Alla scoperta di Porta Portese, storico mercato delle pulci e porta di Roma

Uno degli appuntamenti imperdibili per chi si trova a Roma è, la domenica mattina, recarsi presso il mercato di Porta Portese. Andiamo alla scoperta di questo luogo magico.
Alla scoperta di Porta Portese, storico mercato delle pulci e porta di Roma.
Articolo di Rita Chessa.
Uno degli appuntamenti imperdibili per chi si trova a Roma è, la domenica mattina, recarsi presso il mercato di Porta Portese. Andiamo alla scoperta di questo luogo magico.
Situato nelle vicinanze di una delle porte di Roma, che fu costruita nel 1644 allo scopo di sostituire la più antica Porta Portuensis, per volere di papa Urbano VIII Barberini e completata con l’avvento del successivo papa Innocenzo X Pamphilj. È da qui che inizia la via Portuense, strada romana costruita nel I secolo d.C. per collegare l’Urbe con il Porto di Ostia. Pochi sanno che presso Porta Portese vi era “Ripa Grande” il porto fluviale principale della città.
Ci siamo recati al famoso mercato delle pulci, a cui Claudio Baglioni dedicò una canzone nel 1975:
“è domenica mattina, si è svegliato già il mercato (…) C’è la vecchia che ha sul banco foto di Papa Giovanni lei sta qui da quarant’anni o forse più e i suoi occhi han visto re, scannati, ricchi ed impiegati, capelloni, ladri, artisti…”
L’atmosfera del mercato, nato nel 1945, con gli anni è un po’ cambiata ma puoi ancora trovare di tutto ed incontrare persone molto diverse. Rimaniamo sorpresi dalla presenza quasi nascosta dei famosi “giocatori delle tre carte”, escamotage spesso usato da chi conosce i principali trucchi per far sì che chi punta non vinca mai.
Numerosi i banchi di abbigliamento, di antiquariato, oggetti interessanti ed altri assolutamente improbabili.
“Il mercato si trova a due passi da Trastevere e non poco lontano l’ex carcere minorile San Michele. Quando il carcere era ancora attivo I ragazzi si affacciavano dalle grate ed urlavano: compà, me la allunghi ‘na sigaretta?” ci racconta Massimo, rivenditore di oggetti antichi.
Non si trovano prodotti alimentari e la sua nascita e sviluppo avvennero subito dopo la guerra con la partenza degli americani che lasciarono divise, zaini, anfibi, giubbotti mimetici. I giovani si svegliavano la mattina presto per accaparrarsi prodotti americani originali.
Ed alla mente sovviene un’altra canzone, stavolta di Renato Carosone che rispecchiava il desiderio degli italiani di quegli anni di imitare lo stile statunitense: “Puorte ‘e cazune cu nu stemma arreto, ‘na cuppulella cu ‘a visiera aizata (…) Tu abball’ o’ rocchenroll, tu giochi a baisibol …Tu vuo’ fa’ ll’americano Mericano, mericano Sient’a mme chi t’ ‘o ffa fa’?”
Viene voglia di cercare vecchi vinili, che troviamo nel banchetto di Trastevere, con Gustavo che ci travolge di informazioni sui grandi della musica da Brian Eno, David Bowie ed Iggy Pop.
Prima di andar via provano a rifilarci una borsa Chanel spacciandola per originale, compriamo un vestito meraviglioso con pochi euro, parliamo con Giulio, cinquantenne, che lavora qui da quando era un ragazzino e prima ancora di lui, suo padre e suo nonno. “Mio figlio non so se continuerà la nostra attività, un po’ però lo spero” ci confida.
Ed immaginiamo questo avvicendarsi di generazioni, tra trattative e accordi con compratori alla ricerca di un buon affare districarsi tra patacche e gioielli. Qualcuno di loro ha ancora la speranza di trovare il dipinto di qualche pittore quotato che nessuno ha riconosciuto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fantasmi di Roma. Le apparizioni notturne di Cagliostro e Lorenza Feliciani

Continua il nostro viaggio nella Roma esoterica. Stavolta ci avventureremo alla ricerca degli spettri di Giuseppe Balsamo, noto come Alessandro, Conte di Cagliostro, e di sua moglie Lorenza Serafina Feliciani.
Fantasmi di Roma. Le apparizioni notturne di Cagliostro e Lorenza Feliciani
Articolo di Rita Chessa.
Continua il nostro viaggio nella Roma esoterica. Stavolta ci avventureremo alla ricerca degli spettri di Giuseppe Balsamo, noto come Alessandro, Conte di Cagliostro, e di sua moglie Lorenza Serafina Feliciani.
Cagliostro nacque a Palermo nel 1743 ed è stato un esoterista, massone ed alchimista dalla vita turbolenta che fu condannato dalla Chiesa cattolica all’ergastolo per eresia ed imprigionato nella fortezza di San Leo. Si sposò con la prostituta Lorenza Serafina Feliciani che lo accompagnò in tutti i suoi viaggi in giro per l’Europa.
Secondo la leggenda, è possibile incontrare i fantasmi dei due coniugi, in vicolo delle Grotte, dietro piazza Farnese, un tratto che collega via dei Giubbonari a via Capodiferro. Il nome della via è dovuto al fatto che il Teatro di Pompeo fu trasformato in grotte adibite successivamente a botteghe, cantine ed osterie. Qui vi viveva Cagliostro e vi conobbe, in una casa di appuntamenti sulla stessa via, la moglie appena diciassettenne.
I racconti popolari narrano che ci si può imbattere, soprattutto in inverno ed in autunno, nelle apparizioni lamentose di una donna, straordinariamente bella e con il volto coperto da un velo, accompagnate dalle risate di suo marito che urla invocante il suo nome. Sembrerebbe che quando erano in vita, le liti tra i due furono spesso burrascose e violente e fu per questo che la Feliciani per liberarsi di Cagliostro lo denunciò con l’accusa di magia ed eresia. Un’incriminazione, che si aggiungeva alle innumerevoli truffe e millanterie in vari paesi del mondo (tra cui quella di riuscire a trasformare il piombo in oro) che lo costrinse al carcere a vita, dove trovò la morte, in una cella priva di porte, nella Rocca di San Leo. A Cagliostro fu anche addebitata la responsabilità di essere tra gli ideatori dello “scandalo della collana” in cui fu coinvolta la regina Maria Antonietta.
Decidiamo quindi di recarci a Vicolo delle Grotte, ma ovviamente non troviamo alcun fantasma. Al civico 22, corrispondente ad un palazzetto attribuito alla famiglia Cardelli leggiamo: “intra fortuna manendum” ossia “non ti approfittare della fortuna” che alcuni interpretano con il motto “non fare il passo più lungo della gamba”.
Ma è al civico numero 10 che rimaniamo sorpresi: qui c’è una targa dove venne al mondo, nel 1905, il grande attore Aldo Fabrizi. Vi leggiamo: “Aldo Fabrizi è nato in questa casa, qui comincia la lunga strada che avrebbe percorso quel bambino destinato ad amare le tavole del palcoscenico quanto le tavole imbandite. Se riuscirete a fermarvi in momento sentirete ancora nell’aria la sua risata. Aldo è ancora qui e non se ne è mai andato”.
Fantastichiamo quindi per un momento un’immagine fuori dal tempo e dallo spazio: tutti e tre che passeggiano insieme e le loro risate che si fondono.

© RIPRODUZIONE RISERVATA