Roma, tutto quello che non sapevate sul bunker dei riti satanici di Villa Ada
Per paura di bombardamenti da parte delle forze alleate, i Savoia costruirono, durante la Seconda Guerra Mondiale, un bunker vicino la loro residenza. Abbandonato per anni, ha conosciuto la devastazione da parte di vandali e curiosi. E c'è chi narra addirittura di rituali satanici negli anni '90. Andiamo a visitare questo luogo non da tutti conosciuto.
Corre l’anno 2023 ed ancora è possibile ascoltare storie di superstizione e diavoli. Tutto questo a Roma, dove in un bunker sotterraneo, tra leggende di riti di sangue e conversioni a Lucifero, si racconta di incontri tra membri di sette sataniche tra gli anni 90 e duemila. Il luogo si trova a Villa Ada, un rifugio antiaereo costruito dai Savoia, durante la Seconda Guerra Mondiale, per proteggersi in caso di bombardamenti.
Nella Villa infatti c’è la Palazzina Reale, luogo di residenza del Re Vittorio Emanuele e di sua moglie. Fu Mussolini a decidere con i Reali la costruzione del bunker a Villa Ada, insieme ad un altro riservato al fondatore del fascismo a Villa Torlonia. Il bunker si trova a circa 350 metri in linea d’aria dalla Palazzina ed è stato scavato all’interno di una collina tufacea.
Realizzato tra il 1942 ed il 1943 dalla ditta dell’Ingegnere Romeo Capetti, con l’Armistizio dell’8 settembre ha conosciuto anni di oblio. Dotato di pianta circolare, il bunker si estende per oltre 200 metri quadri, con un’entrata ed una zona riservata all’ingresso delle auto e una scala a chiocciola come uscita d’emergenza. Funzionale la presenza di sistemi di aereazioni antigas ed un solidissimo scudo in cemento armato per contenere eventuali detonazioni.
C’è chi spergiura di aver sentito di notte, tra gli anni 90 e i primi anni duemila, cantilene provenire dal parco della Villa, si raccontano storie fantasiose che ricordano narrazioni baccanali che nel corso del tempo non si sa quanto siano state gonfiate.
La struttura, del resto, si prestava notevolmente a pratiche protette, in quanto si trova in una location nascosta piena di vegetazione. In passato, nel posto, sono state trovate candele ed oggetti tipici del ritualismo nero, scritte sui muri come “Satana, mi sono convertito”, il numero “666” della bestia.
Dopo decenni di abbandono, ha ritrovato nuova vita grazie al recupero da parte di Roma Sotterranea. Antecedentemente infatti gli ambienti erano devastati da graffiti, addirittura scritte inneggianti il demonio, ma è con le migliaia di lavoro dell’Associazione, la supervisione della Sovrintendenza, che abbiamo potuto tornare a visitare il luogo, egregiamente restaurato, dal 2016 al 2021.
Un impegno che ha permesso di riportare il bunker allo stato originale.
Già nel 2012 era stato posto un cancello che ne ha impedito le incursioni da parte di vandali e curiosi.
Attualmente lo shelter è chiuso a causa della scadenza della convenzione con il Comune di Roma, ma speriamo si riesca a trovare un nuovo accordo che permetta di accedere ad un luogo storico.
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