica delle Terme. Conservati per circa due chilometri, i sotterranei erano un labirinto di gallerie dove si trovavano i depositi di legname, l’impianto di riscaldamento, costituito da forni e caldaie, un impianto idrico, un mulino e il Mitreo, uno dei più grandi conservati nella città di Roma.
Abbandonate e riutilizzate a varie riprese anche a fini abitativi (l’area circostante fu usata anche come cimitero per inumazioni), le terme e l’area circostante vennero anche sfruttate come zona agricola e vigneto dai proprietari di ville vicine o di enti ed associazioni ecclesiastiche. Dall’abbandono nel VI secolo furono usate come cava da riutilizzare per l’edilizia di qualità: il duomo di Pisa e la basilica di Santa Maria in Trastevere contengono, ad esempio, strutture architettoniche prelevate dall’area termale.
Le terme furono oggetto di scavo sin dal XVI secolo, quando, sotto il pontificato di papa Paolo III si rinvennero qui diverse statue, sopravvissute alle distruzioni medievali. Molte di queste opere, entrate nella collezione Farnese, furono portate poi a Napoli. Tra i pezzi di scultura più importanti rinvenuti tra le rovine delle terme è da ricordare il Toro Farnese, ora al Museo archeologico nazionale di Napoli. L’ultima colonna di granito intera venne rimossa dalla “natatio” nel 1563 per essere donata da papa Pio IV al primo granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, che la fece collocare al centro di piazza Santa Trinita a Firenze, dove divenne la colonna della Giustizia.
Qualche curiosità: durante le Olimpiadi di Roma del 1960, le Terme di Caracalla ospitarono le gare di ginnastica.
A causa del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009 l’edificio ha subito alcuni piccoli danni.
Dal 1937 la parte centrale delle terme è utilizzata per concerti e rappresentazioni teatrali all’aperto e in particolare per la stagione estiva dell’Opera di Roma.
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