Lo sapevate? Quale è la maschera di carnevale più famosa a Roma?
Proprio come Venezia, Milano e Napoli, anche Roma ha la sua maschera tipica. Nel Lazio è molto diffusa una maschera romanesca nota in tutta Italia. Scopriamo chi è questo personaggio e chi rappresenta.
Lo sapevate? Quale è la maschera di carnevale più famosa a Roma?
Proprio come Venezia, Milano e Napoli, anche Roma ha la sua maschera tipica. Nel Lazio è molto diffusa una maschera romanesca nota in tutta Italia. Scopriamo chi è questo personaggio e chi rappresenta.
Nonostante i costumi siano cambiati, resta una delle maschere simbolo della romanità. Questa maschera è Rugantino, che ha avuto varie evoluzioni e che impersona il romano tipico.
Originariamente Rugantino era un burattino. Ha ispirato una notissima commedia musicale e a lui si affiancano Nina e Meo Patacca, che sono originari del teatro popolare. Tutte e tre le maschere sono maschere tipiche del carnevale di Roma, un tempo molto amato, soprattutto dai giovani viaggiatori europei che effettuavano dei tour in Italia.
Rugantino è un personaggio nativo di Testaccio (e frequenta anche Trastevere), il cui nome deriva da “ruganza” che vuol dire arrogante. Si tratta di un giovane altezzoso, scaltro e dalla risposta pronta, abile con le parole e anche con il coltello, ma che in realtà ha un animo buono e sa farsi volere bene. La sua storia e la sua vita sono una tragedia amorosa riproposta in tante rappresentazioni teatrali e Rugantino è stato impersonato da tanti grandi attori italiani, su tutti il grande Nino Manfredi.
Nella tradizione romana, Rugantino è vestito in due modi, o da sgherro, con un vestito rosso e un cappello a due punte, oppure da popolano, con calzoncini logori, fascia alla vita, camicia con casacca e fazzoletto al collo.
Rugantino è anche una maschera del teatro romano e impersona er bullo de Trastevere, svelto co’ le parole e cor cortello, il giovane arrogante e strafottente ma in fondo buono e amabile. Le sue origini risalgono alla fine del 1700.
Le altre maschere del carnevale romanesco sono Meo Patacca, Cassandrino, Don Pasquale e il Generale Mannaggia La Rocca.
Meo Patacca è l’altra maschera che rappresenta al meglio la romanità nella Commedia dell’arte. Si tratta di un personaggio originario di Trastevere, un attaccabrighe simpatico, buono e spavaldo che provoca tafferugli.
Nella tradizione indossa una giacca di velluto, un panciotto allacciato di lato, ha una sciarpa colorata in vita ed è armato di pugnale. Ha il fazzoletto legato al collo, un berretto portato all’indietro in testa o una retina. Ha pantaloni stretti al ginocchio e scarpe con fibbie di acciaio. Talvolta ha un fiasco di vino.
Cassandrino è un uomo di origine nobile, un padre di famiglia che con il tempo diventa borghese e si lascia ingannare dalle figlie e dalle donne. Indossa copricapo a tricorno, una parrucca incipriata, una giubba a coda di rondine, un pantalone chiaro e delle scarpe con fibbia.
Don Pasquale de’ Bisognosi non è un sacerdote, ma un uomo ricco che ama vestire bene ma si infila sempre in situazioni beffarde. Nella tradizione indossa una veste ricca e palandrana, una parrucca grigia incipriata, le braghe fino al ginocchio, le scarpe lucide con fibbia.
Il Generale La Rocca è uno stracciarolo che vende oggetti usati a Campo de’ Fiori. Ha un asino e viene sbeffeggiato dai cittadini. Sulla divisa del Generale ci sono medaglie e decorazioni ricavate da tappi di bottiglie e fondi di lattina.
Una curiosità, anche il napoletano Pulcinella è una maschera utilizzata nel carnevale di Roma.
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